In un contesto politico e giudiziario già segnato da numerose controversie, emerge la figura dell’avvocato Sandro D’Agostino, penalista noto per aver difeso esponenti di spicco dei clan di ‘ndrangheta di Tropea e Limbadi. La sua carriera è un intreccio complesso tra politica e legami professionali con ambienti mafiosi, sollevando interrogativi sull’opportunità di continuare a ricoprire l’incarico di Presidente del Cda del Porto di Tropea.
D’Agostino è stato capogruppo di maggioranza nel 2011 nella giunta Repice, rappresentando il Partito Democratico. Durante l’amministrazione Rodolico, sciolta per mafia nell’agosto 2016, ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio comunale ed ex assessore del comune di Tropea con delega al turismo, sempre in quota Pd.
Il 2018 segna un momento cruciale nella carriera politica di D’Agostino, che cambia bandiera e partecipa alla manifestazione elettorale di Giuseppe Mangialavori di Forza Italia presso l’Hotel Tropis di Tropea, appoggiandone la candidatura al Senato. La sua presenza è stata notata anche durante la prima presentazione pubblica della lista del candidato a sindaco di Forza Tropea, Giovanni Macrì, alla quale ha partecipato ovviamente anche Mangialavori.
A seguito dell’elezione a sindaco di Giovanni Macrì, non è passato inosservato il fatto che, con decreto sindacale del 5 dicembre 2018, D’Agostino sia stato nominato Presidente del Porto di Tropea, pagando così la cambiale elettorale per l’appoggio ricevuto da D’Agostino e compagni. La nomina ha suscitato polemiche poiché D’Agostino non aveva competenze specifiche in merito alla gestione portuale, ma ha ottenuto un lauto compenso annuale. Non dimentichiamo che il porto di Tropea, oltre ad essere centro di interessi sconosciuti ai cittadini, è oggetto di interesse delle locali cosche, come risulta da diverse inchieste della DDA e processi in corso, nei quali lo stesso D’Agostino è difensore.
Il futuro amministrativo di Tropea si presenta gattopardiano. L’amministrazione di Tropea sembra quindi seguire un copione gattopardiano, in cui tutto cambia affinché nulla cambi realmente. Giovanni Macrì di Forza Italia, da consigliere comunale d’opposizione, aveva promosso un ricorso contro lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione Rodolico del Pd. Oggi, l’ex sindaco del Pd Rodolico lancia velatamente la sua ricandidatura a sindaco, suggerendo una possibile alternanza tra le stesse figure già compromesse in passato. Viste le vicende, D’Agostino sembra giocare il ruolo di staffetta e garante.
Il futuro amministrativo di Tropea si presenta incerto e ombroso, segnato da legami opachi tra politica e criminalità organizzata. La cittadina, nonostante tutto, resiste, forte della sua gloriosa storia e della speranza di un cambiamento reale. Tuttavia, l’attuale situazione suggerisce che per Tropea, “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.