Vibo, ecco a voi l’amichettismo elitario

di Rocco Tripodi

Registriamo una totale assenza (non diversamente che nel recente passato) di sensibilità, consapevolezza, rispetto e tutela per il tanto propagandato patrimonio artistico storico monumentale della città di Vibo Valentia, da parte della classe politica vecchia e nuova e degli apparati tecnici esecutori e controllori operativi comunali i quali sono preposti all’osservanza di un preciso indirizzo politico che spetta all’assessore del settore di riferimento. L’ennesimo volgare e violento tentativo di aggredire con escavatori meccanici e seviziare un antico tracciato eccezionalmente risparmiato nel passato dalla grettezza dell’uomo e dal tempo, sembra essere stato impedito grazie alla costante vigilanza e all’intervento tempestivo di alcuni cittadini che hanno messo in stato di allerta il Comune e l’opinione pubblica. Si voleva sacrificare, ancora una volta, sull’altare della pacchianeria e del cattivo gusto, un pezzo di storia di quel poco che ancora rimane della vecchia Monteleone.

Parliamo del breve tratto che collega piazza Luigi Razza con piazza del Lavoro. È un esempio ormai quasi unico di tracciato in pietra posato con antica maestria con tecnica dell’Opus Incertum, che, al contrario di altri pochi ancora esistenti a Vibo, non è stato mai brutalizzato dall’ignoranza e incompetenza di chi è pagato profumatamente per il recupero e la conservazione di questi preziosissimi beni. Una strada di pietre di formato irregolare ma magistralmente fatte combaciare tra di loro con una sottile linea centrale che attraversa correttamente i due spazi laterali.

Smantellarla come altrove è già stato fatto, per poi riposizionare confusamente le pietre dopo averle spezzettate e dopo averle annegate, pasticciandole, nel cemento, sarebbe la sua condanna già emessa. Questa volta, in verità pare sia avvenuto un piccolo miracolo. Dopo un incontro richiesto in maniera estemporanea e senza clamore, bussando direttamente alla porta dell’assessore, per denunciare e spingere perché si fermasse lo scellerato proposito di smantellare l’antico tracciato, con l’escavatore già in azione, l’assessore Monteleone, (devo dire) senza fare alcuna opposizione ha ascoltato le contestazioni del portavoce di alcuni cittadini impegnandosi a fermare la vandalizzazione del tracciato stradale da un lato, e della gradinata con i sanissimi vecchi cordoli, dall’altro. Al momento sembra sia stato onorato l’impegno assunto.

Questo cattivo operare è la ovvia conseguenza della nuova cultura del fare QUANTITATIVAMENTE, che non riconosce valore alla cura, all’impatto, alla qualità e bellezza dei materiali, alla conservazione e rispetto dei luoghi, dei diritti dei disabili, degli anziani e dei bambini. Ci auguriamo che i tempi che la nuova giunta si è data per elargire un primo segno di “sinistra”, siano maturi e comincino a dare risposte ai cittadini, uscendo fuori dal loro fortino dove sembrano convivere in pace assoluta con i loro timidi e beneducati avversari politici.

Alcune immagini commentate che compaiono sui social, non aiutano però ad immaginare ottimisticamente tale volontà di cambiamento da parte della Sinistra che governa la città. In una di queste Immagini, in particolare, ci vengono mostrate, con un candore verginale (quasi una bestemmia), le facce sazie ed appagate di otto politici stretti, abbracciati e sgargianti, quasi a formare un “cartello”, tra schieramenti diversi per collocazione parlamentare, natura, rappresentanza, formazione, cultura, storia, progettualità, obiettivi dichiarati e sensibilità rispetto al sociale e ai diritti civili. Pd, FdI, e altri personaggi la cui collocazione mi sfugge, qualcuno comunque di alto profilo professionale, in quanto avvocato di fiducia della ben nota famiglia Mancuso, a suo dire, solo perché è il più bravo.

L’immagine che è stata postata da Ciccio Colelli, già segretario vibonese del Pd, ora capogruppo Pd con delega allo spettacolo (ecco qua), è accompagnata da questa didascalia: l’AMICIZIA prima, la POLITICA poi…, dove non mi è facile capire se mi allarma di più la FRASE e non piuttosto quei 3 PUNTI, messi lì a sottintendere… che cosa? Certo il povero Gramsci se gli fosse concessa lì dov’è una licenza premio per buona condotta di 3 giorni, per accertarsi di quanta influenza abbia avuto il suo pensiero sugli eredi di quello che fu il glorioso PCI, capirebbe perché l’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO cardine della dottrina Marxista sia fallito così miseramente a vantaggio di un AMICHETTISMO ELITARIO, cardine della dottrina Colellista.

Del resto quando penso alla ultima campagna elettorale (la più bonaria, paciosa, rispettosa, compiacente, ossequiante, stucchevole, viscida, collaborativa, sottotono…NOIOSA), non posso non pensare alla dichiarazione di Romeo, così roboante da spaventare persino i piccioni di p.zza del Duomo a Milano : “Noi non chiediamo i voti alla mafia”. Mi chiedo allora:” ci sono o ci fanno?”.Lo sanno tutti che i voti oggi alla mafia non si chiedono più. È la mafia stessa che i voti te li IMPONE, e tu devi solo avere il coraggio, in caso di rifiuto, di DENUNCIARE. Ma da questo Comune non ricordo sia mai partita una sola denuncia. Perchhé? Semplice. A Vibo LA MAFIA NON ESISTE…