Tropea. Gestione degli spazi pubblici, gli strani casi dei ristoranti Sublime e Villa Adua. Inchiesta sul principato della bruttezza

Gestione degli Spazi Pubblici a Tropea: Un’Inchiesta sull’Amministrazione Macrì il principato della bruttezza

Tropea, gioiello turistico del sud Italia, ha visto negli ultimi anni una controversa gestione degli spazi pubblici che solleva questioni di legalità e etica amministrativa. Durante il mandato dell’ex sindaco Nino Macrì, la cittadina ha assistito a una proliferazione incontrollata di concessioni di spazi pubblici, spesso a favore di amici e conoscenti, mentre altri cittadini rimanevano esclusi da questa possibilità, a meno di non avere le “connessioni” giuste.

Il centro storico di Tropea, con le sue viuzze pittoresche e piazze storiche, è diventato teatro di una trasformazione che ha privilegiato l’interesse privato rispetto al bene comune. Ci sono ristoranti con uno spazio interno di 20 metri quadrati (comprensivi dei servizi, quando ci sono) che hanno ricevuto una concessione per spazi pubblici tre volte superiori all’area interna, occupando il triplo dello spazio con concessioni per sedute esterne, spesso bloccando passaggi e modificando l’aspetto estetico del luogo.

In alcuni casi, è stato segnalato (basta fare una passeggiata nel centro storico) che attività commerciali hanno costruito pedane in cemento modificando la pavimentazione esistente, creando strutture permanenti che deturpano il patrimonio storico e visivo del centro, in violazione delle norme urbanistiche. Questo scenario è stato possibile grazie alla complicità o alla negligenza di figure chiave all’interno dell’amministrazione comunale, inclusi il comandante dei vigili urbani Papalia e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gabriele Crisafio (sospeso dall’incarico)

Un esempio su tutti è il ristorante Sublime, proprietà riconducibile all’architetto Crisafio, e il ristorante Villa Adua, di proprietà dell’avvocato D’Agostino, ex presidente del porto nominato dal sindaco Macrì. Oltre alla pedana in cemento armato del ristorante Villa Adua, sorgono molti dubbi sulla regolarità urbanistica delle camere realizzate nel giardino del B&B Villa Adua. Entrambi vicini all’ex sindaco Macrì.

Questo modo di gestire gli spazi pubblici non solo ha sottratto bellezza e accessibilità al contesto urbano di Tropea, ma ha anche creato una disparità evidente tra chi può e chi non può usufruire degli spazi pubblici, a seconda delle proprie connessioni politiche. Durante i mesi invernali, inoltre, spazi concessi per l’estate sono stati usati impropriamente come depositi di tavolini e suppellettili) lo spazio concesso anche se pagato in inverno non deve servire per deposito cosi si nega alla comunità l’uso pieno delle aree pubbliche.

Con l’amministrazione comunale di Tropea ora sciolta per infiltrazioni mafiose e gestita da commissari governativi, resta da vedere se e come verranno corrette queste storture. La cittadinanza di Tropea attende risposte e azioni concrete per ristabilire la legalità e l’equità nella gestione degli spazi pubblici, sperando che il nuovo corso possa finalmente valorizzare e proteggere il patrimonio e l’identità di una delle città più belle d’Italia.