Cosenza, sanità venduta. Quando i colpevoli diventano… paladini

Quando i colpevoli diventano paladini: l’ipocrisia di chi denuncia il degrado della Sanità che ha contribuito a creare Franco Pacenza, Nicola Adamo, Carlo Guccione, Giuseppe Ciacco… 

dalla pagina FB di Francesco Febbraio 

È paradossale e alquanto ipocrita che coloro i quali hanno avuto un ruolo diretto nel deterioramento del sistema sanitario calabrese si ergano ora a difensori del sistema che essi stessi hanno indebolito.
(Ricordate l’operato del D.G. Mauro, alias “il depresso” (cit. Iacchite’), voluto da Mario Oliverio e Franco Pacenza, giusto per fare un esempio). 

Questa retorica del finto paladino non è solo un insulto all’intelligenza dei cosentini, ma rappresenta un ciclo vizioso che impedisce ogni reale progresso. Coloro che per anni hanno usato la sanità pubblica come terreno di conquista politica e personale si presentano ora come i salvatori di un sistema che hanno essi stessi sfruttato e distrutto, cercando di scaricare le responsabilità altrove.

Tuttavia, la colpa non ricade solo su queste figure. Se la sanità calabrese versa in condizioni critiche, è anche perché i cittadini hanno permesso per troppo tempo che la mala gestione e la corruzione dilagassero, forse anestetizzati da promesse vane e compromessi. Ma è proprio in questo vuoto di responsabilità civica che si annida la possibilità di un cambiamento.

È ora che i cosentini, consapevoli del proprio potere, riprendano in mano la capacità di decidere il proprio destino. Non devono più delegare ciecamente, né accettare come inevitabile la malapolitica che ha avvelenato i servizi pubblici essenziali come la sanità. Il vero cambiamento non può nascere dai soliti attori che cercano di rifarsi una verginità politica, ma deve venire da una nuova consapevolezza civica, un rinnovato senso di comunità e di giustizia.

I cittadini devono unirsi e far sentire la propria voce, pretendendo trasparenza e competenza, rifiutando logiche clientelari e voti di scambio. Solo con un impegno diretto e costante, con una partecipazione attiva e informata alla vita politica, sarà possibile ristabilire un sistema sanitario degno, che metta al centro il bene comune e non gli interessi di pochi.

Non possiamo più permetterci di essere spettatori passivi di un dramma che ci riguarda da vicino. La rinascita della sanità calabrese — e della politica in generale — dipenderà da quanto i cittadini saranno disposti a rivendicare il proprio diritto a un futuro migliore, non attraverso le mani dei soliti noti, ma attraverso la propria responsabilità e azione collettiva.