Scalea, questione rifiuti. Usb smaschera i trucchi della ditta Mia con i sindacati venduti e l’amministrazione

di Saverio Di Giorno

Un anno fa esatto, giugno 2023, segnalavamo – date le ripetute segnalazioni arrivate – la situazione dei dipendenti della ditta MIA. https://www.iacchite.blog/i-fantasmi-del-tirreno-cosentino-la-spazzatura-di-saverio-di-giorno/.

Così scrivevamo:

La ditta MIA ha cominciato a lavorare nel territorio di Scalea e subito in redazione arrivano una serie di segnalazioni che chiedono di approfondire discrepanze tra vecchie buste paga e nuove buste paga, tra vecchi contratti e nuovi contratti. Carte alla mano e dopo che la vicenda è stata segnalata a chi ha competenze effettivamente risultano diverse stranezze. Non è neanche la prima volta che la ditta si trova in situazioni turbolente con i suoi dipendenti.

Ora, prestate bene attenzione perché della situazione oltre al sindaco erano al corrente alcuni sindacati. USB ha proseguito e ottenuto un risultato sulla questione MIA tramite l’ispettorato del lavoro: occorre riconoscere livello e stipendio ai dipendenti. Le segnalazioni erano dunque corrette e la responsabilità rischia di investire l’amministrazione. E le fonti restano coperte. È bene ribadirlo dal momento che le imprese nel nostro territorio tendono ad avere ritorsioni con chi decide di segnalare. Sarà una questione da monitorare.

Gli altri sindacati? Questo è un particolare interessante che si aggiunge alle nostre segnalazioni e che si apprende tramite facebook (diretta dell’ex consigliere Renato Bruno): un altro sindacato invece avrebbe trovato un accordo – al ribasso – con i dipendenti. Sindacato in legami con l’amministrazione comunale. In un territorio che vive di precariato e sfruttamento un pessimo segnale: né per un’amministrazione che si propone di promuovere il salario minimo, né per i sindacati pronti a chiedere commissioni per ogni servizio (dovuta, non dovuta, extra?) ma poi mai a dare battaglia.

Le questioni da sollevare a chi di dovere restano le stesse dell’articolo dello scorso anno. E si spera che non resteranno ancora inevase, ma chi di dovere chiarisca.

Per chi fosse appassionato di storie del genere, ecco il seguito dell’articolo di giugno 2023 nel quale si faceva anche la storia dell’impresa e della sua scalata.

La ditta MIA rimanda ad un cognome che su tutta la provincia è ben conosciuto: Rovito. La questione rifiuti l’avevamo esaminata più e più volte in riferimento alla questione di Rende, alle autorizzazioni e gli interessi collegati (https://www.iacchite.blog/calabria-mafie-e-rifiuti-tutte-le-domande-senza-risposta/ ). E proprio dai precedenti materiali troviamo quattro righe per fare un memorandum sul coacervo di nomi e sigle che ruotano (in questo caso indirettamente) attorno al duo Rovito – rifiuti.

“ValleCrati SpA è una società mista, costituita per il 51 per cento dal Consorzio Valle Crati (al quale partecipano 43 comuni della provincia di Cosenza –) e per il 49 per cento dalla Consortile Crati Srl, un consorzio costituito nel 2000, i cui soci privati sono stati scelti con la gara cosiddetta «a evidenza pubblica”. Della società facevano parte soci milanesi non meglio precisati che si occupano di depurazione e poi tra gli altri ne fa parte “l’Alto Tirreno Cosentino spa, il cui amministratore era Francesco Rovito, imprenditore in passato indagato, con ruoli nel Comune di Rende. Presidente era Mario Russo, ex sindaco di Scalea, che volle a tutti i costi una discarica nel Comune tirrenico. Anche il cda della ValleCrati vede la presenza di ben undici consiglieri”. La terza buca a Scalea si è riempita velocissima tra brutti odori e viaggi notturni sospetti.