Ho appena appreso che per fare un biglietto lupacchiotto per le partite del Cosenza Calcio non solo devi andare necessariamente allo Store, ma devi portare pure il bambino con te. Non bastano i documenti di entrambi gli acquirenti, tra l’altro già “censiti”. Serve proprio il bambino… ciò significa che se un padre decide di portare il figlio con sé allo stadio, non solo deve recarsi nella rivendita magari logisticamente più scomoda di tutte, ma non potrà farlo mentre torna dal lavoro o se magari il bimbo è a scuola. E’ già accaduto purtroppo che tifosi provenienti dalla provincia siano stati costretti a ritornare al paese per prendere il bambino e portarlo allo Store.
A cosa serve imporre questo ulteriore disagio? All’ingresso controllano visi e documenti (già presentati in fase di acquisto) a cosa serve la presenza fisica? E questa nuova, brillante, idea è limitata all’acquisto dei biglietti per i più piccoli o magari viene applicata anche ai biglietti normali? Non è possibile chiedere ad un amico di fare un secondo biglietto, magari per chi non riesce a muoversi? Cosa altro si inventerà il presidente più impopolare della nostra storia per riuscire nell’impresa di superarsi?
Gaetano Azzinnaro









