Bandiere blu, orribili come sempre e simbolo del finto benessere

di Saverio Di Giorno

Sono tornate, orribili come sempre, le bandiere. Blu, verdi. Che sventolano a sancire che per due mesi l’Alto Tirreno Cosentino non avrà più problemi. Tornano e con loro torna l’estate. Tornano gli eventi, le passerelle. Tornano i sindaci tronfi pronti a sventolarle. Sono terribili perché sono un simbolo, sono il simbolo del finto benessere di questa terra. E questo benessere ancorato a queste bandiere estive è il ricatto. È il modo di governare. Ecco perché sono orribili.

Ci ricordano il benessere in cui sono tutti costretti ad affogare. In questi spicci che ci sono costati e continuano a costarci cementificazione, spiagge distrutte. Soprusi balneari e demaniali. Intorno a questo benessere bramano quelle poche ditte che potranno lavorare due o tre mesi. Un benessere che è sopraffazione, incultura, prepotenza. Si innalzano queste bandiere e si abbassano le schiene di chi raccoglie nei cambi, di sgobba nei lidi, nelle cucine a quattro spicci, di chi pulisce le camere sottopagato.

Le bandiere sono solo le prime passerelle, quelle che aprono la stagione. La chiamano boccata d’aria di tre mesi in un territorio che tutto il resto dell’anno è deserto. In realtà è solo un’illusione, l’ennesima mancia che serve a tirare avanti un anno in più e chinare la testa ancora una volta. Poi dopo le bandiere ogni evento, ogni concerto, ogni sagra, ogni circolo è buono per distribuire partecipazioni, sponsor, bramare un poco di visibilità prima di tornare alla solita mediocrità.

Per tre mesi si dimenticano i lidi inceneriti. Le gomme squartate. Le sparatorie e i furti. La droga che sta consumando generazioni. I corpi morti. Questo solo stando alla cronaca da inizio anno. La ferocia del benessere delle bandiere soppianta tutto.

È bandiera blu quindi questo giustifica tutto. L’importanza dell’evento, la risonanza della parata di turno, i prodotti. Giustifica il mare su cui galleggiano sostanze maleodoranti, l’entroterra dove sono stati sversati rifiuti che continuano a far ammalare persone, i fondali radioattivi. Non importa: è territorio bandiera blu.

Le bandiere e tutto quello che seguono non sono un segno di vittoria, il simbolo del riscatto. Al contrario sono la sconfitta. È la dimostrazione che il ricatto è servito, che questo falso benessere prodotto sulle spalle di continue sopraffazioni viene addirittura premiato, elogiato.

Se questo è il prezzo ridateci gli stracci, i maccaturi e le toppe e tenetevi le vostre bandiere feroci, funebri. Sporche.