Non c’è dubbio che Vibo Valentia e Corigliano-Rossano fossero le battaglie più importanti dell’ultima tornata elettorale in Calabria. Almeno quanto lo stesso responso finale delle Europee. E non c’è dubbio che in queste due “guerre” il presidente della Regione Roberto Occhiuto si giocasse la faccia e anche un pezzo della futura “carriera”. Tutti ormai sanno come sono andate a finire: i candidati di Occhiuto hanno perso malamente.
A Corigliano-Rossano la schiacciante vittoria di Stasi ha lasciato in mutande Occhiuto, che ha completamente fallito la scelta della candidata. Resta la soddisfazione dell’elezione della Princi al Parlamento europeo ma anche in questo caso non mancano le ombre e poi, diciamocela tutta, la Princi – cugina di Cannizzaro – è un fenomeno esclusivamente reggino, per fortuna…
Quelle di Vibo Valentia e di Corigliano-Rossano apparentemente sembrerebbero due “guerre” completamente diverse ma in realtà sono parecchio simili per il semplice motivo che i veri avversari di Occhiuto stavano nella sua stessa coalizione. E se a Vibo erano evidenti e in un certo senso sfacciati, a Corigliano-Rossano non lo erano ma tutti sanno che nel centrodestra la patetica candidatura di Pasqualina Straface è stata vittima di una sorta di tiro al bersaglio da parte di parecchi “big” e di migliaia di elettori che non la sopportano e a dire il vero non l’hanno mai sopportata. Più o meno come accadde cinque anni fa quando il generale Graziano fu clamorosamente “trombato” e salì al proscenio il giovane Flavio Stasi, che adesso è passato dal ruolo di “underdog” a quello di “nemico pubblico” numero uno del centrodestra di potere.
Occhiuto sapeva bene che la candidatura della Straface non era il massimo ma di sicuro avrà pensato che se proprio si deve perdere è meglio con lei che con il solito Turano, delfino del Gallo cedrone o addirittura con il penoso Rapani, che da queste parti quando passa… ride tutta la città. Ma Occhiuto ormai dice anche ad alta voce perché ritiene “pericoloso” Flavio Stasi e non è un mistero che il giovane sindaco sia tra i papabili per la coalizione di centrosinistra come possibile candidato presidente alla Regione Calabria nel 2027.
Robertino, che notoriamente gioca le sue partite con due, a volte anche tre, mazzi di carte, ha annunciato la sua ricandidatura – pur nel silenzio dei suoi “alleati” – per allontanare quelle sconfitte, che com’è agevole capire, non lo hanno incoronato come re del centrodestra epperò lo hanno certamente inchiodato come perdente nelle due città più grandi. Sapeva e sa bene che perdere a Corigliano-Rossano sarebbe stata una mazzata insopportabile ed è per questo che ha cercato in tutti i modi di evitarlo ma ha fallito. E ora reagisce giocando d’anticipo.
Sui palchi Robertino non funziona, lo sanno tutti che fa cilecca. La sua esposizione è farraginosa, il suo “idaliano” fa ridere tutta l’Italia, la sua cadenza ricorda molto da vicino il ragliare dell’asino e tutti sanno che se un asino si finge… cavallo, alla fine state certi che, prima o poi, sarà costretto a ragliare. A Corigliano-Rossano Occhiuto si è giocato malissimo la partita del burattinaio che sta palesemente dietro alla sua candidata e la sostiene a furia di pastette, raccomandazioni, Tac, visite mediche e promesse di posti di lavoro nelle strutture private del suo compare Potestio e ammiccamenti vari. Trucchi vecchi come il cucco credeva potessero funzionare ma era consapevole che avrebbero potuto anche fallire.
Dev’essere anche per questo che, contrariamente al passato, Robertino ha provato – comunque sempre in maniera maldestra – a smontare il fenomeno Stasi utilizzando metodi che provengono dalla sua pessima formazione “culturale” e non incantano manco i suoi portaborse e i suoi portavoce. E così quando ribattezzava Stasi “mister no” perché gli ha fatto fallire l’insediamento degli americani nel porto di Schiavonea, si era già beccato la risposta istintiva del sindaco che avrebbe voluto eliminare, che gli aveva mandato a dire che alla sua città non piaccioni i “signor sì” che invece Robertino adora, nazista com’è nel profondo della sua anima…
Anche chi l’ha ascoltato sul palco di Corigliano con la solita fatica di dover capire quello che diceva nel suo stentato eloquio, non ha potuto fare a meno di ridere di gusto delle sue gaffe. Non ha “acchiappato” persino la data delle elezioni, evidenziando così il classico lapsus freudiano dei giorni del giudizio. Non ha “acchiappato” persino il nome della piazza, clamorosamente sbagliato persino sui manifesti. E ha provato – finalmente – a dire che Stasi sta “studiando” per fare quello che fa lui a 55 anni suonati (li ha compiuti giusto una settimana fa) ovvero il presidente di Regione quando di anni, però, ne ha a malapena 40… E quando Occhiuto aveva 40 anni ancora faceva il parassita a Montecitorio, vrigogna da faccia sua.
Stasi, vincendo, ha demolito le certezze di un soggetto che non ha nessun amore per la sua terra ma solo per i suoi benefici e tornaconti personali. E la data delle prossime elezioni regionali, giorno dopo giorno, diventa un macigno per l’asino che si finge cavallo ma che alla fine, statene certi, sarà per forza di cose costretto a ragliare. O nella migliore delle ipotesi a scappare perché – statene certi – Occhiuto non ha le basi per reggere il confronto diretto con Stasi. Per questo gioca d’anticipo sperando che gli “amici” del Pd riescano a… non candidare il sindaco di Corigliano-Rossano.