La prima cosa che salta agli occhi di un qualsiasi medico legale che si approccia a un caso come quello di Lorica, costato la vita alla giovane cosentina Ilaria Mirabelli, è che ci sono palesi incongruenze tra quanto dichiarato dai testimoni nell’imminenza dei fatti e l’autopsia.
Partiamo dallo stato dell’autovettura Volkswagen Up, che ci dà la possibilità immediata di esaminare due aspetti. Il parabrezza dell’auto è devastato ma è rimasto integro e quindi la proiezione del corpo di Ilaria all’esterno non può essere partita da lì: dev’essere per forza uscita da un’altra parte, con ogni probabilità dal sedile lato passeggeri. O volontariamente oppure per la “violenza” del presunto impatto.
Il secondo aspetto è la notevole differenza che si trova tra la parte superiore con il parabrezza danneggiato e scheggiato e il tetto ammaccato e la parte inferiore, dove il cofano motore è addirittura intatto e praticamente integro. Difficile capire come ci possa essere una simile configurazione se l’auto davvero si fosse ribaltata più volte determinando la morte di Ilaria.
Nei casi di investimento, si ha il caricamento del corpo del pedone, che viene proiettato verso l’alto, batte contro il parabrezza e tocca infine la parte alta del tetto della macchina prima di cadere a terra. Mario Molinari, denunciato formalmente dalla famiglia di Ilaria con le ipotesi di reato di omicidio volontario e/o stradale, dice che guidava la ragazza ma le lesioni che ha subito non sono affatto compatibili con una persona che stava conducendo un mezzo.
Passando poi all’incidente probatorio, l’aspetto fondamentale è sapere quali saranno i quesiti che porrà il pm. Il magistrato dovrebbe chiedere ai consulenti di chiarire epoca, cause e mezzi del decesso. Tuttavia, non è affatto scontato che saranno questi i quesiti e neanche se questo importante strumento di giustizia sarà consentito. L’incidente probatorio, infatti, viene deciso in ogni caso anche dal Gip, giudice terzo e man mano che passano le ore non è per niente certo che la pm Donato e la procura siano propensi a chiederlo al Gip…
La maglietta celeste di Molinari potrebbe essere fondamentale per capire chi era alla guida. Intanto, è stata repertata sul lato dell’autista e già questa è una mazzata. Ma potrebbe contenere anche altre tracce e di varia natura che possano portare alla luce una storia. Un litigio, una colluttazione: strappo, tracce di terra o di erba, tracce biologiche. O ancora indizi di altro tipo. E c’è un altro particolare, non certo secondario, che rende la vicenda addirittura grottesca. Pare che Mario Molinari non avesse con se la patente di guida per un semplicissimo motivo: gli è stata ritirata. Ma non si ha ancora certezza del particolare e delle motivazioni alla base del provvedimento, che comunque l’avvocato della famiglia Mirabelli potrà agevolmente accertare con un semplice accesso agli atti della polizia stradale.
Ma l’aspetto fondamentale è la differenza nella foto frontale dell’auto tra la parte superiore e quella inferiore, assolutamente incompatibile con un ribaltamento. In che modo si è ribaltata o è stata ribaltata l’autovettura? E la rotazione è stata completa o no? Entro lunedì sapremo che pesci piglierà il porto delle nebbie. E sarà la prima importante risposta dei poteri forti al giallo di Lorica.