Vibo. Elly Schlein e il Pd lasciano campo libero al feroce Muzzopappa

ELLY SCHLEIN: 20 MINUTI PER MESSINA E NEMMENO UN MINUTO PER VIBO

La Schlein lasciando la Calabria il 28 maggio scorso ci informava che con il traghetto da Villa San Giovanni a Messina ci vogliono appena 20 minuti. Forse era la prima volta che ha preso il traghetto, chissà se  tra un’intervista e l’altra si è goduta il panorama mozzafiato dello Stretto, se ha respirato un po’ di vento mediterraneo, di area salmastra tonificante, se ha assaggiato un bell’arancino al bar della nave. Se non ha fatto tutto ciò licenzi immediatamente Nicola Irto e compagnia al seguito.
Già i motivi di licenziamento di Nicola Irto da Reggio Calabria sarebbero tanti. Vasto è il programma della sua inadeguatezza al ruolo e alla responsabilità di condottiero del nuovo Pd di Elly. Lui che era anema e core per Bonacccini. Eletto subito dopo la parentesi infelice del commissariamento di Francesco Boccia: nessuna sostanziale novità e differenziazione i  sismografi della politica calabrese hanno registrato. Vita piatta prima, vita piatta adesso.

Qualcuno potrà dire che siamo prevenuti verso nu bellu guagliuni, simpatico e fotogenico.
Purtroppo non siamo da Maria De Filippi, anche se la Schlein un po’ le assomiglia, e alla sua trasmissione Amici. Ora ditemi voi, che non siete faziosi come noi, che giudizi dare della venuta della Schlein in Calabria. Non entriamo nel merito delle sue argomentazioni politiche
anche se ci sarebbe molto da dire quando lei accusa il centrodestra di essersi mangiata la sanità pubblica a favore di quella privata. Ci sarebbe da ridere se non fosse che la situazione è drammatica. Roberto Occhiuto è l’ultimo dei carnefici della nostra sanità pubblica, ma prima di lui ci sono stati quasi tutti i presidenti di centrodestra e di centro-sinistra che si sono profusi nel sottrarre risorse al pubblico a vantaggio dei privati.

D’altronde, dietro ogni clinica privata è facilmente identificabile il protettore politico di riferimento, a volte anche più di uno e di sponda diversa. Per non parlare dei tanti
presunti commissari, amministratori e dirigenti scesi dal Nord e dal centro a colonizzare e occupare tutto quello che era possibile e immaginabile. Tutti han fatto carne da macello  della sanità pubblica in Calabria e fino a quando non ci sarà una sana autocritica e
comportamenti conseguenti nessuno riguadagnerà la fiducia della gente.

Ma  non divaghiamo. La Schlein arriva all’aeroporto di Lamezia in mattinata. Il programma prevede la visita alla comunità di Don Panizza a Lamezia terme, poi  la visita di un’altra comunità a Catanzaro, poi nel pomeriggio  incontro a Corigliano-Rossano e in serata comizio a Reggio Calabria. Non discutiamo gli incontri con le comunità e nemmeno l’incontro a Rossano Corigliano. Giusto, ben fatto.

A Corigliano-Rossano si vota a giugno e dopo ampio dibattito e lacerazione interna anche
il Pd è arrivato, buon ultimo, a sostenere il sindaco uscente Flavio Stasi. Bene tutto ciò che può servire a sbarrare la strada a Pasqualina Straface, la pasionaria di Forza Itala e la candidata di Roberto Occhiuto, ben venga.

Quello che troviamo sconcertante è che la Schlein non abbia trovato un’ora per fare una tappa a Vibo Valentia. Eh si, perché a giugno oltre che a Corigliano-Rossano si vota anche a
Vibo Valentia. La giustificazione che la Schlein è venuta a Vibo Valentia il 25 febbraio è una toppa peggio del buco provocato. Il messaggio che arriva ai cittadini di Vibo Valentia è che la segretaria di partito del candidato a sindaco Enzo Romeo non ritiene utile fermarsi a Vibo per dare un sostegno deciso alla campagna elettorale del suo candidato a 11 giorni dalla chiusura della campagna elettorale. Siccome la gente non è scema, si chiederà il motivo di tale scelta. Vibo Valentia, pur essendo un capoluogo di provincia, è considerata poco più
di zero oppure vi sono dei sondaggi segreti che danno il candidato Romeo perdente? Non saranno vere nessuna delle due ipotesi, ma la scelta fatta induce a pensare a queste due alternative. E mentre la Schlein si trovava a Reggio, a Vibo Marina il candidato di centro, l’avvocato Muzzopappa arringava la piazza contro il centrodestra che è in mano  a pochi tiranni e contro il centrosinistra corresponsabile per non aver denunciato e fatto opposizione. Il candidato Muzzopappa salva solo la sindaca Maria Liimardo fatta fuori da una faida politica che l’ha asfaltata. Addirittura arriva ad accusare che le liste degli altri
candidati siano frutto di inciuci e ricatti.

