Le avventure di Cappuccetto Nero di Legno. La Campagna dei sei giorni, Guarascio e le bustine per la cacca dei cani
“Lui è un signore. Il maleducato è chi non la raccoglie”. Questo è il claim scelto da Madame Fifì e licenziato dal Sindaco Figura Figurativa (FF) Cappuccetto Nero di Legno, per la campagna di sensibilizzazione, volta ad esortare i proprietari di cani a raccogliere le deiezioni, firmata Comune di Cosenza ed Ecomafia, pardon, Eco…logia Oggi.
Evitiamo di entrare nei termini tecnici della campagna pubblicitaria affinché Madame Fifì non lanci contro di noi l’ennesimo anatema, anche perchè sfigati ci siamo già abbastanza.
La riflessione è tutta politico-amministrativa e di gestione della cosa pubblica, non tecnico/pubblicitaria.
La prima cosa che ci ha colpito è stata che la campagna di sensibilizzazione è stata una Campagna Mordi & Fuggi (col malloppo). Giusto il tempo per gli addetti ai lavori, anche per noi, di fare le foto per la rendicontazione e, solo per loro, l’immancabile selfie di rito.
L’affissione dei 6×3 della Campagna Mordi & Fuggi (col malloppo) è stata coperta dopo 3 giorni, mentre i manifesti sono stati coperti dopo 6 giorni, anche se, è raro ma probabile, trovare traccia dei manifesti negli spazi che nessuna azienda aveva prenotato. Per questo ci è piaciuto chiamarla la Campagna dei sei giorni.
Sappiamo come vanno queste cose. Nella rendicontazione annuale che l’azienda gestore del servizio deve presentare al Comune, mancavano fatture e pezze giustificative relativi alla Comunicazione Visiva Urbana (che più avanti vedremo cos’è), quindi è venuta fuori l’idea della cacca dei cani.
Per carità, la campagna ci sta tutta, però come da copione Guarascio e come da inconfondibile copione Giunta Adamo-Incarnato-DeCicco, la Campagna NON era stata programmata, per questo motivo è stata Mordi & Fuggi.
I signori delle affissioni, che hanno in concessione oppure sono proprietari di spazi pubblicitari – spesso aru vrusciu (sottotitolato: non pagano le tasse al Comune) – si sono dovuti “sbattere” parecchio per la concessione di questi giorni d’affissioni. Gli spazi d’affissione erano da tempo prenotati, però come non prestarsi ad un servizio che dura 3 giorni ma che frutta il pagamento della fattura di stampa e affissione che sarà almeno 15 giorni o anche 30 giorni? Tanto, chi controlla i controllori?
I signori delle affissioni sono persone che sanno bene come si lavora con le aziende ma non tradiscono mai la clientela politica, meglio dire anti-politica. Se l’azienda a cui hanno sottratto i giorni di affissione se ne accorge, arriverà la nota di credito del tempo sottratto, diversamente manco quello, perchè la pubblicità conviene a tutti tranne che al fisco.
Sostanzialmente una bella fattura – magari gonfiata – sana un servizio mai effettuato, tanto paga Pantalone.
Conosciamo il giochetto degli spazi per le Affissioni ed anche quella della cosiddetta pubblicità dinamica, insomma i poster 6×3 sopra i camion – sempre a disposizione del potere e sempre ‘a vigna (sottotitolato: gratis) – prima o poi riusciremo a spiegare come funziona.
Anzi speriamo sarà il commissariamento al Comune di Rende a spiegarlo. Sarebbe pure meglio, visto che a noi non ci paga nessuno e il sistema Rende è uguale a Cosenza.
Come si può leggere sui manifesti (affissi la mattina del 31 maggio) ma anche sul comunicato del Comune (diffuso lo stesso giorno) (https://www.comune.cosenza.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_21604_12_8.html), “le bustine per la raccolta TE LE DIAMO NOI”. Cioè, “direttamente l’Amministrazione comunale gratuitamente, grazie alla collaborazione con la società Eco…logia Oggi”.
