Gli imperdibili sessanta milioni di Baker Hughes, la Montagna del Pd e la sindrome da Pronazione
di Gioacchino Criaco
La perdizione del Sud in generale e della Calabria in particolare passa per una serie interminabile di offerte irrifiutabili tutte poi fallite col risultato di una Terra da molti ritenuta persa, di un dissanguamento inarrestabile di vita e di un essere ancora e sempre qua, immobili e titubanti di fronte a ennesime occasioni e nuovi vecchissimi manifesti. Rimanendo nel consueto, insuperabile, dramma: la mancanza di un’idea di strada, il camminare a tentoni imboccando sentieri a caso nei continui bivi che incontriamo sulla via di un futuro che (non solo) grammaticamente non riusciamo a coniugare.
Ed ecco le pietre da scagliare contro Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, che non ha immediatamente colto l’offerta dei soldi di Baker e la prospettiva di duecento assunzioni. Lui non doveva farsi domande, solo mettersi a disposizione che notoriamente le multinazionali sono enti di beneficienza.
Chissà se davvero sia in errore il sindaco o, prima di concedere il porto o la banchina, fosse necessario approfondire, programmare un indirizzo complessivo, avere l’ausilio di un piano regolatore definitivo e prevedere la sopravvivenza di uno scalo che oltre a servire il colosso dei servizi energetici fosse, sia, in grado di dare sviluppo alla marineria da crociera, da pesca, al turismo. Si vedrà un giorno in cui si chiariranno responsabilità e ragioni. Magari ci sarà un ripensamento della holding che affianca chi produce energia fornendogli i macchinari adatti a imbrigliare il vento e a penetrare le ricchezze del sottosuolo. Si spera che l’offerta sia davvero buona, che tutto si ricomponga, che le occasioni non si perdano quando siano effettivamente tali.
Intanto, senza tentazioni nostalgiche, bisogna guardare alla storia e al passato per la loro valenza istruttiva: dal sogno di Crotone alla siderurgia di Gioia Tauro alle proteine sintetiche di Raffaele Ursini a Saline Joniche. Le occasioni imperdibili sarebbe stato meglio averle perse. Quanto sia stato salutare perdere la centrale a carbone a Saline ora lo impariamo a capire, con milioni a migliaia e migliaia di posti lavoro che sarebbero arrivati, solo un lustro fa non all’esordio della civiltà industriale, quando già si sapeva tutto delle polveri sottili. In solo cinque anni siamo passati dalle opportunità del fossile a quelle della transizione green. Offriamo location per i rigassificatori e paesaggi mozzafiato per ponti immaginari.
Siamo gente straordinaria, ovviamente: il nostro programma è l’inciampo, la botta di culo del fato. A che ci serve sederci attorno a un tavolo e provare a programmare uno straccio di destino. Finora ci hanno pensato gli altri e per ora ci hanno disegnato un abito da hub energetico, da terra di servizio, senza che una delle nostre ragazze abbia avuto la possibilità di scegliere se andare o rimanere.
Intanto il Pd sale in montagna e propone un manifesto delle vette, che non è una cosa nuova: lo fecero in Emilia più di un decennio fa, non andò benissimo, ma adesso se ne prospetta un’occasione nuova per rimpolpare di gente l’interno, magari con quelli che stanno abbandonando in massa le amene località marine…