La procura di Cosenza ha eseguito tutti gli accertamenti tecnici irripetibili successivi all’inchiesta per omicidio stradale nei confronti di Mario Molinari per il presunto incidente avvenuto a Lorica il 25 agosto scorso e che è costato la vita alla giovane Ilaria Mirabelli. Dopo i nuovi accertamenti disposti sulla Volkswagen Up di proprietà della famiglia Molinari, nel corso dei quali la sorella di Ilaria, Alessia, è entrata nell’auto provando a verificare la distanza dalla pedaliera e dal volante, i consulenti della procura hanno ritenuto che non fossero necessari ulteriori accertamenti sul luogo del presunto incidente.
I consulenti nominati dai pm titolari delle indagini, l’ingegnere Fausto Carelli Basile per le competenze tecniche e i medici legali Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo, hanno depositato la loro perizia il 17 dicembre 2024 e anche se non sono state diffuse le motivazioni era già emerso che alla guida dell’auto c’era Mario Molinari. Come hanno sempre sostenuto i familiari di Ilaria, il loro legale e il consulente, mentre il diretto interessato continuava a negare. Peccato che sia passato un altro mese e mezzo abbondante prima che la procura si decidesse a chiedere l’arresto di Molinari ma tant’è.
Il deposito della perizia e il suo esito, alla luce dell’attività investigativa disposta dai pm che seguono il caso, Donatella Donato e Mariangela Farro, hanno sciolto definitivamente ogni dubbio e apriranno inevitabilmente nuovi scenari nell’inchiesta. Davanti a una certezza scientifica rispetto a chi fosse alla guida di quell’auto quella maledetta domenica, la procura di Cosenza non può più fare finta di niente e non provvedere ad istruire un processo chiudendo le indagini preliminari.
A dire il vero, in un Paese normale, una misura cautelare sarebbe dovuta scattare fin dall’immediatezza dei fatti e non soltanto adesso, addirittura ad oltre 5 mesi dal fatti, ma la pm Donato, probabilmente “raggirata” dal carabiniere che ha eseguito i primi rilievi farlocchi, ha aperto incredibilmente un fascicolo per “omicidio colposo contro ignoti” lasciando trasparire, al di là delle complicità e delle connivenze del carabiniere di cui sopra, anche le sue e quelle di qualche “suggeritore” che ora si traveste da “bohemienne”. Perché era chiarissimo già da allora che a guidare era lui ed era altrettanto chiaro che il signor Molinari guidava sotto l’effetto di alcool e droga, come del resto hanno confermato gli esami tossicologici. E infatti, davanti alla sacrosanta denuncia dei familiari di Ilaria, la procura è stata costretta a cambiare l’ipotesi di reato del fascicolo passando a “omicidio stradale contro Mario Molinari”.
Forse, però, con i risultati della perizia, la strategia della famiglia Molinari e dell’avvocato che la segue, Nicola Rendace, potrebbe cambiare e in questo caso tutti potrebbero agevolmente trarre le loro conclusioni rispetto a questa invereconda “tarantella” che viene ballata da più di cinque mesi sul cadavere della povera Ilaria.