Scala Coeli, disastro ambientale. Lo scaricabarile tra Pulignano e “La Cariatese” e il commento di Walter: “Ti stanno lasciando col cerino in mano”

Stiamo pubblicando – a puntate – l’ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Castrovillari ha disposto il sequestro preventivo della discarica di Scala Coeli e indagato il “padrone” della Bieco Srl, accusato di disastro ambientale. Nella precedente puntata abbiamo trattato dell’assurda strategia di Pulignano, il quale ha deciso di “tombare” i rifiuti per nascondere il percolato. Una strategia rivelatasi fallimentare.

SCALA COELI, LA STRATEGIA DI PULIGNANO PER NASCONDERE IL PERCOLATO (https://www.iacchite.blog/scala-coeli-disastro-ambientale-lassurda-strategia-di-pulignano-tombare-tutti-i-rifiuti-per-nascondere-il-percolato/)

Occorre ricordare che successivamente all’evento inquinante del 22/06/2023 la BIECO S.r.l. avviava le procedure di messa in sicurezza previste dal D.lgs. 152/2006 in caso di eventi inquinanti, riferendo al riguardo con apposita relazione redatta dal geologo dr. SCAROLA Vincenzo. La nota di accompagnamento della stessa, nel rimarcare che tali accertamenti erano stati eseguiti dalla società BIECO S.r.l. in contraddittorio con il Dipartimento Provinciale dell’A.R.P.A.CAL. di Cosenza, evidenziava la necessità di integrare il piano di monitoraggio con un supplemento di indagini, atteso il rilevato superamento dei valori di concentrazione dei parametri per Solfati, Ferro e Manganese nella falda sotterranea monitorata dall’unico piezometro attivo nell’area.

Nella predetta relazione veniva altresì attestata la completa rimozione del percolato presente all’interno dei canali recettori mediante aspirazione e conseguente invio dello stesso in impianti autorizzati, allegandosi a riprova i F.I.R. comprovanti le operazioni di trasporto e smaltimento.
Al contrario, le risultanze investigative (tra cui le già citate s.i.t. con allegate fotografie del MANGONE e gli esposti provenienti da varie fonti, nonché le ulteriori acquisizioni di cui si darà conto di qui a breve) documentano il sistematico tombamento del percolato nei letti dei corsi d’acqua superficiali interessati dall’originario sversamento, operazioni eseguite, anche alla presenza del PULIGNANO, mediante l’utilizzo di mezzi meccanici nella disponibilità della BIECO ovvero riconducibili alle società LA CALCESTRUZZI CARIATESE attraverso il prelievo di terreno dalle aree circostanti e dagli stessi corpi idrici (tutti costituenti beni demaniali).

Segnatamente, le imrnagini fornite dal sistema di videosorveglianza della discarica, acquisite dai Forestali di Rossano, riferite alle ore immediatamente successivo all’evento, testimoniano l’evidente impiego di terreno vegetale quale materiale assorbente riversato all’interno del piazzale (nei pressi della pesa per autocarri), con Io scopo di assorbire e raccogliere il percolato fuoriuscito dall’invaso della discarica, ed il successivo spandimento del terreno immediatamente al di frori dell’impianto attraverso una pala meccanica.
Altre immagini documentano le attività eseguite mediante la pala meccanica, denotandosi la presenza del percolato che viene mescolato a terreno e poi trascinato fuori dall’impianto in direzione del vicino argine del corpo recettore.
Se ne desume, contrariamente a quanto dichiarato dalla BIECO, che in luogo dell’aspirazione del percolato finalizzato al successivo avvio allo smaltimento, la società, con l’ausilio dei mezzi della ditta riferita ai f.lli FUOCO, eseguiva un’attività di miscelazione del terreno prelevato nei pressi dell’impianto con il percolato, per poi condurre detto amalgama al di fuori della discarica, risistemandolo nell’argine del torrente.