Quel Cappuccetto Nero di Legno del Sindaco FF, inoltre, sul comunicato stampa ha fatto scrivere, “con la sistemazione sul territorio degli appositi raccoglitori non ci saranno più alibi per quanti lasceranno a terra le deiezioni canine”.
Le cose sono due, o Cappuccetto Nero di Legno mente, oppure ha scarsa conoscenza della città ma soprattutto quella del Piano Integrato dei Servizi di Igiene Urbana (PISIU) nel Comune di Cosenza, cioè i servizi che i cittadini pagano attraverso la TARI. Insomma quello che nelle discussioni di strada definiamo “i sordi da’ munnizza”.
Cominciamo con il dire che in molte zone della città, già dal 2017/18, sono dislocati molti raccoglitori per le deiezioni, certamente questi non bastano, infatti nell’ultima gara il Comune ne ha messi a bando altri 50, anche per sostituire quelli eventualmente usurati.
Come si vede dallo screenshot nel Computo Metrico dei Servizi del PISIU, i contenitori che Caruso presenta come una sua idea realizzata grazie alla collaborazione di Guarascio, erano ampiamente previsti dal Piano e li pagheremo, nell’arco dei 5 anni dell’Appalto, 100 euro l’uno. Altrochè!
Da questo si deduce che, nell’arco dell’anno già passato, avremmo dovuto vedere installati almeno 10 nuovi contenitori per deiezioni canine. Qualcuno li ha visti?
Di certo possiamo affermare che se questa buona prassi fosse stata adottata, dovrebbero esserci almeno 10 selfie che celebrano questi eventi sul profilo dell’assessore De Cicco.
Sinceramente non abbiamo lo stomaco di spulciare quel profilo. Abbiamo testimonianza però che almeno uno è stato messo in via Montana.
Il problema semmai – oltre agli sporcaccioni che non raccolgono le deiezioni – è il disatteso sistema della raccolta.
Come vediamo le frequenze minime di raccolta disposte dal PISIU, dicono proprio il contrario di quello che succede, perchè i raccoglitori delle deiezioni – fino ad oggi – vengono svuotati una, al massimo due volte al mese, escludendo il quadrilatero che ingloba Corso Mazzini, in cui siamo certi che il servizio funziona.
Andiamo alle bustine, TE LE DIAMO NOI? ‘ na ralla (sottotitolato: un corno!).
Sempre secondo il Computo Metrico dei Servizi contenuto nel PISIU, il Comune di Cosenza, per nostro conto, spende circa 216.000 euro all’anno per comprare sacchetti, in totale più di un milione di euro nei 5 anni di appalto.
Per chi ha la fissazione ossessivo-compulsiva di fare l’equivalenza calcio-munnizza, possiamo dire che i sacchetti valgono come lo stipendio di cinque Marras all’anno (ma considerate che Marras è regalato al prezzo che paga Gargamella). Però il Cosenza Calcio in questo non influisce, ha i suoi lauti finanziamenti e non abbiamo contezza se sia stolto chi ancora fa questa equivalenza, oppure noi, ma proveremo a capirlo.
Come evidenziabile dagli screenshot oltre 207.000 euro all’anno riguardano i sacchi per la raccolta dell’umido nelle Utenze Domestiche (UD) e sacchi per la raccolta del multimateriale anche per le Utenze Non Domestiche (UND). Poi ci sono i sacchi che servono alle maestranze (spazzamento, cestini stradali, sfalci ecc) che restano ad Eco…logia Oggi e qualcosa va alle Cooperative.
Facciamo presente che secondo i dati forniti nel 2022 per redigere il PISIU, a Cosenza ci sono 39.801 Utenze TARI cioè, 34.840 Utenze Domestiche e 4.961 Utenze Non Domestiche.
Sappiamo che, se regolarmente richiesti, i sacchetti vengono distribuiti semestralmente (anche perché spesso al punto di ritiro non ce ne sono manco a ri-pagarli), pertanto abbiamo fatto questo calcolo.
