Catanzaro, “totem” musicale in terrazza e poca piazza

CATANZARO, “TOTEM” MUSICALE IN TERRAZZA E POCA PIAZZA
di JOHN NISTICO’

Il “bernoccolo” digitale spuntato all’ improvviso anche qui a Catanzaro, pone ardua la questione: il sindaco Fiorita ha, dunque, scoperto la musica o la musica allo scoperto?
Il primo cittadino, ancora pregno di “barcollante” campagna elettorale on-line, sperimenta, tra l’altro, prove tecniche di trasmissione, reinventandosi, suo uso e “costume”, una nuova isola: quella “musicale”.
Ci si era accorti che questa minuscola euforia “comunale” tendesse a proliferazioni di natura “artistica” e poco “urbanistica”, ma mai così ridotte allo “sbaraglio”.
La stagione estiva si è ormai inoltrata con risaputi silenzi e vuoti di memoria, dopo aver recapitato al Comune di Catanzaro l’importanza di “liberalizzare” l’arte sulle tante piazzette e non solo a “lido” in terrazza, avendo avuto, così, legittima premonizione su questo “primo” caso.

Trascorsi tanti mesi dal miope “incontro” e sterile sollecitazione via mail per coordinamento di rassegne all’ aperto ovunque in città, apprendiamo che quest’ anno, a differenza dei precedenti, la musica è divenuta “sfinita” per il “cambiamento” che adisce lunghe liste d’attesa con previa prenotazione dei “concorrenti” diretti al “successo” dei talent. L’aver predestinato, ancora ad oggi, un solo spazio per i giovani artisti “emergenti”, che oltre al quotidiano uso di stragrandi e seguitissime piattaforme digitali, hanno, peraltro, raggiunto a pieno merito una tale destrezza mediatica a pochi sfuggita, non sarà altro che l’avvio di quel pellegrinaggio su Piazza Saliceti come “miracolo” di un successo a breve scadenza o addirittura “differenziato”?

La cosa più sconvolgente ma, per fortuna, non disarmante, ci induce a riflettere sul fatto che i numerosi e restanti figure rilevanti, siano privati/e di “partecipare” proponendo alternative con programmi ed esperienza senza dover assistere alla condizione così “imposta” sui principali valori della nostra democrazia, subendo questa mutazione dei diritti che si auspica possano essere oggetto di attenzioni Ministeriali al di sopra delle tante parti in “causa”. Catanzaro ha notoriamente ingegno e qualità esperenziali, tanto da poter produrre e recuperare anni di arte sui contenuti, ma è incomprensibile la gestione che l’assessore alla Cultura Daniela Monteverdi svolge solo in minima parte.

Si dovrebbe dare più ascolto e più possibilità adoperando le moderne tecniche digitali di “produzione”, divulgazione, sensibilizzazione e condivisione, inserendo, di fatto, il maggior numero di “artisti” facendoli addivenire immagine “rappresentativa” verso il territorio nazionale ed oltre. Nella terra dei “cuochi”, delle cene e dei sapori, occorrerebbe aggiungere una “totale visione” delle cose, manifestando l’autentico interesse per quei giovani emergenti senza dimenticare uomini e donne che hanno segnato grandi passi di storia artistica, mai assoggettati ad alcun tipo di “mantra” politico.

L’invenzione “Openstage” senza copertura lasciata “bollire” in terrazza sotto il sole e prossime piogge, nonostante la sua sofisticata costruzione, pone, come spesso accade, il “ragionevole” dubbio sul suo stesso deterioramento. Vige, allora, ogni esclusione di rischiosa pericolosità verso chiunque si avvicini e ne farebbe uso senza i preventivi controlli, se trattasi di dispositivo elettrico in aperta “terrazza” e a ridosso dei passanti e dei bambini. Una città che attende ancora la “vera” arte di strada, per il grande salto che in tanti riescono a fare passando proprio “DALLA STRADA AL PALCO” come nell’attualissima e ben nota trasmissione condotta da Nek vedi RaiUno. L’ impegno e il dovere istituzionale garantiscano la civiltà inclusiva contro quella “illusoria’ per soccombere allo sfregio dell’arte “distratta”.