A distanza di un anno e qualche mese il “Catanza” si riaffaccia nella cornice dell’impianto genovese e non è neppure in grado di presentarsi al “provino di “poveri ma belli”. Non esprime più “la grande bellezza” della passata stagione. Magari c’é chi sostiene abbia più forza nei confini della rosa-calciatori… C’é chi continua a sperare nell’apparizione della Santissima amalgama…
C’é chi non dispera che le scelte dell’ex Cosenza, Caserta (alias “u muntuna” come lo apostrofavano al Marulla e dintorni) siano accarezzate dalla Dea Bendata… C’é persino chi si illude che tutto possa tornare – per magia – come al tempo di “VV…” mentre c’é persino chi si domanda come sia stato possibile “smontare” lo squadrone, che tutt’Italia ci invidiava, per ritrovarsi, a sostenere, una formazione che in campo corre, lotta, va al tappeto. sotto di due gol e poi riesce persino a recuperare… però non eccelle, non strappa applausi, non va oltre la formula di mister X (ics come pareggio). Misteri gloriosi del Calcio; che “la palla sia rotonda” è cosa risaputa, mentre che le “palle” dei tifosi principino a risentire dell’effetto prolungato della “pareggite” è notizia allo stato puro. Vanno appesantendosi al termine delle consuete corbellerie declamate prima e a fine gara nel corso delle conferenze stampa passerelle dove sale in cattedra chi più che masticare di pallone pare ritrovarsi palesemente “nel pallone”.
I risultati sin qui ottenuti aiutano per certi versi Caserta consentendogli di proseguire nel percorso catanzarese; ma lo penalizzano per altri; i magri bottini, sia pure conquistati lottando con le unghie e con i denti, non concedono sprint per una risalita della china in classifica; cosa che se avvenisse potrebbe restituire serenità all’ambiente. Il vetusto “cinema Ceravolo” si sta spopolando e dopo ogni turno che si archivia la presenza degli spettatori appare in fortissimo calo. Se un giornale perdesse lettori con la cadenza che si registra sugli spalti a Catanzaro, l’editore correrebbe ai ripari esortando il direttore a scoprire le ragioni e a trovare la soluzione per rimediare; e se tutto ciò non bastasse a riportare le copie vendute a livello ottimale – recapiterebbe la lettera di licenziamento … Duemila biglietti invenduti alla media di 20 euro equivalgono al mancato incasso di 40.000 euro … due match con duemila + duemila tifosi sulle gradinate sfiorano 80.000 euro in meno… E siccome come soleva ribadire Totò “è la somma che fa il totale” a Floriano Noto converrebbe pagare lo stipendio a Caserta invitandolo a starsene sulla panchina della propria abitazione e recuperare “entrate” per bonificarne un secondo a qualcuno che possa restituire, ad abbonati e pubblico pagante, lo spettacolo di alta classe offerto nella trascorsa stagione. Non ci sarebbe nulla di male ad ammettere di aver preso un abbaglio scegliendo il sostituto del “comandante Vivarini”… Sbagliare è umano… molto meno perseverare…se non diabolico! Fonte: L’Italiano-Riccardo Colao








