Crotone, scontro aperto sui rifiuti della bonifica: il Ministero deciderà sull’utilizzo del sito

Da un lato c’è la Regione: l’utilizzo da parte dell’Eni Rewind del deposito temporaneo D15 dove stoccare, da gennaio 2025, i rifiuti pericolosi dell’ex area industriale di Crotone per smaltirli nella discarica di Columbra viola il decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che lo scorso primo agosto ha approvato lo stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2. Dall’altro la società del gruppo Eni: il ricorso al D15 trova fondamento nella «necessità di superare» il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che, dal 2019, vieta di conferire le scorie pericolose del Sin di Crotone negli impianti calabresi. È di nuovo muro contro muro tra l’impresa del Cane a sei zampe e la Cittadella di Catanzaro.
Al centro dello scontro epistolare c’è la volontà dell’Eni Rewind di avviare gli interventi di bonifica a partire dal prossimo mese facendo affidamento sulla struttura D15 nella quale sistemare le sostanze pericolose, prive di Tenorm e amianto, al fine di portarle nella discarica della Sovreco. E lo fa chiamando in chiamando in causa in Mase affinché chiarisca se l’azienda amministrata da Paolo Grossi potrà usare il deposito temporaneo. In quanto occorrerà attendere 6-8 mesi prima di ottenere le notifiche transfrontaliere per trasferire le scorie pericolose nei quattro impianti individuati tra Germania e Svezia. «Come chiaramente evidenziato» dal ministero dell’Ambiente – scrivono Salvatore Siviglia e Giovanni Aramini, dirigente generale e di settore del dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente della Regione, nella nota del 9 dicembre – il decreto «prescrive» che, «nelle more della modifica» del Paur, «i lavori» di risanamento ambientale «debbano essere avviati» nel «pieno rispetto del vincolo regionale che subordina l’utilizzo del deposito preliminare D15 all’individuazione di un sito di smaltimento finale al di fuori» della Calabria.

E poi: “Tale vincolo – rimarcano i tecnici – ad oggi è perfettamente valido ed efficace e la sua rimozione è di esclusiva competenza della Regione”. Quindi, conclude il documento, “fino alla rimozione” del provvedimento autorizzatorio unico regionale “permane l’obbligo per Eni Rewind di procedere allo smaltimento dei rifiuti pericolosi” lontano dalla Calabria.

La società invece ha sintetizzato la sua posizione in tre punti: “Il conferimento in discariche estere – evidenzia Stefano Lifone, program manager Sicilia-Calabria dell’Eni Rewind nella missiva del 12 dicembre – è subordinato all’ottenimento delle notifiche transfrontaliere con tempi stimati di circa 6-8 mesi”.

“Le notifiche potrebbero non essere approvate dallo Stato ricevente in forza del Regolamento in vigore e saranno difficilmente rinnovabili, da maggio 2026, con l’applicazione del Regolamento UE 2024-1157 che prevede il divieto dell’esportazione dei rifiuti a meno che il notificatore dimostri che i rifiuti non possono essere smaltiti in modo tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile nel Paese in cui sono stati prodotti”.

Infine, la complessità della logistica, sia via treno che via nave, potrebbe comportare il fermo temporaneo del cantiere di bonifica o un rallentamento delle attività non compatibile con il cronoprogramma del Pdb. Fonte: Gazzetta del Sud