Gioia Tauro. Lavoratore residente nell’ostello solidale Dambe So aggredito nella Piana. La solidarietà dell’Usb

Roma (NEV), 16 dicembre 2024 – Questa mattina gli operatori dell’ostello Dambe so, una delle iniziative di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche, hanno accompagnato un residente dell’ostello a fare denuncia di aggressione contro ignoti dopo che è stato aggredito venerdì scorso, nelle strade tra San Ferdinando e Rosarno. La dinamica dell’aggressione è quella che spesso si verifica nelle strade buie della Piana di Gioia Tauro e che ci è stata raccontata più volte. Un’auto si è avvicinata a questa persona che stava rientrando dal lavoro in bici, ha aperto la portiera, colpendolo e facendolo cadere. Un gesto vergognoso, che condanniamo, e che si aggiunge alle tante difficoltà di questi lavoratori. Ricordiamo che la rivolta di Rosarno, nel 2010, nacque a seguito di episodi simili, in un contesto di estrema ghettizzazione dei lavoratori migranti. Purtroppo a distanza di più di un decennio nulla è cambiato.
Siamo preoccupati per un clima di tensione crescente e per il quale chiediamo attenzione anche da parte delle istituzioni.

COMUNICATO STAMPA

Solidarietà al lavoratore aggredito: contrastiamo violenza e discriminazione nei confronti dei braccianti migranti

L’Unione Sindacale di Base esprime la massima solidarietà al lavoratore aggredito mentre tornava dal lavoro nella Piana di Gioia Tauro. Questo ennesimo episodio di violenza, avvenuto ai danni di un residente dell’ostello solidale Dambe So, riporta alla mente il clima di intimidazioni e aggressioni che hanno preceduto i tragici eventi di Rosarno del 2010.

Purtroppo è l’ennesima notizia di questo genere che periodicamente balza all’attenzione della cronaca, senza avere chiaro se queste violenze siano parte di una strategia finalizzata a estromettere le persone nere dal territorio o se si tratti di un ulteriore sintomo del clima di odio e discriminazione che continua a diffondersi nel nostro Paese. Ciò che appare evidente è che la precarietà e l’isolamento nei quali i braccianti migranti sono costretti a vivere non solo alimentano lo sfruttamento nel settore agricolo, ma anche la violenza quotidiana.

Da anni denunciamo come i cosiddetti “campi” siano stati trasformati in un enorme attrattore di risorse pubbliche: milioni di euro sono stati spesi e altrettanti sono previsti per il loro “superamento”, mentre le vite di centinaia di persone continuano a essere concentrate in veri e propri “non luoghi”, funzionali non solo all’economia agricola del territorio ma anche alle attività della criminalità organizzata.

Dambe So, al contrario, rappresenta un modello virtuoso: uno spazio di accoglienza e dignità per lavoratori che contribuiscono alla nostra economia. Questo modello deve essere tutelato e sostenuto dalle istituzioni locali e nazionali, non solo con parole, ma con azioni concrete che spezzino l’isolamento e favoriscano l’inclusione sociale e lavorativa.

L’USB ribadisce la necessità di un intervento deciso per fermare questa spirale di violenza e per costruire un futuro che garantisca diritti e dignità a tutti i lavoratori, indipendentemente dal colore della loro pelle o dalla loro origine. La nostra lotta è per un’agricoltura che non sfrutti, per un’accoglienza che integri e per una società che non lasci spazio a odio e discriminazione.

Reggio Calabria, 16 dicembre 2024

USB Lavoro Agricolo Reggio Calabria