Onde chiarire la natura dei lavori effettivamente svolti dalla società LA CALCESTRUZZI CARIATESE, la P.G. provvedeva ad escutere a sommarie informazioni FUOCO Salvatore, il quale dichiarava, con riferimento alle opere successive all’evento, quanto segue: “A seguito di accaduto ho fornito m ed escavatori per arginare nell’immediatezza la fuoriuscita di percolato. Le attività si sono prolungate per diversi giorni anche perché i nostri veicoli erano già impiegati nella costruzione della strada che conduce all’impianto. La mia società si è occupata della fornitura del calcestruzzo utilizzato per la chiusura della tubazione dalla quale è fuoriuscito il percolato mentre il lavoro è stato eseguito a cura di operai della società BIECO… Al momento non stiamo eseguendo lavori nell’area ed abbiamo interrotto anche la realizzazione della strada d’accesso”.

Nel corso dell’escussione, peraltro, il FUOCO aggiungeva dettagli relativi all’installazione della tubazione dalla quale si era verificata la fuoriuscita del percolato, specificando quanto segue: “Sono subentrato nell’esecuzione dei lavori per l’ampliamento della discarica in una fare già avanzata in quanto dapprima se ne occupava il mio defunto fratello Gabriele. Tale tubazione al mio arrivo era già stata collocata ed era stata installata a seguito di un accordo raggiunto nel corso di una riunione tra la proprietà, il direttore dei lavori ing. Tomei e la nostra società al fine di fronteggiare la raccolta di acque piovane nel corso dell’esecuzione dei lavori. Tale accordo prevedeva la chiusura della tubazione con cemento prima dell’ultimazione dei lavori.

Dalla chiusura di tale tubazione se n’è occupata la società Bieco Srl in autonomia al fine di valorizzare le operazioni in quanto stava già lavorando l’azienda che si occupava della stesura del telo sopra l’invaso. Sono a conoscenza del fatto che la tubazione sia stata tombata con argilla e dopo vi è stato installato sopra il telo. Ricordo che la tubatura è stata fornita dalla società Bieco Srl e noi l’abbiamo soltanto messa in opera. 

Nell esecuzione dei lavori di costruzione dell’invaso sono intervenuti anche mezzi da lavoro della società BIECO Srl che ho utilizzato con la modalità di nolo a caldo. Il materiale da scavo fuoriuscito è stato successivamente trasportato all’esterno come da apposito piano di gestione”.

Appare allora utile richiamare la conversazione registrata il 29/08/202320 ed intervenuta tra i fratelli FUOCO, nonché la telefonata intercettata il 30/08/202321 tra FUOCO Salvatore e COPPOLA Eugenio, responsabile amministrativo presso la predetta azienda.
Nello specifico FUOCO Salvatore riferiva, prima a suo fratello Natale e poi ad Eugenio, del colloquio avuto con i militari, e, segnatamente quanto alla richiesta di fornire documentazione relativa ai lavori di installazione della condotta, affermava: “vediamo magari qualche foto.. di quando abbiamo.. decidiamo magari pure con Natale. Carlo.. quando abbiamo il tubo.. magari ci mettiamo pure qualche foto di quando loro l’hanno,. tombato”. 

È di rilievo anche la conversazione telefonica avvenuta il 30/08/202322 tra FUOCO Natale ed Eugenio COPPOLA, in cui il primo riferiva di essere stato convocato dal PULIGNANO che “..io gli dico che la cosa purtroppo sta prendendo una brutta piega.. anche se.. a coso.. a Catanzaro il fil, già lo sanno come è,. al NOE dove è stato Salvatore…”. 

Ancora, il 16/08/2023 avveniva ulteriore conversazione tra FUOCO Natale e il COPPOLA, nel corso della quale il primo, riferendosi all’imminente arrivo di una P.E.C. da parte della BIECO volta a contestare responsabilità per l’accaduto alla società CALCESTRUZZI dei fratelli Fuoco, chiedeva all’interlocutore l’eventuale copertura della loro polizza assicurativa rispetto all’evento. Al riguardo, il COPPOLA replicava affermando: “noi dobbiamo rispondere che non abbiamo responsabilità… eh vabbè,., è una brutta mossa… è una brutta mossa… loro stanno tutelando in questo momento fregandosene degli altri e noi dobbiamo fare la stessa cosa…”, lasciando intendere la necessità di tutelarsi legalmente in quanto le attività erano state eseguite attenendosi al progetto approvato.

