Eravamo in tanti ieri sera davanti alla tivù a guardare Donata Bergamini ospite in studio di Federica Sciarelli a “Chi l’ha visto?”. La popolare trasmissione di Raitre è stata la prima a dare voce alla famiglia Bergamini anche perché papà Domizio nell’ormai lontano 2005 aveva scritto proprio a “Chi l’ha visto?” per sollecitare la riapertura del caso di suo figlio, “suicidato” da una banda di delinquenti con a capo l’ex fidanzata, il marito poliziotto, il padre (oggi defunto), i cugini e una serie di “protettori” con addosso toghe da magistrati e divise da carabinieri e poliziotti.
E ieri il ricordo di papà Domizio, che purtroppo non ce l’ha fatta ad arrivare a vedere il processo e la condanna dell’ex fidanzata, è stato bellissimo e struggente per chi ha avuto l’onore e il piacere di conoscerlo. Domizio era chiaro e diretto quando decideva di parlare o di scrivere e quella sua lettera a “Chi l’ha visto?” scritta in un carattere “stampatello” semplicemente perfetto era breve ma nello stesso tempo chiarissima.
“Spettabile trasmissione. Il caso di mio figlio non è mai stato risolto e ancora oggi non è stato chiaro il perché. Purtroppo la Giustizia per questo caso così misterioso non si è… scomodata! Contando sulla vostra collaborazione, attendo con fiducia una risposta in merito. Bergamini Domizio”.
Federica Sciarelli era appena arrivata al timone della trasmissione al posto di Donatella Raffai e non aveva esitato a rispondere e a dare voce a Domizio. Oggi, a quasi 20 anni da quella lettera, la conduttrice osserva che Domizio era stato un po’ “burbero” quasi lasciando intendere: vi scomodate o no per darmi voce? Ma aveva ragione da vendere, come “Chi l’Ha visto?” aveva capito immediatamente. E ha ragione da vendere anche Federica quando dice che “non c’era nessuno” degli altri media e che poi, come in tante altre occasioni, i “nostri casi” sono diventati anche quelli degli altri.
Federica allora ci ha mostrato un pezzo di un intervento di Domizio che ci ha commosso allo stesso modo delle immagini di Denis. Da giovane il papà di Donata e Denis era stato un camionista e quindi aveva avuto un camion, lo aveva guidato e ne conosceva i “segreti”. “Ho sempre detto che l’avevano ammazzato – diceva Domizio con una lucidità incredibile -, l’ho capito subito perché sotto un camion 180/quattro assi con 138 quintali di mandarini non ci rimane neanche niente…”. E invece, come ormai sa tutta l’Italia, il corpo di Denis a parte la breccia sul bacino era praticamente intatto, così come i vestiti che indossava e che qualcuno ha fatto bruciare: il gilet di raso nero intonso, i calzettoni ancora tirati su, le scarpe ancora ai piedi pulitissime e persino i capelli ancora pettinati. Roba da non credere.
Federica Sciarelli manda in onda più frammenti delle dichiarazioni di Isabella Internò rese al processo del 1990 a Trebisacce per omicidio colposo contro il camionista Raffaele Pisano. A tutt’oggi sono le uniche che ha rilasciato, in quell’occasione nella qualità di testimone, su quel maledetto giorno. Da imputata, invece, mai una sola parola, niente… E così vengono passate in rassegna tutte le menzogne che aveva detto: il tuffo in piscina, le Azzorre, Denis che si era scocciato del calcio e descritto come un pazzo in completo delirio. Menzogne che hanno “resistito” per quasi 35 anni e ancora non viene fuori il motivo. O meglio, noi ormai lo sappiamo ma attendiamo che venga chiarito in un’aula di tribunale così com’è accaduto per l’infamia del suicidio. Anche Federica si lascia quasi sfuggire una considerazione: “Ma come mai da teste non era passata a indagata già allora?”. E Donata le consiglia di parlare adesso, in maniera a dir poco sacrosanta.
La conduttrice rievoca il fratello di Maria Chindamo, l’imprenditrice calabrese uccisa a Limbadi, che proprio da quegli studi aveva affermato che la sua morte era stata decisa dal Tribunale della ‘ndrangheta. E ne riprende la metafora per affermare che anche la morte di Denis è stata decisa da un Tribunale, che non è quello della ‘ndrangheta ma qualcosa di molto superiore e che coinvolge inevitabilmente lo stato deviato. Ormai lo sappiamo tutti, non è più un mistero e non è più neanche un tabù.
Donata ringrazia tutti: Piero Romeo, il capo degli ultrà cosentini (come sarà ricordato anche suo malgrado), che aveva confezionato il primo disegno planimetrico del luogo del delitto a poche ore dai fatti; l’avvocato Fabio Anselmo, il procuratore Facciiolla, il professore Fineschi e naturalmente Federica Sciarelli, “Chi l’ha visto?” e il suo redattore Paolo Fattori, un grande giornalista che in tutti questi anni non ha mai abbandonato la strada della verità. A lui va anche il nostro saluto con la speranza di incontrarci di nuovo e di abbracciarci come avremmo certamente fatto se lui fosse stato presente al momento della lettura del dispositivo della sentenza. Ti aspettiamo presto qui a Cosenza!