Vibo Valentia. Il disastro della farmacia territoriale

Drammatica: è questo l’aggettivo maggiormente confacente per descrivere la situazione in cui versa la farmacia territoriale di Vibo Valentia, che da anni non riesce più ad adempiere al suo principale compito di fornire le medicine a soggetti particolarmente fragili. Sembra un paradosso, ma è così. Il presidio non riesce ad erogare con la giusta puntualità i farmaci, spesso salvavita, che non sono reperibili altrove. Disagi che si vivono da tempo e che stanno assumendo dimensioni non più sostenibili dagli utenti, esasperati e seriamente preoccupati. 

Nelle ultime settimane, giusto per fare un esempio recente, sarebbe particolarmente difficile a reperire uno specifico farmaco per la fibrosi polmonare. Circostanza che fa eco a innumerevoli casi analoghi, con gente che ha riferito di mancanze di farmaci oncologici o per gravi patologie cardiache, ma anche per infiammazioni croniche dell’intestino. Da quanto trapela dai corridoi dell’Asp vibonese, la carenza non sarebbe dovuta tanto alla specificità dei farmaci (o meglio, non solo), quanto alla pessima organizzazione della farmacia territoriale, nonostante i nuovi regolamenti approvati mesi fa. Un disastro colossale nella gestione dei servizi e dei magazzini: spesso – come emerge da fonti interne all’Azienda – non si avrebbe nemmeno piena contezza di quali medicine sono disponibili, tanto che molti costosissimi farmaci rischierebbero in alcuni casi addirittura di scadere. Situazione inaccettabile, tanto che da qualche tempo si prospetta l’esternalizzazione dei servizi logistico e di distribuzione.

Altro nodo è rappresentato anche dal cortocircuito che si crea tra gli ospedali hub e il territorio nella presa in carico del paziente. Quando un paziente al quale viene accertata una patologia grave viene dimesso da un hub, bisogna garantire il reperimento delle medicine specifiche nella farmacia territoriale di riferimento: ciò spesso non avviene. Alla carenza di farmaci si aggiungono le problematiche ataviche, quali i locali degradati in cui ha sede il presidio. Lo spazio interno è ridottissimo e gli utenti sono costretti ad attendere il proprio turno, anche per ore, in un cortile fatiscente senza sedute (le pochissime sedie presenti sono divelte o malridotte). Mancano poi i servizi igienici, quantomai necessari anche perché spesso le attese si protraggono per ore. “Sono un’utente della farmacia territoriale da 12 anni – ha tenuto a riferire una signora – e la situazione non è mai cambiata”. Avrà dunque un bel daffare nel coordinare un disastro la nuova dirigente del presidio, la dottoressa Mirarchi, insediatasi lunedì… Fonte: Gazzetta del Sud