Franco Piperno, l’ultimo Lupo meridionale (di Gioacchino Criaco)

Franco Piperno. L’ultimo Lupo meridionale

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco

“Ma ci sta qualche lupo, ancora, da queste parti, di quelli locali dico, non di bestie portate da chissà dove?”
“Qualcuno. Forse malandato. Un poco spelacchiato. Con una covata nascosta in qualche grotta. Magari ci sta”
Una risata di risposta, una sgranata d’occhi.

C’è venuto anche Franco in quella stralunata, anarchica, pendenza aspromontana, sotto le Querce di Africo. L’unica volta che l’ho visto, che ci ho parlato. Una presenza discreta, carica però di tutta la sua personalità, un segno: quello dell’intelligenza di chi capisce, di chi conosce l’importanza dei gesti, il significato.
No, forse non sarà davvero l’ultimo, ma ci lascia orfani un bel po’, in tempi di conformismo asfissiante, sotto la religione praticata di legge e ordine. Bisogna almeno ululare, anche se è rimasta scarsa forza per lottare. Passiamo dai combattenti ai reduci di nessuna guerra combattuta, e restiamo nelle latitudini sudicie l’ultimo spauracchio di un asettico alienismo che si ingoia il mondo.
Ci si disorienta ogni volta che ci manca un pezzo importante, che sempre meno abbiamo materiale umano per poterlo sostituire.
La disperazione è forte quando i branchi sono già pochi, vivono dispersi e s’involano i lupi di pezzatura maggiore. Poi qualche speranza rinasce insperata e l’ultimo lupo non è mai veramente l’ultimo.