Diciamocelo con enorme franchezza. Oggi, dopo la 27^ giornata di campionato, quando mancano 11 partite alla fine e mentre neanche sappiamo se nel pomeriggio sarà Alvini a dirigente l’allenamento, il Cosenza ultimo in classifica ricorda molto da vicino la leggendaria “Longobarda” dell’altrettanto leggendario film-cult “L’allenatore nel pallone”. La trama del film è straconosciuta ma in questa sede non possiamo fare a meno di ricordarla. L’avido e corrotto presidente Borlotti, ritrovatosi quasi per… caso in Serie A, programma una immediata retrocessione in Serie B vendendo i migliori calciatori della squadra e ingaggiando un allenatore in bassissima fortuna, Oronzo Canà. Tutto sembra procedere per il meglio ma improvvisamente la squadra si sveglia, trascinata dai gol di Aristoteles, un attaccante brasiliano che per mesi non tocca palla ma che alla fine rivela le sue grandi qualità. E finirà per salvare davvero la squadra.
Perché parliamo della Longobarda? Ma perché il disegno di Guarascio a inizio stagione ma anche nel mercato di gennaio è sembrato esattamente quello di Borlotti ma improvvisamente, dopo mesi di contestazione, è decisamente cambiato. Da un paio di settimane Guarascio, con un colpo di teatro e una piroetta degna del migliore ballerino, si augura con tutto l’amore che può (per i soldi) che è molto ma molto meglio che il Cosenza, sì insomma, la Longobarda, si salvi per davvero. Perché? Ma perché, essendo uscite fuori le voci sui potenziali acquirenti della società in pieno calciomercato di gennaio e avendole ignorate con tutta la peggiore facciatosta possibile, una clamorosa salvezza nella migliore delle ipotesi farebbe impennare a dismisura il prezzo della cessione del Cosenza e – nella peggiore delle ipotesi – farebbe risalire inevitabilmente anche le stesse quotazioni, oggi in caduta libera, di Gargamella, al quale, in caso di salvezza, sarebbe riuscito un nuovo incredibile miracolo che potrebbe tenerlo ancora in sella contro ogni previsione. Dichiarando, per esempio, che la società non è più in vendita!
Con una retrocessione invece Guarascio sarebbe costretto dalla piazza a vendere a zero e soprattutto sarebbe costretto a rivelare quello che finora non ha potuto rivelare rispetto alla “regolarità” della sua gestione. Insomma, con il Cosenza in Serie C per Guarascio stavolta sarebbero guai molto seri. In ogni senso.
E allora chi è che si augura la retrocessione del Cosenza? Beh, non ci vuole molta fantasia per capire che in prima fila ci siano proprio i potenziali acquirenti, che improvvisamente sono aumentati. In prima linea ci sono certamente quelli del “fondo arabo”, che da almeno due mesi sono sulla bocca di tutta la tifoseria. E chi le ha messe in giro queste voci?
I due ispiratori di questa vicenda sono Ernesto Ferraro e Paolo Posteraro, famigerati faccendieri del sottobosco della politica locale. Ferraro è addirittura capo delle Ferrovie della Calabria, trascinate sull’orlo del fallimento, in quota Occhiuto. Posteraro, se possibile, è ancora peggiore di lui, essendo proprio il bancomat personale di Roberto Occhiuto, il segretario particolare della compagna parlamentare e l’ex capo dell’Amaco, ovviamente fallita. Nonché editorialista e persino editore, attraverso i parenti della moglie, del giornale sul quale è uscita fuori la notizia. Si tratta de Il Quotidiano del Sud e il giornalista in questione si chiama Alfredo Nardi, è un bravissimo “raghezzo” (come lo chiamerebbe Lino Banfi-Oronzo Canà) ed è stato scelto dal “capo” per far girare la notizia proteggendo i protagonisti con un tragicomico “patto di riservatezza”.
L’aspetto “arabo” della questione è rappresentato in realtà solo dai soldi che il gatto e la volpe hanno messo a Dubai, dove vive il sedicente manager di… Praia a Mare, che risponde al nome di Ruggiero Lomonaco, che sarebbe il nome da spendere per non far esporre i due faccendieri sputtanatissimi. Ma che – ahiloro – è stato già smascherato in largo anticipo e li ha messi ancora di più in difficoltà. Aumentando le possibilità degli atri faccendieri interessati all’affare, forse il Gruppo Citrigno, il rivale del gruppo iGreco, forse ancora altri.
Per farla breve, oggi il Cosenza-Longobarda viene dato per morto da tutti, ma proprio da tutti, e soprattutto da chi vorrebbe prenderlo a zero. Ed è per questo che oggi il Cosenza diventa a tutti gli effetti la Longobarda magari la Longo(N)arda, dal cognome del cronista che ha “pilotato” l’operazione. E’ la satira, bellezza. Ci sta e non vuole essere un’offesa per il professionista. che ha fatto il suo lavoro, ma si tratta soltanto di uno sfottò sul quale farsi una bella risata in attesa degli eventi. Anzi, dei risultati, a partire dal prossimo, quello della trasferta di Modena.
Nel film, alla vigilia della sfida decisiva contro l’Atalanta, Borlotti svela finalmente le sue vere intenzioni al suo allenatore: rimanere ai vertici del calcio italiano ha costi troppo elevati, quindi aveva ingaggiato Canà proprio perché cercava un allenatore poco competente che facesse in modo che la società tornasse in Serie B. E gli chiede di non far giocare Aristoteles per evitare la salvezza. Oggi invece non sappiamo neanche se Guarascio si aggrapperà ancora al suo allenatore Alvini-Oronzo Canà per rimanere clamorosamente a galla nella partita probabilmente decisiva perché se la squadra perde anche a Modena forse è veramente finita. Ma siccome il pallone è ancora rotondo, tutto può succedere. Anche che segni Aristoteles! E noi saremo qui a raccontarvelo.