Sanità. Modello Calabria: Policlinico “Occhiuto” e Clinica “Annunziata”

La sanità è il cuore del problema. Lo scriviamo e lo diciamo da sempre: la sanità occupa il 70% del bilancio della Regione Calabria e dentro questo sistema girano miliardi di euro e valanghe di interessi legati a questo mostruoso turbinio di affari. In queste ultime ore due eventi hanno catalizzato l’attenzione generale e fotografano alla perfezione lo stato delle cose. Il presidente della Regione Roberto Occhiuto si è sottoposto a un intervento al cuore per la riparazione della valvola mitralica al Policlinico di Catanzaro, oggi Dulbecco, e ha imposto la presenza del cardiochirurgo Daniele Maselli, esperto in materia. La circostanza è imbarazzante per motivazioni fin troppo facili: ma davvero è possibile che qualcuno si scelga il chirurgo che lo deve operare? Eppure è accaduto.

A poche ore di distanza viene inaugurato all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, il nuovo reparto di Chirurgia toracica diretto da Franca Melfi.

Il comunicato, che ne dà notizia riferisce che, in quel reparto, sotto stati attivati 4 posti per solventi. Il primo a protestare è Carlo Guccione, scadente esponente del Pd, appartenente a una classe dirigente logora e clientelare, che tuttavia ha gioco facile a denunciare il clamoroso caso di un reparto di un ospedale pubblico “privatizzato”.

“Un fatto di una gravità inaudita – tuona Guccione -: questo vuol dire che, a turno, 4 pazienti usufruiranno di un trattamento privilegiato, perché in grado di pagarsi personalmente o per il tramite di una compagnia assicurativa, l’intera prestazione ospedaliera. Sotto mentite spoglie è l’avvio della privatizzazione della sanità pubblica, una scandalosa pratica di volgare commercializzazione”. Lo seguiranno a ruota altri esponenti del Pd, il M5s e persino il sindaco di Cosenza.

A Catanzaro la “notizia” dell’arrivo di Maselli al Policlinico in compagnia tra l’altro del suo perfusionista di fiducia ha scatenato un putiferio. Il primario Mastroroberto è stato clamorosamente scavalcato, per giunta con un intervento che non era mai stato eseguito dalla sua equipe. Inevitabile che se la prenda con chi risulta a capo della baracca, la dg Simona Carbone, della quale viene invocata a gran voce la cacciata. Un episodio forse anche più disarmante che imbarazzante per le modalità con le quali è avvenuto. Siamo al “Policlinico Occhiuto”, senza se e senza ma.

Tuttavia, non ancora “contenti” del disastro andato in scena nel silenzio generale dei media e della malapolitica, si è riusciti ad andare anche oltre il “Policlinico Occhiuto di Catanzaro” perché abbiamo appreso ancora più sbigottiti e sgomenti che si è dato il via libera anche alla “Clinica Annunziata” di Cosenza. E anche in questo caso nel silenzio dei media ma – per fortuna – non di una parte della malapolitica, che proprio non ha potuto chiudere gli occhi davanti allo scenario che è stato rappresentato senza un minimo di pudore.

Il nuovo reparto di Chirurgia toracica è diretto da un’eccellenza cosentina come Franca Melfi. La professoressa Melfi, sessantacinque anni, già professore associato a Pisa, nell’agosto scorso è divenuta professore ordinario ad Arcavacata. La sua venuta siamo convinti darà l’impulso che ci voleva a questa branca della chirurgia interventistica così come siamo certi che il suo trasferimento ad Arcavacata non sia dipeso dal passaggio ad ordinario avvenuto solo dopo l’annuncio del suo trasloco. Nella vita esistono le combinazioni e dobbiamo farcene una ragione.

Ciò che però appare quantomeno singolare è il book fotografico del nuovo reparto. I più attenti e avvezzi alle leggi ed ai regolamenti hanno subito storto il naso vedendo sugli online di regime l’arredamento delle stanze di degenza.
Anzi, più di uno ha detto “ma queste stanze non sono a norma, non seguono il DCA 81 del 2016” (decreto dell’allora Commissario ad Acta Scura).
Ma cosa ci sarà di strano? Ad esempio le testiere dei letti che mancano. Quelle in fotografia sembrano testiere da b&b e non da ospedale. Per non parlare dei quadri, che non dovrebbero essere là dove sono, praticamente al posto dei testaletto.

Le testiere che…. non ci sono

Ma non solo. Anche i paraspigoli sul muro, fondamentali nei casi frequenti di caduta del paziente, sono bassi mentre dovrebbero essere alti almeno due metri. Quelli che vediamo montati sembrano per bambini… Mancano proprio le basi, per farla breve.

Le responsabilità sono certamente del direttore generale De Salazar, che evidentemente non sa nemmeno come si fa una stanza d’ospedale.

Saranno solo delle “sviste” rispetto al decreto del commissario? Non lo sappiamo noi ed evidentemente non lo sanno neanche – oltre a De Salazar ovviamente – la professoressa Melfi e il rettore Leone (ci sarebbe stato anche Occhiuto, impegnato nel “suo” Policlinico), ritratti felici e contenti nel reparto tirato a lucido.
Ma comprendiamo che in una regione dove il governatore si porta il chirurgo da casa e un ospedale diventa una clinica, c’è da aspettarsi di tutto. Modello Calabria, altro che Lombardia: “Policlinico Occhiuto” e “clinica Annunziata”, ecco la Calabria che (non) t’aspetti.