“Crotone, una crisi ambientale lunga 23 anni”

Crotone, una crisi ambientale lunga ventitré anni

Il 1° agosto 2024, con l’emanazione del Decreto Ministeriale, è stata scritta un’altra pagina drammatica della storia della bonifica di Crotone. Una storia iniziata ventritré anni fa.

Era il 2001 quando le aree industriali dismesse di Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria furono dichiarate Siti di Interesse Nazionale (SIN) con un decreto legislativo del Ministero dell’Ambiente (n. 468/2001). Quella che sembrava essere una decisione cruciale per il risanamento ambientale e la tutela della salute pubblica si è trasformata in una vicenda interminabile, caratterizzata da ritardi, progetti fallimentari e incertezze burocratiche che hanno paralizzato ogni intervento. Oggi, a distanza di 23 anni, quella bonifica che doveva essere “urgente” appare più come l’ennesima “incompiuta alla calabrese”, anzi, in questo caso “sempre annunciata e mai iniziata”.

Il caso di Crotone è un doloroso promemoria di come l’inerzia politica e la mancanza di azioni concrete possano trasformare una crisi ambientale in una catastrofe sanitaria, con conseguenze devastanti per la vita delle persone e l’integrità del territorio, lo testimonia chiaramente il VI Rapporto “Sentieri” (del 23 febbraio 2023) sullo stato di salute della popolazione residente in 46 aree contaminate del Paese, di cui 39 Sin e 7 Sir per un totale di 316 Comuni. Tra i siti oggetto dell’indagine figura il SIN di Crotone e Cerchiara di Calabria, i dati mostrano complessivamente un profilo di salute con diverse criticità e si rilevano eccessi di rischio per patologie tumorali e renali, per alcune delle quali è comprovato o sospettato un legame eziologico con i contaminanti rilevati nelle matrici ambientali epidemiologico.

All’interno dell’area Sin, Eni Rewind è proprietaria di una superficie pari a 71,5 ettari, corrispondente agli stabilimenti ex Pertusola, ex Agricoltura e ex Fosfotec, successivamente dismessi. Sono le aree che hanno ospitato le industrie storiche della città pitagorica (Ex Enichem ed ex Pertusola Sud). Parte dei residui di lavorazione prodotti dai tre stabilimenti venivano stoccati nelle aree adiacenti, poste lungo la fascia costiera oggi identificate come “discariche fronte mare” ex Fosfotec ed ex Pertusola.

Con sentenza definitiva del Tribunale di Milano del 24 febbraio 2012, Eni Syndial S.p.A. (oggi Eni Rewind) venne ritenuta responsabile e quindi condannata per accertato “danno ambientale” causato dal deposito ed occultamento nel sottosuolo di materiale nocivo derivante dalle scorie delle produzioni industriali.

Il 24 ottobre 2019 veniva approvato il Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2 che prevedeva da parte di ENI, anche su indicazione del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), l’asporto ed il trasferimento, fuori dalla regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica pericolosi, tra cui NORM e TENORM con amianto, e successivamente con Decreto Ministeriale n°7 del 3 marzo 2020 veniva approvato il Piano della Bonifica Fase 2. Nonostante tale accordo, ENI proponeva, in un secondo momento, di lasciare i rifiuti speciali pericolosi nel territorio di Crotone trasferendoli a distanza di pochi chilometri, ovvero in una discarica privata in località Columbra, adiacente a tre zone abitate.

Ci aveva già allarmato la posizione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) che, in merito alla Variante al POB Fase 2  “Realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti TENORM con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della Discarica ex Fosfotec Farina – Trappeto all’interno del sito Eni Rewind di Crotone” fissava una nuova riunione della Conferenza dei Servizi per il 17 giugno scorso, seppure si fosse già pronunciato con un “provvedimento di conclusione negativa del procedimento” in data 11 maggio 2023.

Ci ha allarmato, altresì, la tempistica dei provvedimenti che si sono succeduti negli ultimi mesi:

il 12 marzo 2024 è stato modificato il Piano di Gestione dei Rifiuti Regionale, solo tre giorni dopo, il 15 marzo 2024, Eni Rewind chiedeva la convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi, presentando un piano di bonifica che contraddiceva gli impegni precedenti: i rifiuti pericolosi sarebbero stati lasciati a Crotone. Questa proposta, che fino a pochi anni fa sarebbe stata inaccettabile, è stata sorprendentemente approvata dal Ministero dell’Ambiente col Decreto del 1° Agosto.
Il Comune, la Provincia di Crotone e la Regione Calabria hanno dichiarato l’intenzione di impugnare davanti al Tar il decreto con il quale il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha dato il via libera ad Eni Rewind per smaltire le scorie della bonifica dell’area industriale dismessa nella discarica Sovreco di Crotone.

Sinistra Italiana chiede conto a tutti gli Enti coinvolti chiarezza su quanto avvenuto e fermezza sulle azioni che si intendono portare avanti e preannuncia una forte iniziativa sul territorio: a Crotone, una città segnata da anni di inquinamento industriale, la popolazione ha lottato disperatamente contro le conseguenze di una crisi ambientale e sanitaria trascurata per troppo tempo.

Il risanamento ambientale del territorio crotonese non è più procrastinabile.

 

Lamezia T. 19 Agosto 2024                                                   Il Segretario Regionale

                                                                                            On. Fernando PIGNATARO