Cosenza, le mani su via Popilia arrivano da Rende. Tutte le prodezze di Rizzuto&Malara (e “famigghie”)

Oggi come oggi Fabrizio Rizzuto è il numero uno dei palazzinari cosentini. Con la sua impresa, la 3r Srl sede legale a Figline Vegliaturo, ha appena messo a segno un micidiale uno-due di ecomostri. Uno è già costruito all’inizio di via Popilia e si erge per oltre 10 piani e per il quale hanno trovato la faccia tosta di chiamarlo Torre Arborea. Il secondo un po’ più a nord, sempre su via Popilia, nei pressi di Vaglio Lise: un incredibile residence 5 stelle superior… che ancora non si capisce a chi servirà. 

COSENZA-RENDE E’ GIA’ LA CITTA’ UNICA DEL CEMENTO (https://www.iacchite.blog/cosenza-rende-e-gia-la-citta-unica-del-cemento-ecomostri-protagonisti-e-retroscena/)

Eviteremo di soffermarci sui dettagli dei due ecomostri, che già abbiamo descritto, per concentrarci sul palazzinaro emergente e sul suo compagno di viaggio, ovvero il progettista, l’architetto Gianfranco Malara, cugino di Empio, che tanti progetti ha fatto per la Rende dei tempi d’oro e si starà certamente rivoltando nella tomba alla vista degli ecomostri di cui sopra.

Non abbiamo citato Rende per caso. Le fortune di Fabrizio Rizzuto nascono proprio nella città d’oltre Campagnano e si intrecciano inevitabilmente a doppio filo con le logiche di cementificazione selvaggia che negli ultimi tempi hanno afflitto Rende nel periodo buio di Marcello Mazzetta sindaco.

Negli ultimi 10 anni, a partire dall’avvento dell’uomo che sussurra alle banconote dentro le mazzette, Rizzuto ha viaggiato col vento in poppa a Rende, rilevando almeno 4 terreni in postazioni strategiche. In particolare, due terreni a Commenda: il primo nella traversa della chiesa di Sant’Antonio, il secondo a qualche decina di metri dall’Hotel San Francesco. Per ultimo ha rilevato un manufatto alle spalle di via Rossini di fronte al distributore di carburante.

Si tratta di un manufatto fermo da una quindicina di anni con 2 piani: i costruttori dell’ epoca per questioni di interessi si sono divisi ed ora con un tocco magico Rizzuto l’ha ultimato e venduto tutto. E non solo. A via Rossini fino a qualche anno addietro vigevano i piani particolareggiati: tutti i fabbricati dovevano essere rivestiti di travertino (come lo sono tutti) e tutti della stessa altezza. Ma Rizzuto, sfruttando le amicizie con Marcello Mazzetta e approfittando della scadenza dei piani, è andato ben oltre in altezza con un paio di piani in più facendo anche in questo caso la sua fortuna.

Del team Rizzuto-Malara fa parte a tutti gli effetti anche la Rizzuti costruzioni e materiale edile di Rogliano, della quale il palazzinaro è socio e che partecipa attivamente agli affari della compagnia.

La famiglia Malara è sempre stata legata a Sandro Principe fino allo strappo di una decina di anni fa. Fino a quando Principe ha avuto in mano Rende, tutto doveva essere progettato dal buon Empio pena la bocciatura del progetto. Poi è arrivato Manna ma come tutti sanno Mazzetta è stato buttato fuori a calci in culo dal Comune e il Psc che aveva cercato disperatamente di approvare e che valeva a tutti gli effetti come un piano regolatore è stato clamorosamente “stoppato”. Di conseguenza, oggi come oggi Ruzzuto&Malara non rappresentano solo i loro interessi ma anche quelli del cerchio magico dei clienti e dei parenti di Manna.

Insomma, il business rendese ora è espatriato  a Cosenza. E la città unica del cemento, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, è già cosa fatta e operativa. Garantisce la massoneria per conto di Franz Caruso, squallido prestanome di Nicola Adamo e la malavita per conto di Giuseppe Mazzuca, non a caso ribattezzato come il tragicomico guapp’i cartune che non ha pudore della sua rozzezza e della sua ignoranza.

Il filo nero che lega Rizzuto&Malara ai palazzinari rendesi è rappresentato invece quasi plasticamente dalla fiorente attività di materiale edile a Rogliano ben visibile dall’autostrada. Il signor Rizzuti ha rifornito per anni e anni i tanti costruttori di Rende che oggi devono per forza fare riferimento a Cosenza. In tanti si sono chiesti nel tempo: ma come fa questo qui di Rogliano a costruire a Rende tra l’altro su terreni appetibili a tutti?. Beh, la risposta adesso è chiara: fa parte a tutti gli effetti di quel “cerchio magico” fatto di baffetti, squali e pescecani vari che hanno rastrellato milioni su milioni nel tragico decennio di Mazzetta sindaco. E infatti Rizzuto Negli ultimi anni passeggiava molto spesso su via Rossini, ove ha sede il Comune, con un bel mazzo di carte “truccate” sotto il braccio, a dimostrazione del suo rapporto privilegiato con Mazzetta, che ora è stato trasferito a Cosenza. E non a caso i figli di Gianfranco Malara e Franz Caruso sono… amici del cuore in nome della santa alleanza di “cemento” dei loro padri.  

Per chiudere con una nota di colore familiare, in tutto questo “magna magna” ci sta benissimo anche la sanità, che è rappresentata dalla consorte del Malara, la signora Alberta Celestino, celeberrima dirigente amministrativa del caravanserragilio dell’Asp di Cosenza, elemento importante della cricca di Graziano Strafalaria, di Capristo mani in pasta, Fra’ Remigio Magnelli, della signora Giovanna “Tagliatella” Borromeo e del suo potentissimo compagno e di… tutto il cucuzzaro. Alberta firma delibere, appalti, concorsi… insomma è un bel “pezzo da 90”, non c’è che dire.

La signora di cui sopra, tra l’altro, è anche attivissima sui social e nonostante Principe avesse di fatto creato il marito dal punto di vista professionale e quindi da… pila e nonostante risiedano muro e muro con Sandro nelle belle villette “reali” di via Repaci, a qualsiasi attacco che faceva Marcellino il pusillanime a Principe lei metteva i like … a nome della “famigghia”. Così come è facilissimo per chiunque trovare sul suo profilo gli articoli dei media di regime che sponsorizzano gli ecomostri del marito. Un’altra plastica dimostrazione di come tra Cosenza e Rende non ci sia soltanto la città unica del cemento ma anche quella della sanità, tutte unite dal malaffare dilagante. E le stelle, come sempre, stanno a guardare. Anche questo, naturalmente, a futura memoria.

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