Lettere a Iacchite’: “Ferragosto a Capo Vaticano”

Egregio direttore,
oggi le scrivo per mostrare a lei e al mondo intero che in Italia, in Calabria e ancora più a Ricadi, viviamo nell’ anarchia più assoluta. Le regole, come si suol dire,  per i cittadini comuni vanno applicate ma per “gli AMICI” vanno interpretate o “meglio” ancora CALPESTATE!
Se vuoi fare un bagno a mare non trovi un parcheggio per lasciare l’auto se non quelli privati,  un fazzoletto di spiaggia dove piantare l’ombrellone o un telo perché ormai è tutto in mano ai “…privati”, le piazze, come dimostra questa foto del grazioso borgo di Santa Maria, è stata trasformata in un ristorante a cielo aperto e non puoi nemmeno fare due passi o sederti su una panchina o fare divertire i bambini in uno spazio al sicuro dalle auto, insomma qui tutto è possibile ma solo se sei un AMICO o ancora solo un AMICO degli AMICI.
Vorrei che qualcuno ci dicesse chi ha autorizzato tutto ciò e se nessuno ha autorizzato, come spesso accade in casi simili, i vigili urbani dov’erano? Soffrono di miopia o….? Probabilmente erano impegnati a gironzolare con i quad e a sorseggiare qualche bevanda fresca in qualche locale di qualche amico e forse la bevanda doveva essere alcolica al punto tale da annebbiargli la vista per cui queste schifezze non potevano vederle mentre vedono bene il poveraccio di turno che lascia l’ auto 2 minuti in più in uno dei tanti parcheggi a pagamento (perché le strisce bianche ormai sono una chimera) e lo multano salatamente con rigore perché per chi non ha santi in paradiso LE LEGGI vanno applicate col massimo rigore.
Poi ci si lamenta che i giovani, i migliori giovani, preparati ,studiosi,  educati, rispettosi dell’ ambiente e del prossimo vanno via da questa terra e lo fanno perché consapevoli di rifiutare queste regole per i “nessuno” e quindi sporcarsi la coscienza diventando complici di tale scempio.
Sono deluso e nauseato di tutto ciò e facendo il mea culpa mi rendo conto che involontariamente ho contribuito anch’io a questo andazzo generale stando qui a combattere contro i mulini a vento mentre avrei dovuto fare anch’io le valigie e cancellare dalla mente questo paese così bello ma al tempo stesso così maledettamente schiavo dei propri mali.
Cordiali saluti
Mirenzini Sergio