Catanzaro. La mafia dei boschi sosteneva Mancuso e Santacroce alle Regionali 2020: la perizia sui cellulari e il fascicolo della Dda

Mancuso e Santacroce

La Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catanzaro ha presentato una perizia sui cellulari degli imputati nel processo sulla mafia dei boschi, rivelando l’interesse dei clan nelle elezioni regionali. Le chat mostrano possibili appoggi ai candidati Filippo Mancuso e Mario Santacroce, che non sono indagati. Lo rivelava Il Quotidiano del Sud in un articolo di Antonio Anastasi a luglio del 2024. Oggi Filippo Mancuso e Mario Santacroce, come da scontato copione, sono ricandidati al Consiglio regionale come se niente fosse accaduto e con le loro solite facce di culo che vedete immortalate in alto.  

Nel fascicolo processuale compaiono le conversazioni degli imputati che suggeriscono un presunto supporto elettorale per Mancuso, presidente del consiglio regionale della Calabria, e per Santacroce, ex consigliere regionale. Questi politici non sono sotto inchiesta, ma i dati emersi durante l’udienza preliminare a carico di 73 persone, presumibili membri delle cosche della Sila catanzarese e dei loro alleati del Crotonese, gettano ombre sulle elezioni.

Uno dei pentiti, Mario Gigliotti detto “Capozza”, ha ritirato la sua collaborazione a causa di minacce alla sua famiglia. I collaboratori di giustizia hanno anche fornito prove su vecchi omicidi, come la moto che potrebbe essere stata usata per l’assassinio del dipendente comunale Silvano Talarico nel 2008. Le conversazioni tra affiliati e i contatti con i clan del Crotonese e la criminalità rom catanzarese rivelano una “zona grigia” nei cellulari esaminati.

La perizia della pm Veronica Calcagno include un fac simile della scheda elettorale che promuoveva Mancuso, candidato con la Lega alle regionali del 2020. L’ex sindaco di Cerva, Mario Marchio, coinvolto nell’operazione Karpanthos, inviò un messaggio a Pietro Paolo Scalzi, uno degli imputati, promuovendo Mancuso. Marchio, più volte citato dai pentiti per concessioni di lavori pubblici in cambio di voti, cercava supporto elettorale tramite messaggi a Scalzi.

Le comunicazioni di Gigliotti, che ha deciso di non collaborare più con la giustizia, sono state analizzate per il suo rapporto con Santacroce, ex sindaco di Albi e candidato con Coraggio Italia. Santacroce aveva chiesto il sostegno elettorale a Gigliotti nel settembre 2021 e aveva ricevuto rassicurazioni in merito. Santacroce inviò articoli e messaggi di auguri a Gigliotti e gli comunicò di trovarsi nel suo studio a febbraio 2022.

Santacroce, non indagato in questo procedimento, era stato iscritto nel registro degli indagati per un’altra inchiesta denominata Big Bang, ma la sua posizione è stata stralciata e non è più coinvolto nel processo, ormai arrivato a condanne in Appello. Anche se i politici non sono indagati, le chat depositate mostrano l’interesse della mafia dei boschi per la politica. E noi non possiamo far altro che ricordarlo agli elettori, che speriamo non votino queste due facce di bronzo o di culo, a vostra scelta…