A PROPOSITO DEL PORTO DI CORIGLIANO-ROSSANO: CHI TROPPO VUOLE, NULLA STRINGE
di Pino Tassi
L’area di Corigliano-Rossano è una delle principali aree di attrazione turistica in Calabria. L’area che ruota intorno al Porto va oltre lo stesso Comune di Corigliano-Rossano. Interessa Cassano con la zona di Sibari e il Parco archeologico. La costa degli Achei va da Roseto Capo Spulico, parte dal confine con la Basilicata, ad Amendolara, scendendo verso Trebisacce e poi Sibari e Corigliano-Rossano.
E’ una costa piena di attività e strutture turistiche. Lungo la costa vi sono grandi villaggi con migliaia di posti letto, hotel di ogni categoria, b&b, agriturismi, residence e case in affitto. Su Corigliano-Rossano abbiamo il Villaggio Itaca Nausicaa con quasi 600 camere e a fianco l’Acquapark Odissea 2000 che è il parco acquatico piu’ grande del Sud Italia. Su Sibari c’è il complesso Minerva resort con ben tre villaggi che si estendono su quasi 30 ettari di terreno e oltre 400 tra camere e villette. Sempre su questa costa si trovano villaggi della Valtur, della Th Resort, della Blu Serena, grossi gruppi nazionali prestigiosi. Si va dall’Otium di Sibari, al Th Costa degli Achei, al Sibari Green Village, al Bagamoyo village. E ancora altre strutture di alto livello come il Salice resort, l’Hotel Roscianum, il Codex Apparthotel, eccetera eccetera.
Migliaia e migliaia di posti letto che danno lavoro a migliaia e migliaia di persone della zona con un indotto forte nel campo del commercio agro-alimentare e non solo. Non devo certamente ricordare io l’importanza economica dell’agricoltura nella piana di Sibari, dalle clementine esportate in tutto il mondo al riso prodotto, una delle eccellenze italiane.
Stiamo parlando di un’area tra le piu’ produttive della Calabria e non certamente di un’area depressa, come a volte si tenta di dipingere. Corigliano-Rossano con il borgo antico, il Museo Diocesiano che custodisce il Codex Purpureus Rossanensis, la chiesa di Santa Maria del Patire, il Castello Ducale di Corigliano, per non parlare di quelli di Oriolo, Roseto e di Rocca Imperiale, il parco archeologico nazionale di Sibari, sono uno scrigno prezioso che richiama turisti da tutta Italia e dal mondo.
Non io, ma la Regione Calabria, li ha inseriti nei 100 marcatori identitari, c’è anche San Nilo, che dovrebbero allungare e diversificare la stagionalità turistica. Marcatori identitari…. che brutta terminologia, piu’ che far arrivare turisti li fa scappare.
Nel cuore di questa area si trova il Porto di Corigliano-Rossano che è a due passi da Sibari. Questo è il posto dove la Baker Hughes vuole/voleva installare i suoi capannoni in un’area di circa 100 mila metri per la produzione di turbine di grandi dimensioni e per l’allargamento delle proprie attività con l’assemblaggio finale di moduli per attività verticali rispetto a quelle che l’azienda già svolge nel proprio sito di Avenza e di Massa in Toscana.
La Baker Hughes è una grossa multinazionale che ha otto stabilimenti produttivi in Italia.
In Calabria ha uno stabilimento a Vibo Marina. Il quartier generale si trova a Firenze che era la sede storica del Nuovo Pignone che è stato acquisito dalla multinazionale. In Toscana c’è il core business dell’azienda che opera nelle aree industriali di Massa e Avenza servendosi del porto di Carrara. Stiamo parlando di due siti a forte vocazione industriale, così come il porto di Carrara che ha puntato per la sua crescita sull’attività cargo, in particolare sul project cargo, ovvero il trasporto dedicato e la gestione completa di grandi manufatti (e non solo merci) frutto di attività industriale. Questa scelta è scaturita non dalla mente del Governatore della regione Toscana o da quella dell’amministratore della Baker Hughes, in solitaria o in acccordo tra di loro, ma da un accordo siglato nel dicembre del 2020 tra Regione Toscana, Comune di Carrara, Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale, Nuovo Pignone-Baker Hughes e Fhp.
