Egregio direttore,
questo è ciò che è accaduto nella montagna di Fagnano dove si è voluto realizzare un “Parco avventura” finanziato dalla Regione Calabria con fondi Pac dall’allora assessore al turismo Orsomarso. Si è sbagliato sito, progetto ed esecuzione con le dimissioni di un assessore e ora si cerca di far passare una semplice tempesta come un tornado per poter utilizzare i fondi del ribasso che dovrebbero restituire alla Regione. Sì, c è stata una tempesta che però ha fatto cadere solo gli alberi malati dove erano state ancorate le funi per i camminamenti aerei mentre come si può rilevare dalle foto gli alberi sani sono rimasti in piedi. Ora si cerca di salvare la faccia per questo disastro annunciato con lo sperpero di 1 milione e 500 mila euro.
Così si presenta il tanto decantato “Parco avventura” oramai divenuto di ‘ disavventura’ . È pur vero che c’è stato tanto vento, ma quel che colpisce è la constatazione che sono state sradicate quelle piante ove erano agganciate le funi per i camminamenti aerei, mentre quelle vicine, per lo più, hanno resistito, segno che l’apparato radicale era ben interrato (come si può rilevare dalle foto), cosa non riscontrabile nelle piante cadute. Eppure si era dato incarico ad un tecnico agronomo (meglio sarebbe stato ad un tecnico in scienze forestali , più competente in materia per come sempre sostenuto), il quale ha dichiarato che le piante individuate per l’aggancio delle funi, erano sicure. I danni causati da una sommaria analisi, potrebbero ammontare a 15 / 20 mila euro che alla luce di come è stata condotta la vicenda, chi pagherà?
Lo farà l’impresa alla quale è stata affidata l’area, pur non avendo la stessa i requisiti tecnici, economici, legali, per come la legge sugli appalti recita. O pagherà il Comune che volendolo affidare a tutti i costi, si è prestato ad essere citato in azioni giudiziarie? Mah, vedremo, il dato certo è che fondi pubblici sono stati gestiti male e per come si suoi dire, buttati al vento.
DIMISSIONI ASSESSORE GIOVANNI TRIPICCHIO
Chiarimenti dovuti per salvare l’integrità di un progetto su cui ho condotto battaglie (ahimè perse) e dedicato molto tempo dell’attività di amministratore. Se qualcuno ha sbagliato dovrà assumersi le proprie responsabilità.
6 DICEMBRE – L’ORA DEI CHIARIMENTI 
Fa piacere constatare che anche l’ex assessore e ex consigliere comunale Dott. Tripicchio, correo nelle scelte per come lui cita, senta il dovere di chiedere chiarimenti su quanto avvenuto in montagna, ponendo uguali interrogativi per come da noi sollevati. Anche perché il ripristino dell’opera avrà tempi lunghi e costosi. Si dovranno togliere le piante cadute, fare una attenta e scrupolosa verifica di quelle rimaste in piedi e togliere quelle danneggiate, si dovranno modificare percorsi e camminamenti aerei, oltrechè dirimere la questione “dell’affidamento forzato e incompleto” dell’opera, vedere se tale affidamento è valido, anche per capire chi dovrà accollarsi relative spese, se la società affidataria o il Comune, oltre che per come pure richiesto dal dott. Tripicchio, accertare se vi sono state lacune, negligenze, nella progettazione, nelle perizie tecniche, nella individuazione di tecnici con specifiche competenze nel campo forestale.
Già a suo tempo ci eravamo permessi di proporre il Dott. in Scienze Forestali Fiorenzo Rizzo nostro compaesano e valido tecnico riconosciuto a livello regionale, certo più addentro alla materia, del pur valido Dott. in Agraria Giovanni Gallicchio che opera prevalentemente nel comparto agricolo e agroalimentare. Si auspica che ci si attivi subito per mettere in sicurezza il sito, che si individuino operatori competenti e qualificati per come richiede la tipologia dell’intervento realizzato, che oltre alle capacità necessarie, accomuni pure quelle economiche e tecniche per come è previsto nei disciplinari MIT e ANAC. Per quanto di nostra competenza e possibilità, disponibilissimi a dare nostro contributo, affinchè si porti il tutto a risoluzione, evitando che fondi pubblici già spesi siano serviti a creare una cattedrale, stavolta non nel deserto, ma in montagna, in una località amena che meritava ben migliore sorte.












