Cosenza. Verità per Ilaria. La “partita a scacchi” sugli accertamenti e lo “scivolone” di Molinari

La battaglia giudiziaria tra la famiglia di Ilaria Mirabelli e quella di Mario Molinari per accertare la verità sul presunto incidente avvenuto il 25 agosto a Lorica costato la vita alla giovane cosentina è approdata alla sua fase decisiva dopo che per molto tempo – addirittura quattro mesi! – si era incagliata negli accertamenti tecnici irripetibili.

I periti nominati dalla procura di Cosenza, l’ingegnere Fausto Carelli Basile e i medici legali Bernardo Cavalcanti e Vanno Vercillo, insieme ai consulenti delle parti, hanno svolto gli accertamenti sulla Volkswagen Up di proprietà del padre di Molinari tra il 20 settembre e il 9 ottobre. L’analisi delle parti dell’auto e sui suoi componenti elettronici e meccanici sono stati tutti oggetto di monitoraggio e controllo. Discorso diverso invece per l’accertamento sulla Volskwagen Up nel corso del quale Alessia, la sorella di Ilaria, si è seduta al posto di guida per verificare le distanze dalla pedaliera e dal volante. In quella circostanza è emerso con chiarezza che Alessia non poteva arrivare ai pedali. Il deposito della perizia dei consulenti è avvenuto il 17 dicembre del 2024. Poi, quattro giorni fa, a distanza di un mese e mezzo dal deposito, la richiesta di arresto e oggi finalmente la decisione del Gip di procedere all’arresto di Molinari. E ovviamente non è ancora finita, tutt’altro. 

E’ in corso una sorta di partita a scacchi, considerato – e non lo dimentichiamo mai – che a decidere è un Tribunale che non è per niente limpido e, anzi, è ormai noto in tutta Italia come il porto delle nebbie. Ed è proprio la procura che ha deciso, peraltro con grave e tragicomico ritardo, dopo la scontata certezza che alla guida c’era Molinari, di richiedere e ottenere una misura cautelare nei confronti del soggetto.

Le ultime notizie che sono state propinate all’opinione pubblica dagli ambienti vicini alla famiglia Molinari riguardavano l’ultimo interrogatorio a Mario Molinari in procura, richiesto espressamente dalla prassi che anticipa una richiesta di arresto, davanti ai pm Donatella Donato e Mariangela Farro. I velinari ci avevano informato, 24 ore dopo la richiesta di arresto, che Molinari continuava a sostenere che alla guida c’era Ilaria ma a quanto pare sarebbe incorso in uno “scivolone” che non è sfuggito ai pm e adesso neanche al Gip. Seguiteci attentamente.

Il luogo del presunto incidente è quasi in rettilineo, è una curva leggerissima, facile, non certo una curva a gomito. Eppure l’auto esce di strada senza approcciare neanche la pur minima curva e come se non bastasse non c’è un minimo segno di frenata. Non ci sono alberi, non ci sono ostacoli di sorta. La Volkswagen poi va a finire in uh avvallamento di rovi e sterpaglie che non si può realisticamente definire un burrone. Sicuramente è scosceso ma non è una scarpata…

Le prime fotografie scattate nell’immediatezza dei fatti lasciano intravedere un lembo celeste, azzurrino, che esce dal finestrino del lato guida. Potrebbe essere la maglietta che indossava Molinari o – appunto – una parte di essa e qualche giorno più tardi abbiamo appreso che è stato repertato un altro pezzo della maglietta, che dovrà essere analizzato attentamente.

Dettagli e particolari importanti, sui quali Molinari si era precipitato a riferire in procura a poco tempo di distanza dai fatti e mentre era ancora molto alta l’attenzione mediatica. Il rampollo ha sostenuto, proprio sulla base della fotografia che vi mostriamo, che dopo l’impatto del presunto incidente aveva preferito uscire dal lato guida e non dal lato passeggeri “perché gli veniva più comodo (!)” e perché sarebbe stato difficile (sic!) uscire dal lato passeggeri. E sarebbe stato proprio a causa della sua uscita precipitosa dal lato guida dell’auto che un lembo della sua maglietta azzurrina si sarebbe impigliato nel finestrino. Beh, voi non ci crederete ma quel lembo di colore azzurro non era un lembo di maglietta ma soltanto un pezzo di una busta dello stesso colore. Della serie: excusatio non petita, accusatio manifesta e chi vuol capire capisca.