Crotone. Il segretario provinciale del Pd sul libro paga di Voce: ecco perché non vede, non parla e non sente

Ecco perché il Pd a Crotone non parla, non vede, non sente

In molti a Crotone si chiedono se nella città e nella Provincia di Pitagora esiste ancora il Pd. Avete capito bene: il Partito Democratico. Evidentemente una simile domanda scaturisce dal fatto che di questo partito a Crotone si è persa ogni traccia. Eppure Crotone è stata la culla della Sinistra, non a caso era definita (una volta…) la Stalingrado del Sud!
Una città che ha avuto una classe operaia cresciuta in un polo industriale tra i più importanti del meridione, con la presenza di un forte PCI. Quel Partito dalla cui storia è nato il Pd. Sulla carta…

Proprio per queste radici la condizione nella quale è ridotto oggi il Pd a Crotone fa sorgere molteplici interrogativi. Anche perché la città di Crotone certamente non brilla per qualità della vita, per lavoro, per i servizi a partire dalla Sanità, per il turismo e per la valorizzazione del suo prezioso patrimonio culturale.

Per non dire delle preoccupanti problematiche ambientali segnate dalla presenza di un sito industriale dismesso, tra i più inquinanti d’Europa con la presenza di amianto, arsenico, cadmio, tenorm e norm con tracce radioattive etc etc. Una realtà carica di problemi che avrebbe richiesto e richiederebbe attenzione, presenza, impegno a difesa della comunità.

Vi è da dire che, come tutti ricordano, nelle ultime elezioni amministrative a Crotone il Pd affidato alle “cure” di un Commissario, al secolo Franco Iacucci, non presentò neanche la lista. I suoi esponenti (quelli rimasti dopo la disfatta) dichiararono opposizione a Vincenzo Voce, eletto sindaco sull’onda di una battaglia ambientalista contro Eni. Una posizione intransigente quella del sindaco Voce che via via è divenuta accondiscendente grazie alle benevolenze di Eni, il cui potere di “convincimento” è ben noto a coloro che conoscono la storia del cane a sei zampe.

Per non parlare dell’evoluzione politica del sindaco Voce, avvicinatosi al presidente Occhiuto il cui partito, Forza Italia, ha sostenuto alle ultime elezioni europee votando e facendo votare Giusy Princi, ex vice di Occhiuto. Ci sarebbero state e ci sono tante ragioni per fare una seria opposizione al sindaco Voce e al suo modo clientelare e spregiudicato di amministrare la città. Il Pd e le forze progressiste avrebbero tanti motivi per sviluppare una forte ed incisiva opposizione e per ricostruire una alternativa a Vincenzo Voce. Ma è proprio qui che casca l’asino!

Il Pd di Crotone è guidato da un segretario provinciale che si chiama Leopoldo Barberio (detto Leo) da Scandale.
Lo stesso Leo Barberio a cui il sindaco Voce ha affidato due contratti di collaborazione. Il primo di 18 mila euro per il periodo 1 giugno 2023 / 31 gennaio 2024. Il secondo di 22 mila 200 euro per il periodo 1 febbraio 2024 / 30 aprile 2025.
Ragioni di opportunità avrebbero dovuto consigliare il segretario provinciale del Pd di astenersi dal partecipare al mercato clientelare del sindaco Voce.
Il massimo esponente provinciale di un partito di opposizione viene messo sul libro paga del Comune senza alcuna remora di ordine etico e politico. Non c’è anima green che regga difronte ad uno straccio di contratto lanciato da una tavola imbandita come l’osso ad un cane. Chissà se al Nazareno sanno a che livello di accattonaggio è arrivata la sua rappresentanza da queste parti. E ancora c’è chi si chiede come mai qui il Pd non si veda! Questa sarebbe una bella domanda da girare ad Elly Schlein.