Asp Cosenza, gara Cup e call center: lavoratori trattati come merce di scambio

Il mondo della sanità cosentina è in fermento. L’Asp di Cosenza ha appena buttato la “bomba” della gara a procedura aperta per la fornitura dei servizi di Contact center in outsourcing. Si tratta di tutta la matassa dei Cup, delle prenotazioni delle visite ma più in generale di tutti i servizi di rapporto con l’esterno. Per intenderci, tutti quelli che fino a qualche anno fa erano “esclusiva” della famigerata cooperativa Seatt di cinghialesca memoria e che ormai sono passati sotto il controllo dell’altrettanto famigerata Covisian, una holding nazionale che da queste parti è rappresentata da due colletti bianchi, Gennaro Sosto e Giovanna Borromeo, che negli ultimi anni hanno macinato milioni.

La prima cosa che salta agli occhi è l’importo dell’appalto: 4 milioni 800 mila euro per 4 anni mentre nel 2020, quando è arrivata Covisian, per soli 2 anni l’importo era di 5 milioni 500 mila euro. Insomma, parecchi soldi in meno: perché?

Istintivamente potrebbe sembrare un avviso di sfratto a Covisian, anche perché è in regime di prorogatio da gennaio 2023 fino al 30 giugno 2024. Ma poiché in Calabria e a Cosenza soprattutto nulla è come appare, qualcuno ha già pensato che potrebbe essere Covisian a fare pulizia tra i dipendenti.

E ci sarebbe persino la prova, dal momento che non più tardi di due settimane fa Covisian e le sue consociate hanno fatto sapere ai sindacati che – improvvisamente – di non voler più aderire al contratto nazionale del settore delle telecomunicazioni. Quasi come dire 2+2 fa quattro. Qualcosa dunque già era nell’aria e in questo caso potrebbe essere la prova che Covisian vincerà la gara ma adotterà la strategia di lacrime e sangue.

A rimetterci la testa potrebbero essere i dipendenti, costretti a piegarsi alle squallide vessatorie  logiche aziendali oppure l’azienda sarà costretta a preparare le valigie e ad uscire dalla stessa porta da dov’e entrata? I due scenari possibili sono questi grazie anche al comunicato dei sindacati che mette nero su bianco la prima mossa dell’azienda, chiaramente rivolta verso tagli salariali pesanti.

Per una migliore comprensione degli eventi, va doverosamente ricordato che prima i dipendenti provenienti dalla Seatt e quindi personale  riassorbito erano 70/80 a 5 milioni e 500 mila euro per 2 anni mentre adesso, con i dipendenti assunti dal direttore generale Graziano Strafalaria e compagnia cantante sono arrivati a più di 120 e proporre una gara di 4 anni per una cifra molto inferiore e praticamente dimezzata significa che qualcosa non quadra. nella testa ne’ di capristo- strafalaria-magnelli e rizzo ,ne ‘ tantomeno in quella della cov…..!!

Riepilogando ancora: dal 2020-2022 Bettelini (la dg che arrivava dal Nord)-Sosto- Borromeo avevano formato un tridente d’ attacco micidiale che se lo avesse avuto il Cosenza eravamo già in Serie A: 5 milioni e mezzo, poi proroga per anno 2023 2 milioni e mezzo; primo semestre 2024 1 milione, e adesso 4 anni 4 milioni e 800 mila euro… vi pare possibile? E questa mancata adesione al contratto nazionale di lavoro del settore telecomunicazioni è una semplice combinazione o una strategia per tagliare sul personale già sfruttato e sottopagato? I dipendenti sono cresciuti ma la pila è diminuita.

In tutto questo, c’è chi strumentalizza la partita per vederla in chiave elettorale come l’ala guccioniana del Pd (che manda avanti il solito, pietoso “analfabeta” guappo di cartone), agitando però malamente la clava delle assunzioni parentali, delle quali tutti sono al corrente, a partire dalle smargiassate del solito Strafalaria che ha assunto i parenti della sua compagna senza alcun ritegno per continuare con quelle di una trentina di colletti bianchi pseudo dirigenti. Guccione e il suo “guappo” evidentemente hanno bussato alla porta di Strafalaria e sono stati cacciati e in questo caso – figuratevi come siamo messi… – ha tutta la nostra approvazione: Meglio i suoi parenti che quelli di… Guccione e Mazzuca!