Cosenza. “Bergamini è stato ammazzato, il racconto di Isabella Internò è totalmente falso”

Oggi in Corte d’Assise a Cosenza il procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio e il pm Luca Primicerio hanno sviluppato la prima parte della requisitoria della pubblica accusa nel processo per l’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini. Alla sbarra Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore del Cosenza, oggi contumace.

OMICIDIO BERGAMINI: “IL MOVENTE E’ UNA QUESTIONE D’ONORE” (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-il-procuratore-di-castrovillari-due-aggravanti-su-tre-sono-pienamente-provate-il-movente-e-una-questione-donore/)

OMICIDIO BERGAMINI, IL PM: “I POLMONI DI DENIS HANNO PARLATO” (https://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-il-pm-primicerio-spiega-come-hanno-ucciso-denis-i-suoi-polmoni-hanno-parlato/)

Un’altra parte importante della requisitoria del pm Luca Primicerio ha riguardato l’incompatibilità della versione del tuffo di Isabella Internò con la ricostruzione della dinamica dei fatti da parte dei carabinieri del Ris. Il primo quesito al quale rispondere è il seguente: dove sta la Maserati di Denis Bergamini? “Qualcuno dice che è parcheggiata nello spiazzo a destra – dice , qualcuno nella piazzola vicino al guardrail: c’è di sicuro una grande e brutta confusione. E dov’è la piazzola?”.

Il pm parte dalla relazione dell’ingegnere Coscarelli, che è un diario di appunti, ma è molto utile per ricostruire il campo dell’evento. “Diciamo subito – spiega – che non c’è luce, c’è un “buco nero” e non si vede nulla… La piazzola poi è in un tratto sterrato, in terra battuta, e la traccia utilizzata dal brigadiere dei carabinieri Barbuscio dalla fine della piazzola al camion per misurare un inesistente trascinamento è falsa. Dopo la parte finale della piazzola c’è un piano di campagna con arbusti e addirittura un canale e quindi non si può parcheggiare un’auto…”.

Primicerio, per rafforzare le prove contenute nella relazione di Coscarelli, mostra anche lo schizzo planimetrico disegnato da Piero Romeo con la collaborazione di Padre Fedele nell’immediatezza dei fatti. Tra i due disegni, che sono quasi perfettamente sovrapponibili, la differenza è minima, solo di qualche metro. I due disegni ci dicono che in quella distanza di circa 60 metri l’auto non ci poteva stare: l’auto, dunque, era parcheggiata all’interno della piazzola e non nella sua parte finale come affermano Isabella Internò e il brigadiere Barbuscio.

A sostegno di queste ipotesi, il magistrato riporta un’intercettazione ambientale tra Isabella Internò e il marito Luciano Conte, che si riferisce al periodo nel quale la donna era stata interrogata dalla procura e aveva già fornito una versione che – citiamo testualmente – “faceva acqua da tutte le parti”. Il marito le chiede: “Ma tu sei andata con l’auto fino a lì (ovvero sul luogo dove è stato trovato il cadavere di Bergamini, ndr)?”. E la risposta è disarmante: “Sì, era lontano…”. Dunque, l’auto era lontana dal luogo in cui Denis è stato ritrovato senza vita. Era lontana almeno 60 metri, altro che trascinamento…

E i carabinieri del Ris? Dalle fotografie dei rilievi appare subito chiarissimo che il camion di Pisano non ha nessuna ammaccatura come invece dovrebbe avere se davvero avesse investito o urtato Bergamini. “L’ultima traccia di sangue che si rileva – spiega il pm – è a 5 metri, dunque considerando lo spazio per una frenata si arriva da 5 a 8 metri. Di quanti metri era lo spazio per la frenata? Considerando una velocità di 29 km/h, ridotta a 22 per la frenata, siamo nell’arco di 3-5 metri e quindi verosimilmente si arriva al massimo a 8 metri…”.

Primicerio si rivolge alla Corte e pone un nuovo interrogativo, al quale è facilissimo rispondere: “Come fa Bergamini a tuffarsi sotto il camion partendo dal guardrail? Non c’è lo spazio materiale: la versione del tuffo è incompatibile con le distanze e dal guardrail non poteva certo buttarsi o ancora peggio tuffarsi…”.

Ce n’è abbastanza per trarre altre e nuove conclusioni alla requisitoria: “La versione di Isabella Internò non solo è incompatibile con le risultanze delle perizie medico-legali ma anche con la ricostruzione della dinamica dei fatti da parte dei carabinieri del Ris e si rafforza ancora di più la convinzione che Bergamini era già a terra morto”.

Ma se ancora non bastasse, c’è anche la testimonianza del camionista Francesco Forte (deceduto nei mesi scorsi per un tumore, come ha rivelato il pm) a dare ancora più valenza alle perizie mediche e al lavoro del Ris. Forte, anche se si decide a parlare dopo molti anni, non ha nessun interesse a nascondere la verità e anzi continua a “resistere” anche dopo aver parlato perché ha paura e deve avere visto qualcosa di più rispetto a quanto ha detto se è vero – com’è vero – che ha richiesto la scorta per essere tutelato: è un teste credibile. E il pm aggiunge che la sua testimonianza non è affatto in conflitto con quella di Panunzio, ovvero l’uomo che accompagna Internò al ristorante “Da Mario” per telefonare. “Forte descrive la scena dell’evento quasi nell’immediatezza dei fatti, quando c’era gente e c’era una sorta di viavai, mentre Panunzio arriva dopo”.

Avviandosi alla conclusione, Primicerio si chiede: “Come viene a conoscenza dell’incidente il brigadiere Barbuscio?”. Il carabiniere, secondo quanto è agli atti, apprende dei fatti alle 19,30 dai carabinieri di Rocca Imperiale che a loro volta lo hanno appreso da una persona che aveva chiamato al numero fisso della stazione. Ergo, c’era movimento, c’era gente. E Forte e Panunzio descrivono due situazioni diverse.

Il camionista

Perché allora il camionista Raffaele Pisano mente? La risposta del pm è semplice: non vuole essere coinvolto, quindi ha interesse a nascondere la verità e forse ha anche pattuito il suo silenzio. Il racconto di Isabella Internò invece non solo è falso per quello che dicono i medici e il Ris ma anche per quello che dice il testimone Francesco Forte.

E poi ci sono tutti i discorsi relativi alla personalità di Bergamini, che a tutto poteva pensare tranne che… a suicidarsi. Sui suoi conti corrente c’erano 200 milioni di vecchie lire, aveva progetti di vita e professionali: cosa doveva andare a fare alle Hawaii o in Amazzonia senza avere dietro bagagli e denaro? “Il racconto di Isabella Internò – riassume il pm – è anche strampalato oltre che falso”.

Primicerio chiosa anche sull’assurdità dei depistaggi riguardanti la Maserati, il calcioscommesse, la droga e la criminalità organizzata. Resta, quindi, soltanto la pista passionale. “Bergamini è stato ammazzato. Il racconto di Isabella Internò – conclude – è totalmente falso”. Domani, alle 9,30, Primicerio sarà impegnato nella seconda parte della sua requisitoria, quella in cui, alla fine, chiarirà quale sarà la sua richiesta di pena per l’imputata.