A Scalea hanno perso tutti, tranne i soliti… (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Alla fine, non ce l’ha fatta, il sindaco di Scalea, Perrotta a tenere in mano la sbrindellata amministrazione. Il disperato tentativo dell’ultimo consiglio-show non è servito a nulla. Ha pagato lo scotto dei troppi annunci, delle lentezze e delle risposte non date, la voglia di arroccarsi in un continuo sentimento di accerchiamento, paga soprattutto le capriole politiche (come il passaggio a Forza Italia). Troppi i fianchi scoperti. Troppe le mancanze.

Ieri mattina si sono dimessi nove consiglieri, sette di minoranza (Paravati, Silvestri, D’Anna, Versace, Orrico, Angona e Torrano che ha consegnato il plico) e dall’ex vicesindaca Alfano e l’ex capogruppo Gianna Fiore. Il commissario traghetterà Scalea fino alla prossima primavera probabilmente (bisognerà aspettare il decreto perché c’è la possibilità che si arrivi al 2026).

A Scalea il disagio sociale è pesante, la droga scorre e i palazzi prendono fuoco nel silenzio totale. Ed in questa situazione dove i comitati d’affari del cemento, della spazzatura e dei permessi sono più che attivi si prepara l’ennesima campagna elettorale avvelenata. Se fino a qualche settimana fa si ironizzava sulla pesca a strascico di Forza Italia sul Tirreno e si diceva che a Scalea c’era da capire se stare con Forza Italia in minoranza o con Forza Italia in maggioranza… alla fine, la situazione si è risolta: i forzisti si sono dimessi per far cadere Forza Italia. E per capire dei veleni e dei giochi interni che riconsegneranno Scalea alla peggiore borghesia imprenditoriale, basta rammentare la cronaca dell’ultimo consiglio e chi aveva commentato. Gli stessi protagonisti che hanno brindato non appena la notizia si è diffusa. Addirittura, negli scorsi mesi raccoglievamo una certa aria di nostalgia (https://www.iacchite.blog/scalea-metafora-dei-calabresi-si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio/).

I protagonisti

Lo show andato in scena ha regalato momenti gustosi ed esibizioni da Oscar. Il presidente del consiglio che indeciso se votare FI o FI, abbandona l’aula, il vicesindaco Alfano, che aveva rinunciato all’assessorato e alla carica, alla fine ha staccato la spina. Membri della minoranza – leggasi Paravati – novelli Ciceroni che arringavano la folla e dimostrando di avere talento e una promettente carriera… alle spalle. E il sindaco in mezzo. Dopo settimane di capriole politiche difficilmente comprensibili. “Deriso, schernito, umiliato” così lo definisce Ugo Vetere in uno dei suoi post da “umile cittadino di Scalea” senza nomi. Il sindaco si era arroccato su una vittoria di Pirro incapace di ogni mea-culpa. Ma adesso tutti gli altri come si posizioneranno nello scacchiere delle prossime elezioni?

E ora ci chiediamo. Come rispondono gli oppositori alle domande lasciate aperte? La società di Belvedere esce fuori dall’aviosuperficie (e che si capisca cosa ne sarà)? Le risposte sulla discarica? E poi le denunce e le lettere arrivate che abbiamo pubblicato (con nomi precisi) sulle negligenze o i favoritismi dei vigili, dei permessi delle attività, delle denunce che procedono lente. Argomenti delicati. D’altra parte, parliamo di soldi e imprese.

Le reazioni: i soliti post e i ritorni

E infatti le reazioni raccontavano ancora di più. Quelli che contano politicamente hanno tutti commentato ovviamente senza nomi e cognomi come fanno tutti tranne ad onor del vero Orrico e Paravati) la vicenda. Le aspettative erano alte. Pure le promesse, viene da chiedersi? Ma ci arriviamo.

Si è già detto dei post ironici e ormai, puntuali come l’angelus, del sindaco Vetere, ovviamente in veste di “cittadino”. Un umile cittadino osservatore che scrive spesso su Scalea. Osserva, scrive (anche intestato dal suo studio) e condivide. A volte, poi, cancella. Tipo come quando scrisse e cancellò il post di apprezzamento a Gaetano Bruno. Tipo come quando condivise e cancellò il post di Mario Russo un paio di mesi fa. Internet non dimentica.

Vetere, l’ex-dema, paladino della legalità che condivide Mario Russo (colui che intercettato diceva “a Scalea decido io chi far votare”) è già tutto dire. Che ci fossero nuovi equilibri nella catena che parte da Occhiuto e passa per Scalea lo avevamo anticipato. Così come è anche naturale trovarsi ogni tanto d’accordo, ma allora la domanda è: perché cancellare? Perché è un problema condividere? E si aggiunge una nuova domanda: chi appoggerà alle prossime elezioni?

Intanto proprio lui, l’ex Re-Nudo ora rivestito ha detto la sua, di solito silente. In maniera allusiva se la prende con topi e conigli. Ma l’allusione la svela Gaetano Bruno che risponde “altro che topi… volevi andare a pesca”. Tutti abili poeti e scrittori di metafore.  Il voto aveva anticipato i giochi. Scrivevamo che doveva fare un po’ di pratica affinché “a Scalea possa decidere chi far votare”, ma che aveva ancora tempo per recuperare smalto e riprendersi centralità anche per evidenti demeriti altrui. Detto, fatto.

Tutti che ce l’hanno con i vari traditori. Che ambientino che c’è in Forza Italia! Di tutte queste capriole e giochi di palazzo resteranno le macerie visibili sul territorio. Per il resto come si dice: la storia si ripete sempre due volte, la prima in tragedia, la seconda in farsa.