Cetraro. Chiuso l’ennesimo locale per frequentazioni mafiose. Il silenzio del Comune

Chiuso l’ennesimo locale per frequentazioni mafiose a Cetraro. Il silenzio del Comune

Nel giro di pochi mesi due esercizi pubblici sono stati sospesi su segnalazione dei carabinieri per sospette frequentazioni di uomini del clan a Cetraro. l provvedimenti sono stati emessi entrambi dal questore della provincia di Cosenza su richiesta della locale Stazione Carabinieri, in quanto da numerosi controlli é emerso che alcuni frequentatori degli esercizi commerciali fossero ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, essendo personaggi di rilievo delinquenziale.

Ma ciò che stupisce di tutta questa vicenda é il silenzio totale degli amministratori del Comune di Cetraro, i quali sono pronti a pubblicare processioni politiche in quel che resta dell’ospedale civile, oppure fare foto per auto esaltarsi rendendosi ridicoli all’opinione pubblica. La cosa grave è che il primo dei locali chiuso dal questore é di proprietà proprio del Comune di Cetraro che lo ha dato in concessione e di cui avrebbe dovuto tenere il controllo sia per gli oneri concessori(…) sia per la tenuta dell’ordine pubblico.

Ma questi amministratori hanno preferito non vedere e non sentire come nella migliore tradizione omertosa. Il primo locale chiuso, dopo aver ottenuto di riprendere l’attività commerciale, ha deciso di chiudere battenti e nulla si sa di ciò che farà l’amministrazione comunale lasciando sguarnito palazzo Del Trono che è l’edificio comunale che ospita il museo ed un giardino dove prima che arrivassero questi barbari si organizzava una rassegna jazz di altissima qualità. Ma, si sa, intervenire in questi casi significa difendere una parte contro l’altra. Insomma, non ne vogliono proprio sapere di dare un colpo alla criminalità organizzata, vivacchiano alla giornata, è l’unica cosa che aspettano è la fine del mese quando, ormai da quattro anni, potranno intascare ricche indennità dopo aver dichiarato il dissesto del Comune. Come dice Don Masino, e jativinni ara casa però!