Calabria. Arzura 13: “Assetati e arsi nella nostra terra che si trasforma in polvere e sabbia smosse dalle pale eoliche”

Arzura 13

di Gioacchino Criaco 

Infinita, intramontabile, possente da seccare la pelle, spolparci la carne e tra mille anni restituirci ai posteri: ossa di animali primordiali esposti al sole implacabile dello Jonio. L’estate per sempre, dovrebbe viaggiare sulla 106 in un moto perenne, seccare oleandri e agavi e ingannare la puzza d’immondizia con spruzzi di gelsomino. Un caldo assediante di giorno e tregue notturne brevissime. L’inverno è un incubo già svanito impossibile solo da sognare, chi non ci sta si sposti, smetta di invocarlo a latitudini sudicie. Smettete di frequentarci, allontanatevi se anelate gelidi brezze. Lasciateci a boccheggiare sotto le palme e i canneti, lasciateci imploranti, assetati e arsi nella nostra terra che si trasforma in polvere e sabbia smosse dalle pale eoliche.
La foto è dell’eterno arsurato Antonello Scotti