Un Muzzopappa all’attacco che impugna lui la bandiera della trasparenza quando ci sarebbe molto da dire sulla sua coalizione e sui motivi della sua nascita. La reazione degli altri candidati a sindaco non è pervenuta. Solo il capolista del Pd Stefano Soriano prende la parola per una difesa blanda in cui afferma che l’opposizione del Pd è stata ferma e seria. E
per rrimarcare questo riicorda  alcune sue battaglie: ” … sulla piscina, sulla pista d’atletica, sui parchi archeologici..”. Dopo aver letto questo ben di Dio, peggio mi sento. Vibo Valentia che negli ultimi cinque anni  è stata al centro di inchieste poderose della DDA di Catanzaro e  del procuratore Gratteri con arresti eccellenti, con capi, capetti e manovalanza delle ‘ndrine finite in carcere, con un ex parlamentare condannato a 11 anni di carcere, con un ex consigliere regionale e assessore comunale e provinciale finito agli arresti e per il momento condannato a  18 mesi di carcere. Con lo stesso ex consigliere e con un sindaco di un comune importante del Vibonese assolti per reati di associazione mafiosa ma con una motivazione che ne lede l’immagine avendo mantenuto rapporti di conoscenza con ‘ndranghetisti; con fior fiori di colletti bianchi condannati e imprenditori famosi coinvolti; con nominativi di esponenti politici di primo piano che escono nelle intercettazioni di tante inchieste anche se poi non sono stati coinvolti in richieste giudiziarie.

Nonostante tutto questo quadro devastante e sconvolgente su cui la magistratura ha acceso una luce accecante in questi anni e con le motivazioni fresche fresche di uscita sul processo Rinascita Scott a poche settimane dal voto, l’opposizione che fa? Sta zitta, parla della piscina e dell’area archeologica, nella campagna elettorale di tutto quello che è avvenuto  non se ne parla. Né tra gli elettori, né tra i candidati, nè tra i partiti e i movimenti. “Non è un argomento. La Schlein se ne va a Reggio Calabria, forse perché è la città di Nicola Irto, invece di essere in Piazza a Vibo Valentia per parlare di lotta alla ‘ndrangheta, alla massoneria deviata, alle collusioni politiche. La lotta alla ‘ndrangheta diventa solo una passerella, a cui si presta in assoluta buona fede anche Libera, dove i
candidati a sindaco promettono, promettono e poi ancora promettono che saranno trasparenti e inflessibili. Sì, verrebbe da dire, come l’uomo in ammollo.

E allora, grazie  a questa scelta scellerata del silenzio, ognuno può gridare forte il proprio presunto impegno per il cambiamento. Ad iniziare dall’avvocato Muzzopappa che per  recuperare qualche voto spende parole di elogio verso la sindaca uscente Maria Limardo
senza dar conto che il primo ad affossare Maria Limardo è stato colui che l’ha proposto a sindaco, Vito Pitaro. Un nome uscito in tante inchieste e seppur mai indagato apostrofato spesso dalla DDA per i suoi contatti. L’avvocato Muzzopappa si può permettere di criticare la giunta regionale e il presidente Occhiuto affermando che si stanno portando tutto a Cosenza senza dover giustificare che l’altro uomo forte della sua coalizione è l’ingegnere De Nisi che è consigliere regionale di maggioranza eletto in appoggio a Roberto Occhiuto. E dall’altro lato il candidato a sindaco del centrodestra Nicola Cosentino può vestirsi anche lui degli abiti del cambiamento e della trasformazione però con le spalle protette da tutti i maggiori responsabili dello sfascio della Calabria e di Vibo Valentia, dal presidente Occhiuto, al suo fido Daffinà, da Mangialavori al capogruppo regionale Michele Comito, o all’assessore regionale Varì.

Il candidato Enzo Romeo invece di andare all’aeroporto di Lamezia Terme per abbracciarla Schlein e per strappargli uno spot insipido e insulso, avrebbe dovuto mostrare gli attributi e pretendere che la Schlein fosse presente a Vibo Valentia a parlare di ndrangheta e mafia. Perché a Vibo valentia c’è il rischio che tutto resti immobile, immodificabile, anziché si torni al passato. E visto che successivamente alla visita della Schlein ha continuato a fare scena muta sui Mancuso, sulle ‘ndrine, sui Lo Bianco, e su tutti i collegamenti  con la politica e con i colletti bianchi, c’è ben poco da fare. Avrebbe dovuto prendere esempio da quella cittadina che davanti all’Ospedale affermò a Diego Bianchi che l’avvocato dei Mancuso era uno dei candidati a sindaco. Lo disse lei e lo confermò lo stesso Muzzopappa nelll’intervista successiva.
E allora dobbiamo prepararci ad assistere allo spettacolo di un ballottaggio Muzzopappa contro Cosentino per i silenzi della sinistra. Sempre se va bene… perché con questi chiari di luna l’avvocato dei Mancuso potrebbe vincere già al primo turno. In questo caso consoliamoci con il fatto che la Schlein ci abbia informato che in 20 minuti si traghetta per Messina… Povera Calabria nostra!