Non si capisce bene perché quello che è stato possibile fare in Toscana non è possibile fare oggi in Calabria dove invece il Comune di Corigliano-Rossano è stato completamente tagliato fuori dalla scelta di condividere parte del porto alla Baker Hughes. Non entro nel merito della disputa su cui non ho le necessarie competenze. Ma francamente non mi sembra assolutamente normale che un’intera comunità sia tagliata fuori da una scelta così strategica e importante. Soprattutto in una realtà dove ancora è in piedi quell’obbrobrio dell’ex centrale elettrica Enel, che avrà dato anche tanto lavoro ai rossanesi, ma che è un pugno alla vista e alla bellezza della zona. E di cui dopo anni e anni dalla chiusura l’Enel provvederà allo smantellamentesolo nel 2026. La Baker Hugles vuole venire in Calabria perchè ha bisogno di nuovi spazi per l’assemblaggio e la movimentazione di moduli di grande dimensioni. Non si capisce visto che il core business ce l’ha in Toscana perchè non ha proposto questa idea alla regione Toscana per un nuovo sito lì, per esempio, in Versilia, a Forte dei Marmi o a Viareggio. Non ci vuole grande fantasia per immaginare la reazione degli operatori turistici versiliesi ad iniziare dalla Ministra al turismo Santanchè.
Ma quello che non si puo’ fare in Toscana si puo’ fare tranquillamente in Calabria. Il governatore Occhiuto afferma a parole che il futuro della Calabria è il turismo. L’assessore Calabrese alla Fiera del TTG di Rimini ha lanciato lo slogan Four Seasons. Turismo tutto l’anno. Si mettessero d’accordo con loro stessi, vogliono puntare sul turismo o su una politica del prendere tutto cio’ che capita. Si scelga semplivcemente se il porto di Corigliano-Rossano deve puntare , come vuole il Comune, su una vocazione turistica, diportistica e crocieristica, commerciale per l”agro-alimentare, ittico-commerciale, oppure può essere un potpourri, un assemblamento di cose le piu’ varie e sparute.
Puoi mettere insieme le navi da crociera e i capannoni alti 20 metri che producono turbine con carghi enormi che escono e entrano nel porto. Tutto puoi fare. Serrvono scelte e studi seri. Altrimenti come dice il detto, la gatta frettarola….. E noi in Calabria di Cattedrali nel deserto e di promesse tradite ne abbiamo un’ampia gamma. Corigliano-Rossano corre il rischio di fare la fine di Vibo Marina. Eterna incompiuta. Poteva essere una splendida località di turismo della terza età con una stagionalità lunga, e invece vive di rimpianti per aver inseguito e accettato tutte le scelte catastrofiche delle sue classi dirigenti, dai depositi costieri al cementificio. Un territorio ferito sulle promesse dello sviluppo industriale alla portata di mano.
Il risultato è che Tropea e anche Pizzo Calabria, nonostante i problemi di inquinamento, volano e Vibo Marina arranca. Purtroppo la storia non sembra aver insegnato nulla, adesso c’è chi vuole ospitare i mega capannoni della Baker Hughes. Caso mai radiamo al suolo parte del centro abitato per farvi posto. Ora tutti, o quasi, aspettano e sperano che la Baker Hughes cambi idea e ritorni sui suoi passi. Ci si augura, almeno, che, come in Toscana, si voglia sedere ad un tavolo per confrontarsi con l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano e con la sua collettività. Speriamo che alla prossima fiera del turismo a Milano i marcatori identitari non diventino 101, con dentro anche la Baker Hugles. Chissà… la cosa potrebbe ispirare la Calabria Film Commission per un remake de: La carica dei 101. Sarebbe un successo….









