Omicidio Bergamini. L’ultima arringa della difesa: sei ore di “sceneggiate” e deliri. Anselmo: “Toni inaccettabili”

Quasi sei ore di nulla mischiato con niente. L’avvocato Angelo Pugliese ha provato a difendere Isabella Internò, imputata dell’omicidio volontario pluriaggravato di Denis Bergamini, in maniera pacchiana e grossolana confermando la tesi assurda del suicidio del calciatore. Il Resto del Carlino ha paragonato l’arringa a un melodramma ed è stato fin troppo generoso: in realtà l’avvocato Pugliese, in perfetta linea con la famiglia Internò del resto, ha dato vita a una penosa “sceneggiata” nel corso della quale ha fatto di tutto per sparare le ipotesi più “grosse” possibili per indispettire e provocare la procura di Castrovillari e la famiglia Bergamini.

Il principale obiettivo del legale infatti è stata proprio la procura castrovillarese, “colpevole” di aver voluto un processo e ancor di più di averlo onorato come si deve con tanto di prove che hanno inchiodato alle proprie responsabilità l’imputata. Circostanze che hanno lasciato in mutande davanti alla verità non solo la sua assistita, ma tutta la sua famiglia e il suo stesso legale e che lo hanno portato nell’arringa di oggi a dare vita a un continuo delirio di onnipotenza, nel quale ha provato maldestramente a negare l’evidenza.

L’accusa più grave che ha rivolto alla procura di Castrovillari è stata quella di essere “connivente” con i consulenti e con la famiglia Bergamini. Un’accusa che ha ripetuto urlando istericamente all’indirizzo della Corte e che ha lasciato letteralmente basiti i tanti giornalisti e osservatori presenti in aula. Chiuso il delirio del legale, la presidente della Corte d’Assise Paola Lucente ha chiesto al pm Primicerio e all’avvocato di parte civile Fabio Anselmo se intendessero replicare. Il pm ha chiesto di poterci pensare fino a domani mattina quando, alle 9,30, darà la risposta alla Corte. Se non dovessero esserci repliche, i giudici andrebbero subito in Camera di consiglio e potrebbero emettere la sentenza entro la giornata di domani. Se ci fossero repliche, è chiaro che coinvolgerebbero di nuovo anche la difesa e i tempi potrebbero allungarsi.

Al termine dell’udienza, l’avvocato Fabio Anselmo ha rilasciato una dichiarazione ai giornalisti presenti. 

“Il fatto che siamo incerti se replicare o meno credo sia significativo, ma forse qualche cosa diremo… – ha affermato Anselmo -. Diciamo che ognuno ha il suo ruolo però non ci sono piaciuti i toni usati nei confronti della famiglia Bergamini e dei colleghi che mi hanno preceduto nella difesa. No, non ci sono piaciuti proprio per nulla… Non è che urlando di più si ha più ragione. La solidità delle proprie argomentazioni è il contenuto delle stesse non il tono con cui esse vengono rappresentate”.

“Se siamo arrivati fin qui – ha continuato – è perché crediamo che l’accusa abbia raggiunto la prova al di là di ogni ragionevole dubbio sulla responsabilità della signora Internò per quanto riguarda l’omicidio di Denis Bergamini e soprattutto credo non ci sia più dubbio alcuno sul fatto che Denis sia stato ucciso”.

Passando al tema della procura di Castrovillari connivente, Anselmo ha affermato: “Non spetta a me difendere la procura di Castrovillari: ognuno si assume la responsabilità di quello che dice. Io francamente rivolgerei di più l’occhio e il pensiero e l’ho rivolto e credo che tornerò a rivolgerlo nei confronti della procura di allora, di quello che è stato fatto e non è stato fatto fin dai primi momenti in cui Denis era stato ucciso. Di quello che era evidente e che nessuno ha voluto vedere di fatto, perché devo dire così insomma.. perché ci si dimentica di alcuni fatti gravissimi che sono accaduti in questo processo.

Francamente in tanti anni di carriera non ho mai visto un consulente tecnico, un ingegnere, che fa una consulenza sulla dinamica della morte di Denis, dell’incidente, o del suicidio… ammettere tra le lacrime di essersi inventato tutto perché non aveva nessun elemento per poter descrivere quella dinamica e soprattutto giustificandosi con il fatto che aveva subito pressioni da parte della procura. Lui aveva sollecitato più volte degli elementi e dei termini più ampi per poter svolgere la propria relazione ma ha invitato i giudici e tutti noi a non tener conto della sua relazione. Io un fatto come questo non l’ho mai visto. Mai…”.