Daniele Luttazzi: “Dalle balle melonesche emerge un disegno politico infame: la privatizzazione della sanità”

(di Daniele Luttazzi – ilfattoquotidiano.it) – È quasi impossibile parlare del proprio passato senza favoleggiare, esagerare, idealizzare o addirittura raccontare delle frottole, ma Giorgia Meloni fa eccezione: non attende che la sua giovinezza sia trascorsa, per raccontare balle. Alla Camera, dieci giorni fa, ha affermato che il suo governo non ha tagliato i fondi alla sanità. Quest’ennesima bugia è stata smascherata dalla corte dei Conti: il taglio è di un miliardo. Lo denuncia la Cgil, bruciando sul tempo il Tg1. La Meloni ha addirittura mentito mentre stava mentendo: il fondo per l’edilizia ospedaliera, da cui secondo lei saranno attinte certe integrazioni, in realtà è già stato destinato. Come un affresco resuscitato dal limbo dell’imbiancatura, dalle balle melonesche emerge così un disegno politico infame: la privatizzazione della sanità.

Le destre amano trasformare i diritti in servizi a pagamento (i politici di destra sono i maggiordomi del capitalismo: continuate a votarli, mi raccomando), ma si sperava che la lezione del Covid fosse stata assimilata. Poi i lombardi hanno rieletto Fontana, e così tutti hanno capito perché da anni preferisco starmene in Spagna. Il decreto legge del 2 marzo n. 19 certifica l’abbandono della sanità territoriale e lo spostamento di risorse a quella privata: è dunque assodato che qualunque cosa dica la Meloni dev’essere presa con beneficio di inventario. Del resto, a quante cose sbagliate ci hanno fatto credere, da quando siamo al mondo?

Cose sbagliate a cui ci hanno fatto credere

50) È vero che a Grasse, nel 1950, la profumeria Fragonard realizzò per il suo museo otto fragranze ispirate agli otto tipici stati d’animo di De Gaulle (solitudine, noia, stanchezza, delusione, disgusto, rabbia, curiosità improvvisa, innamoramento), ma non è vero che il risultato fu piuttosto fallimentare, e che il percorso olfattivo fu chiuso fino a data da destinarsi quando ci si accorse che causava atti osceni in luogo pubblico e abigeato.

51) È vero che una spedizione archeologica rinvenne in Egitto, nel sepolcro di un alto dignitario della VI dinastia, la prima poesia d’amore: risalente a 4.300 anni fa, è dedicata dal giudice Inti alla sua amata Merut, e dice: “Ti desidero quando vedo il tuo culo, ne sono totalmente preso”; ma non è vero che, in egiziano antico, Inti significhi Tinto Brass.

52) Non è vero che Erdogan si lamenta sempre di come cucina sua moglie dicendo: “Il suo hummus? I pigmei vengono dall’Africa per intingerci le loro frecce avvelenate!”.

53) Non è vero che il mese scorso a un carpentiere di Como sia caduta, dal quarto piano di un’impalcatura, un’accetta che ha mozzato il naso e un alluce a una vigilessa; che un giovane chirurgo alle prime armi abbia tentato di riappiccicarle alla mutilata che urlava, e nella confusione abbia collocato l’alluce al posto del naso e viceversa; e che ieri il giovane chirurgo abbia incontrato per caso la vittima domandandole: “Allora, come va?”. E quella abbia risposto: “Benone. Solo che adesso per soffiarmi il naso mi devo togliere la scarpa”.

54) È vero che con l’aumento delle temperature gli eventi meteorologici estremi sono diventati più frequenti e intensi, ma non è vero che, dopo il catastrofico uragano Ian, le autorità della Florida chiesero disperatamente aiuti per soccorrere le migliaia di sopravvissuti: erano fiduciose che l’uragano successivo, Clarence, un uragano gentile, avrebbe rimesso le cose a posto. E così fu.