Cosenza, il cazzaro assolto per le false missioni: noi non moriremo servi occhiutiani

Squillino le trombe e pure i trombati in onore del cazzaro per eccellenza e per antonomasia per la sua assoluzione in secondo grado… Almeno quella, che di questi tempi non si sa mai! Sono stati mossi i mari e i monti del mondo (corrotto) della comunicazione “locale” per “pompare” una non notizia: Mario Occhiuto è stato assolto in secondo grado per peculato. Ha iniziato la televisione localissima, storicamente legata alla famiglia Occhiuto (padre, madre, fratelli, sorelle e pure qualche zio…), amica degli amici e che proprio il cazzaro, anni fa, ha fatto anche fallire non pagando neanche tecnici e giornalisti ridotti sul lastrico… Teleuropa – o se preferite Ten – ha addirittura aperto i telegiornali di tutta la giornata con questa non notizia. Il direttore aveva quasi le lacrime agli occhi mentre la comunicava ai suoi telespettatori.

Naturalmente tutti ricorderanno la vicenda: le false missioni fatte in tre anni da Mario Occhiuto ai “bei tempi” nei quali era sindaco, utilizzando l’economato come un bancomat per i fatti suoi. Il cazzaro, come da scontato copione, si era “difeso” dicendo che non ne sapeva nulla e che se c’era stata qualche ruberia era stato… qualcun altro ovvero il suo ex segretario Giuseppe Cirò. Che però è stato assolto anche lui! E siccome quello che dice Occhiuto nel porto delle nebbie è… legge, è stato assolto anche in secondo grado. Capirai che notizia! La notizia semmai sarebbe andare a capire dove sono finiti i soldi e noi una mezza idea ce l’avremmo, considerate le assoluzioni a tavoletta – oseremmo quasi dire a mazzetta – del Tribunale cosentino. 

Dopo pochi minuti tutti o quasi i media di regime si sono accodati nel pubblicare con grande risalto la grande assoluzione dello sputtanatissimo senatore della Repubblica. Peccato che tutti questi grandi servi non c’erano o facevano altro quando Mario Occhiuto è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione con l’accusa di bancarotta fraudolenta per traffici vari con soldi pubblici. Sì, certo, si tratta sempre di “condanna pilotata” per farla andare in prescrizione ma vivaddio come si fa a ignorarla…

E dov’erano i servi di Occhiuto quando il 5 ottobre 2023 il cazzaro ha subito un nuovo rinvio a giudizio per la stessa ipotesi di reato (bancarotta fraudolenta) e a partire dal prossimo 5 dicembre sarà processato sempre dal Tribunale di Cosenza e sempre in relazione alla sua attività di architetto e imprenditore? Sì, certo, lo sanno tutti che si tratta di processi-farsa o barzelletta ma sempre processi sono…

E ancora peccato che tutti i “giornalini locali” non c’erano quando il Gup del Tribunale di Roma ha rinviato a giudizio Mario Occhiuto nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm capitolino Alberto Galanti, per associazione a delinquere transnazionale. Tutto partito dalle indagini per i rapporti tra l’ex sindaco di Cosenza, l’ex ministro per l’ambiente Corrado Clini e la sua compagna Martina Hauser (entrambi arrestati a suo tempo), componente della giunta di Palazzo dei Bruzi nella prima fase della consiliatura guidata dal grande architetto. Certo, anche questo processo “cammina” alla velocità di Occhiuto quando prova ad allungare il passo ma sempre un processo è…

Oggi anche i trombati, come Francesco Caruso (la sua controfigura “candidata” a perdere con Franz Caruso) esternano la loro felicità per l’assoluzione del “padrone”. Alcuni dicono che piangeva dalla felicità… Tutti i tromboni e i trombati sono tornati occhiutiani ferventi in attesa di sedersi al tavolo ghiotto del Comune Unico “parato” per un posto di lavoro da dare all’architetto Occhiuto, visto che il mandato al Senato sta per finire e c’è urgenza di spedirlo da qualche altra parte, essendo disoccupato parassita e… fallito. E quale posto migliore che… il Comune Unico di Cosenza. Eppure, c’è ancora tanta gente che non ci sta a  morire “occhiutiana” e venderà cara la pelle. Fino all’ultima “assoluzione pilotata”.