Considerato che sei mesi sono 182 giorni e che le Utenze TARI sono 39.801, presso il punto di ritiro, quotidianamente, si dovrebbero recare circa 218 persone.
Pensate 218 persone al giorno, un vero e proprio assalto. Stando agli orari di apertura settimanale per sbrigare una persona ci vorrebbero poco più di due minuti, forse manco un robot ci riesce. Soprattutto perché non c’è niente di digitale, i documenti sono le vecchie fotocopie compilate a mano.
Noi invece sappiamo che a ritirare i sacchetti della raccolta differenziata si recano – in media – al massimo tre o quattro persone al giorno.
Se il flusso fosse stato quello preventivato, non sarebbe bastato un solo operatore.
Per questo chi ha redatto il PISIU ha disposto l’acquisto di quattro distributori automatici, che però ancora non sono pervenuti, anche se li stiamo pagando già da un anno.
Con questi numeri e vista la scarsa propensione dei cittadini all’uso dei sacchetti comprati dal Comune, dovrebbe essere chiaro che i sacchetti per le deiezioni dei cani non sono gratuiti. Altrochè!
Bisognerebbe finirla di trattare i cittadini come si trattano le galline quando gli si elargiscono i propri scarti di cibo insieme ad un paio di manciate di miglio (pio-pio-pio-pio).
La gente deve essere informata correttamente e deve sapere cosa gli è dovuto, non per grazia ricevuta ma perché ha diritto.
Definire poi, collaborazione, quella con Eco…logia Oggi è altro fumo negli occhi.
Eco…logia Oggi non regala niente a nessuno, ha vinto (sic!) una gara d’appalto – la terza consecutiva – quindi deve fornire beni e servizi al Comune di Cosenza, questo non lo diciamo noi, è regolato dal PISIU. Poi lasciamo stare se ha fallito gli obiettivi del precedente
Bando, qui a Cosenza – per qualcuno – tutto è permesso, Guarascio è n’amicu!
Ma dai, vi immaginate se tutto fosse come viene descritto? Trovando al punto di ritiro oltre 200 persone che devono prendere i sacchetti per la differenziata, ci sarebbe da fare a pugni per far cagare il cane civilmente. Ma per favore!
Sappiamo tutti che migliaia e migliaia di Utenti non si recano a prendere i sacchetti, quindi non si barattano oltre duecentomila euro di sacchetti della differenziata non distribuiti, in cambio dei sacchetti per la cacca dei cani che varranno qualche centinaio di euro.
Sappiamo anche che oltre all’incriscianza, la ragione per la quale i cittadini non prendono i sacchetti da Ecologia Oggi è riconducibile alla totale assenza di comunicazione. Sì è così, molti non lo sanno.
Quante sono state le campagne di comunicazione fatte da Ecologia Oggi in oltre dodici anni di gestione?
Ve lo diciamo noi. Solo due. Precisamente ad inizio di ogni gestione quinquennale e questa delle “deiezioni canine” sarebbe la terza campagna di comunicazione
Anche qui ci viene in soccorso il Computo Metrico dei Servizi, dalla ricostruzione screenshot, alla voce Comunicazione Visiva Urbana, possiamo vedere che più di diciottomila euro all’anno sono dedicati alla comunicazione, escluse altre voci che sono dedicate alla comunicazione permanente, tipo adesivi sulle attrezzature, per errati conferimenti e per i mezzi, l’APP e il sito web (sic!) ecc.
