Asp Cosenza, l’appalto per vigilanza e portierato ha già un vincitore e i suoi “avversari” sono i funzionari che non sanno scrivere i bandi

L’audio shock del presidente della commissione tecnica per l’appalto della vigilanza e del portierato all’Asp di Cosenza è solo la punta dell’iceberg di un sistema ormai sputtanato che va avanti soltanto perché ci sono magistrati corrotti e finanzieri al soldo della sanità corrotta. Altrimenti quest’audio avrebbe già determinato qualche “sconquasso” e invece, al contrario, serve quasi come “lasciapassare” per legittimare un appalto che è una farsa da anni e anni e non certo da ora.

Già tra il 2015 e il 2016 l’appalto per la vigilanza e il portierato aveva lasciato strascichi giudiziarie e polemiche violente tra la Rti dell’epoca formata da La Torpedine e gli Istituti Riuniti di Vigilanza e la Sicurcenter, il “colosso” siciliano tanto caro al faccendiere siciliano Luciano Basile, legato a doppio filo all’ex ministro Angelino Alfano. Alla fine, dopo una battaglia legale lunga e tragicomica, sono rimasti al comando i “locali” per 5 anni “regolari” più due di proroga e adesso siamo arrivati a questa nuova gara, che puntualmente è diventata “chiacchierata”.

Il presidente della commissione tecnica Gianfranco Abate ha detto con chiarezza, nell’audio che gira ormai anche tra le mercanzie dei fruttivendoli e sui banconi dei supermercati, che il bando per la gara è stato scritto malissimo ma non solo.

“Qualcuno è stato zitto quando ha visto il bando della gara irregolare e che la gara iniziava… epperò è un’arma a doppio taglio… infatti è già successo perché poi trovano le scuse… Se vinco la gara non mi sto zitto e se non vinco è perché se ne sono accorti… Ho parlato con l’ingegnere Capristo… non si possono fare assolutamente le valutazioni tecniche ed economiche perché con quelle condizioni è come se avessimo due mazzi di carte… prima il 40 e poi il 50… e ci fanno un sedere così…”. Dunque, è chiaro che chiunque stia leggendo il contenuto dell’audio dell’ingegnere Abate a questo punto si stia chiedendo chi è questo “qualcuno” che prima è stato zitto e adesso, probabilmente avendo vinto la gara, “non sta zitto” e fa scrivere a chi di dovere le indiscrezioni sulla gara irregolare. Ma immaginiamo che ognuno dei nostri lettori si stia chiedendo anche quale atteggiamento assumerà nella vicenda il mitico ingegnere Capristo detto anche “ricchie i lupu” (se guardate la foto capite subito perché!), braccio destro del direttore generale. Alla terza e ultima domanda invece possiamo rispondere subito: quando Abate dice che ci si trova a giocare con due mazzi di carte, testimonia soltanto quello che è il modus operandi dell’Asp di  Cosenza per ogni appalto importante che si rispetti.

Passando alle cose formali e quindi alle aziende che partecipano alla gara, la vox populi nei sempre più leggendari corridoi di via Alimena è che la gara è stata vinta da “La Torpedine”, questa volta – per quanto se ne sa – senza l’accordo con gli Istituti Riuniti di Vigilanza. Il deus ex machina dell’azienda è Giovanni Corallo, luzzese doc, che già dal 2012 (4 anni in regime di proroga) gestisce l’appalto.

Corallo è un imprenditore che sa stare al mondo, dà lavoro a circa 200 padri di famiglia ed è rigorosamente trasversale, come dicono quelli bravi, e non se la guasta con nessuno dei politici corrotti che dettano legge all’Asp. Da Mimmo Bevacqua, che pare sia il suo “sponsor” principale a Franco Iacucci, da Piercarlo Chiappetta a Pierluigi Caputo (notoriamente servi sciocchi del clan Occhiuto) e persino ai Gentile, che pure in passato gli si erano messi contro e ai boss della sanità privata, che ovviamente sono sempre in prima fila quando bisogna devastare la sanità pubblica per continuare il loro squallido giro di affari.

Tutti sanno che questa gara la deve vincere lui epperò all’Asp di Cosenza c’è qualcuno che non sa scrivere neanche un bando e di conseguenza, più che dagli avversari, bisogna guardarsi dai funzionari incapaci dell’Asp.

Quanto agli avversari, sempre per quanto se ne sa, non mancano i cosentini. Per esempio, Raffaele Filippelli, il “ras” dei portierati che ormai non brilla più della luce dei Cinghiali o Fabio Cauteruccio, il “reuccio” della Codis, che non ha più quelle sponde legate al sindaco mazzettaro di Rende che lo avevano lanciato alla grande nel mondo degli appalti.

Ma quelli più “pericolosi” verrebbero dalla Campania, da Avellino, e sarebbero anche parecchio ambiziosi. Ma la sensazione netta che si coglie nei corridoi dell’Asp di Cosenza è che faranno la stessa “fine” dei siciliani di otto anni fa. Tradotto in soldoni, l’appalto ricchissimo da 40 milioni sta prendendo sempre di più la strada… di Luzzi nonostante i clamorosi strafalcioni dei funzionari dell’Asp. Del resto, c’è sempre qualche bravo maggiordomo in livrea dei boss della sanità privata che “vigila” sugli appalti. Così vanno le cose nel fantastico mondo della sanità cosentina.