di Saverio Di Giorno
Scusate tanto se uno proprio non riesce a farci l’abitudine a certe storture. A certe forzature. Una di queste, la meno grave rispetto a quanto sta accadendo in questi mesi riguarda la cosiddetta indagine “Cerchio Magico” e gli avvocati difensori.
investigativa, partita nell’agosto del 2017, ha acceso i riflettori sulla gestione della Soprintendenza di Cosenza, ipotizzando l’esistenza di irregolarità nelle procedure di somma urgenza con riferimento a vari appalti pubblici nel settore dei beni culturali. L’indagine (iniziata nel 2017) riguarda la gestione della Soprintendenza di Cosenza. L’ipotesi è quella di irregolarità nelle procedure riguardanti gli appalti pubblici nei beni culturali. Gli imputati sono Francesco Conforti, Ippolito De Paola, Costantina Felicetti, Rossana Baccari, Lino Manna.
Conforti è difeso da Franz Caruso e dall’avvocato Morrone. A onor del vero, tutto si regge in termini di legittimità. Ognuno si sceglie l’avvocato che preferisce e ogni avvocato lavora per i propri clienti. In punta di diritto fila. Ma nella sostanza? In termini di etica e di opportunità? E se l’indagine dimostrasse l’ipotesi accusatoria? Almeno su indagini che riguardano le questioni pubbliche ci si può astenere dal prendere qualche lavoro. Per senso costituzionale, senza stare qui a spaccare il capello sulla differenza tra i ruoli, una sola domanda: è opportuno che il primo cittadino difenda gli interessi di un privato su questioni pubbliche?
Guicciardini andava ripetendo che l’Italia è un paese di province e di contrade. E anche di cerchi e di avvocati.