Cetraro. La buffonata delle larghe intese e le dimissioni-farsa di Don Masino Cesareo

Cetraro. La buffonata della larga convergenza e il solito Don Masino Cesareo che annuncia le dimissioni e dimentica di passare dal protocollo a consegnarle

Quello che sta accadendo a Cetraro dovrebbe entrare negli annali dell’antipolitica. Un manipolo di arrivisti ha portato quel Comune in dissesto e nonostante ciò continuano a percepire ricche indennità che sottraggono alle casse comunali con i cittadini costretti a pagare tasse ai massimi livelli a causa della loro incapacità.

Il capopopolo rimane sempre Don Masino Cesareo, che in questi anni ha solo viaggiato in lungo e largo l’Italia a portare l’immagine di un paese in dissesto e martoriato da una criminalità violenta che terrorizza e fa svuotare le proprie piazze. Ma il bello è che a Cetraro c’è ancora chi crede nelle parole dolci di Don Masino quando in consiglio comunale si alza e fa la morale, fa il leader, fa l’uomo di principio, dispensa lezioni, strategie. E lo credono pure quando annuncia con enfasi che “dopo il consiglio comunale su Matteotti, rassegnerò le dimissioni per il bene del paese”. Il Consiglio su Matteotti si è tenuto il 30 maggio ma il 31 Don Masino si è dimenticato di passare dal protocollo del Comune. Ma come si fa a fidarsi di un soggetto politico del genere? Dopo 4 anni, lo ha capito il segretario del Partito Democratico, Gaetano Bencivinni, che con pugnaci affermazioni ha di fatto chiuso ogni rapporto con Don Masino. E qui qualche dubbio ci sorge. Perché dopo tutto questo tempo?

Un altro allocco che si è fatto infinocchiare da Don Masino è Peppino Aieta. Loro si lassanu e si piglianu cumi dua fidanzatini, Don Masino è abituato a jocari cu dua mazzi i carti ma Peppino sta al gioco perché sa che questi sono alla canna del gas. Ovviamente, lui che è stato alla scuola di Palla Palla sa che quest’ennesimo raggiro di Don Masino peserà sul suo appeal per la candidatura a sindaco. Si racconta dell’ira funesta di Peppino e tutti aspettano che esploda. Anche perché i suoi tradizionali alleati del Psi cominciano a chiedergli il conto di questa fallimentare strategia.

Ma alla finestra stanno pure quelli di Cetraro Attiva, gli unici ad aver capito in tempo che questa amministrazione era na sciabbica strazzata ed hanno staccato la spina a tempo debito votando contro il dissesto e ponendosi all’opposizione dopo aver subito la mortificazione della revoca della delega del Flag a Giovanni Rossi, persona stimata, per affidarla alla signora Luciani che in un battibaleno è passata dalla minoranza alla maggioranza.

C’è da dire che Don Masino è in buona compagnia perché altri due assessori hanno preannunciato le dimissioni ma si sono guardati bene dal presentarle e sono Franco Lanza e Barbara Falbo. Cetraro, che è stata la patria di Giannino Losardo, si ritrova con amministratori attaccati alle poltrone con il saldatore, nonostante siano causa della peggiore gestione dell’ente complicata da una intensa attività di infiltrazione della criminalità.