Nei giorni scorsi abbiamo scritto quello che pensiamo sul massmediologo Klaus Davi, approdato in Calabria alla corte della televisione del PD, LaC News, per realizzare non meglio precisati “scoop” sulla ‘ndrangheta e per denunciare puntualmente presunte aggressioni.
A proposito di una di queste presunte aggressioni, ecco cosa scrive la famiglia Mantella-Lo Bianco di Vibo Valentia, il cui congiunto Andrea ha deciso di collaborare con la giustizia. Gli stessi parenti, nei giorni scorsi, si erano ufficialmente dissociati da Andrea ed avevano ricevuto la visita del signor Klaus Davi, al secolo Sergio Mariotti. e della televisione LaC.
Dopo aver letto i fantasiosi racconti del signor Davi, la famiglia Mantella-Lo Bianco ha deciso di comunicare la sua verità sui fatti accaduti.
“Apprendiamo dagli articoli di alcuni organi di stampa del giorno 04/07/2016 delle ire e della ricostruzione dei fatti operata da tale Mariotti Sergio o Davi Klaus, soggetto a noi totalmente sconosciuto fino al giorno 02/07/2016 e dobbiamo precisare alcune circostanze che Mariotti si è ben guardato dal raccontare alla stampa.
Il giorno 02/07/2016 Mariotti si è presentato presso l’esercizio commerciale della Sig.ra Lo Bianco Rita per ottenere una sua intervista in merito alla vicenda del figlio, Mantella Andrea, e la Sig.ra dopo aver risposto, con garbo, alle prime domande ha chiesto più volte di essere lasciata in pace, ma il Mariotti ha continuato con fare insistente e per nulla garbato, anzi quasi arrogante, a volere a tutti i costi ottenere risposte nel senso a lui gradite, fin tanto che la Sig.ra Lo Bianco è stata costretta, anche su suggerimento del figlio presente, a rifugiarsi all’interno del negozio di ortofrutticoli di sua proprietà, nel mentre una delle figlie si accingeva a chiamare le forze dell’ordine affinché intervenissero per porre fine aquesta vera e propria azione di violenza morale nei confronti dell’anziana madre e solo dopo di ciò il massmediologo ed il cameramen, che lo accompagnava, si sono spostati dal lato opposto della strada.

Ora la domanda che ci poniamo e che crediamo si possa porre ognuno è se è legittimo essere perseguitati ed aggrediti moralmente come questo soggetto ha fatto? E’ legittimo pretendere di riprendere minori presenti e darli in pasto alla rete, specie in una situazione così delicata? E’ o no un diritto di ognuno, dopo aver risposto a qualche domanda per pura cortesia, chiedere di essere lasciato in pace perché non intende proseguire? In nome di quale diritto si possono impunemente vessare le persone?
Affidiamo al buon gusto dei cittadini la risposta!
Non sappiamo – continuano i familiari di Andrea Mantella – chi sia questo signore definito “massmediologo” e che non è certo una firma autorevole del giornalismo italiano e quale sia la sua opera meritoria, se non quella di porre in essere una condotta fastidiosa ed insistente contro persone che chiedono legittimamente di essere lasciate in pace e di non vedere violata la loro privacy da mere attività di “sciacallaggio” mediatico.
Certo questo “massmediologo” farebbe bene a prendere qualche lezione di diritto penale sostanziale e procedura penale prima di invocare arresti o cancellazioni di attività lavorative, esistenti da un cinquantennio, solo per una soddisfazione personale.
Il delitto di lesa maestà non è previsto nel nostro codice penale, ma di contra esiste quello previsto dall’art. 660 c.p., così come è un reato offendere le persone con determinate frasi ed illazioni.
Quanto alla “sceneggiata”, è questo il termine adatto, dal richiedere l’intervento dell’ambulanza non vi era alcuna situazione critica che ne richiedesse l’intervento, tant’è che il “massmediologo” è salito sopra con i suoi mezzi, che non appaiono certo appannati o sminuiti dal video pubblicato.
Speriamo l’ambulanza non sia stata sottratta a qualcosa di grave e serio!
Sarà nostra impressione, ma siamo convinti che queste “forme di giornalismo” non si sposino con il buon gusto e soprattutto non siano un fiore all’occhiello per la carta stampa o la televisione”.
La famiglia Lo Bianco Mantella