Nondimeno, il FUOCO, evidentemente consapevole del fatto che la tubazione dalla quale era uscito il percolato non era affatto contemplata dalla progettazione, commentava nel senso che la stessa avrebbe dovuto essere “tombata” e criticava le modalità con cui tale opera era stata eseguita da parte di personale non appartenente alla propria ditta.

Sempre con riferimento all’avvio dei rispettivi “rimpalli” di responsabilità pare opportuno segnalare la conversazione telefonica intercorsa l’1/09/202324 tra PULIGNANO Eugenio e suo fratello PULIGNANO Walter. I due si confrontavano relativamente alla lettera di risposta proveniente dalla CALCESTRUZZI CARIATESE, declinante ogni responsabilità anche in considerazione del mancato inserimento in progetto della nota tubazione, concordando sul fatto che “entrambi se la sono parlata” (facendo riferimento ai fratelli FUOCO e l’ing. TOMEI Giuseppe).

PULIGNANO Walter, con tono adirato, si lamentava con suo fratello riferendo … “è evidente che se la sono parlata.. e va nell’idea che… quello che ti dico.. che se ne stanno scappando tutti e ti stanno lasciando col cerino in mano..”. PULIGNANO Eugenio riteneva necessario che “…ognuno si assume le proprie responsabilità. anche.. anche nei modi di pagamento adesso.. ” e che le colpe di quanto accaduto dovevano essere condivise, finendo per riconoscere, almeno in parte, il proprio coinvolgimento nei fatti (‘…l’ho fatta io una metà, e l’altra metà chi l’ha fatta? chi l’ha fatta?..”).

Va inoltre segnalato che nel gennaio 2024, a distanza di alcuni mesi dall’evento, la BIECO depositava una relazione a riscontro di altrettante richieste provenienti dalla Procura di Castrovillari e dalla Regione Calabria.
ln detto documento, la società dava atto di aver provveduto — conformemente alle autorizzazioni/richieste predette — alla rimozione del percolato nuovamente accumulatosi all’ interno dell’invaso mediante conferimento ad impianti esterni appositamente autorizzati, alla copertura dei rifiuti onde proteggerli dagli agenti atmosferici, al completamento e messa in del sistema di captazione delle acque meteoriche, alla realizzazione di un sistema di misurazione del battente idraulico e all’adeguamento della zona destinata all’accumulo del percolato nelle autocisterne.

Ciò che rende evidente, da un lato, come interventi di primaria rilevanza ai fini delta regolare funzionalità della discarica siano stati realizzati ex novo soltanto mesi dopo l’evento di sversamento oggetto di indagini e come, dall’altro, il percolato avesse nuovamente invaso la discarica per un ammontare da ritenersi pari, stante il non funzionamento dell’impianto di trattamento ad osmosi inversa in loco e l’ esclusivo smaltimento tramite conferimento ad altre ditte, a 3.836,07 tonnellate, formatesi tra i soli mesi novembre-gennaio (la Regione, al riguardo, scriveva che il relativo “battente, all ‘atto del sopralluogo, raggiungeva la superficie del corpo dei rifiuti”).

Quanto agli stessi interventi di adeguamento della viabilità, è una nota difensiva pervenuta il 5/06/2024 (volta a richiedere la revoca del sequestro probatorio) a dare atto come solo nei mesi successivi all’evento l’azienda si fosse fatta carico “dell’ultimazione dei lavori di rifacimento della strada comunale di accesso alla discarica”, ciò chiarendo definitivamente l’ulteriore carenza originaria rispetto al titolo autorizzativo.