Tocca precisare che le voci di spesa dello screenshot non sono vincolanti, ma sono minime, cioè possono essere state rimodulate alla presentazione della buste o anche prima della
firma del contratto ma eventualmente devono essere migliorative. Quella che non è rimodulabile – esclusa la percentuale di ribasso – è la cifra totale della voce di spesa. Cioè, siccome non abbiamo visto nessuno dei supporti comunicativi citati in griglia, siccome tutti sanno che siamo a dir poco sospettosi, possiamo dire, senza usare il condizionale, che per la Campagna dei sei giorni, abbiamo speso diciottomila euro. A questo forse si possono detrarre le fatture che il Cosenza Calcio (cioè l’altra tasca di Guarascio) ha emesso ad Ecologia Oggi per la fantomatica sponsorizzazione “fai la differenziata”. Tuttavia non sappiamo se questa possa essere contemplata come Comunicazione Visiva Urbana, forse per il Dirigente del Comune sì. Precisiamo che tutte le cifre indicate sono al netto, cioè senza IVA, sottolineiamo che per il Comune l’iva NON è una partita di giro, ma una spesa viva.
Ci fermiamo qui, per ora. Anche se volessimo commentare ancora.
Riteniamo però sia meglio per chi legge, farsi una propria idea. Queste, sono solo una parte delle cifre spese dalla nostra classe dirigente in combutta con l’amministratore di turno, e servono a pagare – con i nostri soldi – servizi spesso mai espletati. Senza pudore!
A seguire il quadro completo, diviso per super categorie, della voce di spesa Servizi di igiene urbana comunque soggetti a ribasso. Il ribasso calcolatelo voi, noi vi possiamo dire che trovare atti sull’Albo Pretorio è un’impresa – hanno uno storico di 6 mesi, manco in Libia – della serie trasparenza saltami addosso.
Abbiamo scritto dei costi dei sacchetti e della comunicazione, proveremo in futuro ad allargare il campo, voce per voce.
Concludiamo con una riflessione sull’equivalenza calcio-munnizza. Dalla griglia possiamo leggere che gli utili d’impresa di Ecologia Oggi si aggirerebbero intorno al 6%, vale a dire circa 500.000 euro netti. Sembrano pochini per gestire una società di Serie B. Quelli più maliziosi di noi potrebbero giustamente dire che Ecologia Oggi non effettua un sacco di servizi, quindi risparmia tanti soldi, e noi non lo neghiamo, lo abbiamo appena scritto.
Come abbiamo scritto di tutto su Gargamella e non ci tireremo mai indietro a rifarlo, ma sempre e a ragion veduta, mai dicendo bugie. Quindi chiediamo agli ossessivi-compulsivi, ma quanti milioni pensate sia possibile sottrarre non espletando servizi del PISIU? Avete visto quanto costa il Cosenza seppur tirchiamente gestito da Guarascio?
L’equivalenza calcio-munnizza certamente teneva il 2011, quando senza regole, l’amministrazione dei rifiuti veniva gestita ancora peggio che oggi, tanta è stata la pila spesa senza controllo.
Quando il Cosenza era in serie D, potremmo dire che quei 500.000 euro, sommati ai servizi mai espletati, sarebbero stati fondamentali affinchè Guarascio non mettesse un euro. Poi sono arrivate le gare, in quella del 2012 addirittura la stazione appaltante fu il Consorzio Valle Crati, capirete la trasparenza! Dal 2017 la stazione appaltante delle gare è stata il Comune, cambia poco in termini di trasparenza.
Fortunatamente la sonata è cambiata, in meglio per Guarascio ma anche per noi, da quando il Cosenza Calcio è in serie B, prende i suoi lauti finanziamenti dalla Federazione e dai diritti TV, da altre sponsorizzazioni e dal mercato calcistico.
Chi vuole potrà comunque restare stolto – pur se non ha più tredici anni e non fuma neanche gli spinelli, tanto per citare i Nuclei Sconvolti – pensare che senza appalto dei rifiuti Guarascio molla il Cosenza e che senza appalto non ci siano calciatori. Chiunque potrà continuare ad incazzarsi quando Guarascio racconta la balla che il Cosenza, per lui, è un hobby. Noi continueremo a pensare che per Guarascio, il Cosenza sia un affare, anche perchè normalmente le persone spendono pure il denaro che non potrebbero per i propri hobby, certamente non ci guadagnano.