MONTALTO-ROSE: IL PONTE DELLA VERGOGNA
Ci sono omissioni nella vita di un amministratore pubblico la cui gravità dovrebbe comportare le dimissioni, soprattutto quando per tali criticità si continua a non operare e a non fornire alla cittadinanza spiegazioni sul perché quei fatti continuano a persistere. Da oltre 3 anni l’unico collegamento tra i comuni di Montalto e Rose ovvero il ponte Montalto–Rose della provinciale 247 sul fiume Crati, sito in corrispondenza del bivio di Rose, nel cuore della Valle del Crati, a causa dei deficit strutturali rilevati, è percorribile a senso unico alternato regolato da un semaforo. Tale limitata circolazione costringe ad un’obbligata attesa per percorrerlo aumentando i tempi necessari per coprire in zona percorrenze ormai trasformatesi in veri e propri viaggi anche a causa di un traffico nell’area Montalto – Rose – Rende ultimamente quadruplicato, sicuramente per l’evidente aumentato benessere degli abitanti che possono permettersi un’auto a testa, con tutti i costi che ciò comporta, sia per la completa assenza di un trasporto pubblico locale che quando c’è ha tempi di collegamento più subsahariani che europei.
La limitazione veicolare su detto ponte è realizzata, come detto, attraverso impianto semaforico e attraverso dei veri e propri muretti (tipo new jersey) a spigolo vivo che ne restringono la carreggiata in modo tale da far transitare un veicolo per volta e che rendono, specie di notte, l’attraversamento estremamente pericoloso. Senza contare la costante pratica degli onnipresenti furbi che passano con il semaforo rosso creando situazioni spesso fonti di tensione tra automobilisti.
Oltre tre anni per una situazione viaria ad elevata criticità sono tantissimi e chi ha la responsabilità della Provincia e della Regione, in questo caso la Presidente Rosaria Succurro e il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, dovrebbero quanto meno spiegare alla cittadinanza il motivo del persistere di tale criticità specie a fronte della pubblicazione, pensate nel 2019, sulla Gazzetta Ufficiale europea (n. 2019-124629) e sulla Gazzetta Ufficiale Italiana (n. 106) dell’avviso pubblico per un bando unico finalizzato all’affidamento della progettazione di sei strade di interesse regionale per un valore complessivo di 98 milioni di euro, opere tra le quali è previsto l’adeguamento della sede stradale fino alla SP247. Infine, al fine di ricollegarsi nuovamente alla SP234, viene adeguato anche un tratto della SP247, che comprende anche la demolizione e ricostruzione di un secondo ponte sul fiume sul Crati. Un secondo insieme di proposte progettuali è invece legato al nuovo svincolo dell’autostrada A2 previsto sempre a Montalto Uffugo.
Da questo, si prevede di collegare direttamente l’autostrada alla SP234 mediante una strada di nuova realizzazione che prevede l’inserimento di un sottovia ferroviario e di un ponte sul fiume Crati. Che fine hanno fatto questi progetti? Esiste un cronoprogramma? Perché nessuno risponde? Dove sono quei soldi?
Peraltro, a parte questi progetti di riformulazione viaria dell’intera zona la cui forte vocazione industriale e commerciale, testimoniata da ultimo dalla realizzazione del Centro Logistico Conad, contrasta con le drammatiche carenze infrastrutturali, il 3 ottobre 2022, in un’intervista ad un’emittente regionale rintracciabile senza alcuna difficoltà in rete a proposito dei disagi dati dal perdurare della parziale chiusura del ponte Montalto-Rose, il Responsabile del Settore viabilità della Provincia di Cosenza Gianluca Morrone dichiarava testualmente “stiamo provvedendo al ripristino corticale delle pile e delle spalle per un investimento di circa un milione di euro a questo si aggiunge un nuovo intervento per un altro milione di euro per il quale a breve verranno appaltati i lavori e contiamo nel giro di un anno di ripristinare il transito normale”. Di anni ne sono passati due e non si vede l’ombra di un operaio.
Ormai è noto così come è chiaro a tutti che la politica ovvero la gestione della cosa pubblica si è trasformata esclusivamente in marketing, peraltro di scadentissima qualità, condito da tanta fuffa da propagandare sui Social. Ma la fuffa è fuffa e non può riuscire certo a coprire la realtà di un mare calabrese che continua ad allontanare i pochi turisti, di una politica di trasporto pubblico provinciale folle che si ostina a non sfruttare le strutture ferroviarie per alleggerire il traffico veicolare privato dall’hinterland sul capoluogo e di un colpevolissimo immobilismo che paralizza o diluisce immotivatamente nel tempo la realizzazione di infrastrutture essenziali per una buona qualità della vita dei cittadini e per le economie locali.
Così il ponte della vergogna continua a rimanere tale costringendo a rimanere fermi in attesa di una luce verde dando modo, mentre si aspetta, di chiedersi intimamente: ma i responsabili di questa regione ormai rimasta la sola al palo del sottosviluppo veramente credono che le cose importanti siano Vinitaly e il Capodanno Rai?