Cetraro. Tutti a casa, finisce l’era del Gallo cedrone e di Mimmo Chiù Chiù

Finisce a Cetraro l’era del Gallo Cedrone e di Bevacqua Chiu Chiu. Tutti a casa.

CETRARO – Si sono dimessi 9 consiglieri comunali decretando lo scioglimento del consiglio dopo un tira e molla durato mesi e mesi e dopo il tentativo ai limiti della decenza di Gallo e Bevacqua di mantenere i loro lacchè Falbo e Cennamo ai posti di comando. Si è chiusa una vicenda che ha avuto dell’incredibile se si pensa che i due nullafacenti regionali le hanno provate tutte per evitare la prima Waterloo del Tirreno.

Sì, la prima, perché a Cetraro seguiranno sia Paola che Scalea. Si erano coalizzati tutti: Gallo, Bevacqua, Cennamo, Falbo, Caldiero, Quercia, Luciani. Tutti per impedire che si tornasse al voto e si spalancassero le porte per quel furbacchione di Peppino Aieta, che comparendo e scomparendo, ha costruito la tela per metterli tutti nel sacco. La sua abilità è stata quella di costruire un fronte dell’opposizione unito e non permeabile ai ricatti. E così, ecco che anche Don Masino Cesareo, ha perso la testa e li ha mandati a casa insieme alla minoranza perché l’arroganza, neanche lui l’ha piu sopportata.

Perché era insopportabile continuare a far percepire stipendi a nullafacenti con i cittadini che gli attribuivano la responsabilità dello sfacelo di Cetraro dopo che aveva ritrattato a causa dell’imposizione di Gallo cedrone. Ci ha stupiti, Don Masino! Ci ha confermato nel nostro giudizio, invece, la signora del flag, Gabriella Luciani, che per non indispettire il Gallo cedrone, non ha firmato le dimissioni. Vrigogna!

Cesareo invece ha avuto dalla sua parte tutto il partito, iscritti e dirigenti, che a gran voce chiedevano di mandare a casa quegli incapaci degli amministratori. Cetraro dunque è il primo paese che si libera dalla morsa del potere arrogante del Gallo cedrone e lo fa con una operazione che dimostra a questi arroganti consiglieri regionali che le comunità vogliono essere lasciate in pace e non vogliono essere condizionate da un potere che non produce nulla per l’interesse dei cittadini ma solo per gli interessi dei clienti. Attendiamo adesso, sull’esempio fulgido di Cetraro, che anche le comunità di Paola e di Scalea trovino il coraggio di ribellarsi alle imposizioni ed ai giochetti di palazzo.