Tropea: il TAR conferma lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, ecco il fallimento di Macri, un personaggio che non doveva essere eletto alla carica di sindaco.
Gentile Direttore;
le invio un articolò sulla sentenza del TAR del Lazio, che sancisce il rigetto e il definitivo commissariamento del comune di Tropea, sicuro che vogliate pubblicarlo nella vostra testata per diffondere una coscienza civile e di legalità nella comunità di Tropea che ha subito il 2 consecutivo commissariamento del consesso comunale, spero che questo articolo possa essere da sprone per tutta la comunità per rigerarsi e trovare le risorse migliori per dare un’amministrazione democratica alla meravigliosa Tropea.
Da Roma, oggi 7 febbraio 2025 – La decisione è arrivata: il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha respinto il ricorso del sindaco e dei consiglieri comunali di Tropea, confermando lo scioglimento del consiglio comunale deciso lo scorso aprile dal Presidente della Repubblica. La motivazione? L’ombra della ‘ndrangheta sulla gestione della città, con un’amministrazione che, secondo le indagini, era ormai compromessa dai legami con la criminalità organizzata.
Il quadro delle accuse
Non si tratta di un provvedimento punitivo, ma preventivo. Il Ministero dell’Interno ha sottolineato come l’influenza dei clan abbia minato l’autonomia e l’imparzialità della macchina amministrativa, con ripercussioni dirette sulla sicurezza pubblica. Le carte parlano chiaro: la Commissione di Accesso ha rilevato connessioni pericolose tra politici locali e ambienti mafiosi, un dato già emerso in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Tra gli elementi chiave dell’indagine:
- Un sostegno elettorale inquietante: I boss locali avrebbero appoggiato il sindaco Macrì e la sua lista durante le elezioni del 2018.
- Legami stretti con la ‘ndrangheta: Frequentazioni sospette e parentele scomode tra amministratori e membri della criminalità organizzata.
- Appalti e concessioni opache: Affidamenti diretti e proroghe ingiustificate a favore di imprese vicine ai clan.
- Controlli edilizi inesistenti: Intere strutture riconducibili a pregiudicati hanno operato indisturbate.
Il fallimento dell’amministrazione Macrì
L’esito del processo non lascia dubbi: la gestione del sindaco Macrì ha fallito nel garantire trasparenza e legalità. Il TAR ha respinto ogni tentativo di difesa, affermando che i provvedimenti adottati dall’amministrazione non erano sufficienti a contrastare l’infiltrazione mafiosa. Anzi, le irregolarità e le connivenze dimostrate hanno reso inevitabile lo scioglimento del consiglio.
La sentenza segna un punto fermo nella lotta dello Stato contro la criminalità organizzata negli enti locali. L’obiettivo è chiaro: impedire che l’ombra della mafia continui a condizionare la vita politica e amministrativa delle comunità.
E adesso?
Per il Comune di Tropea si apre una nuova fase. La gestione straordinaria continuerà fino a nuove elezioni, con la speranza che il prossimo governo cittadino possa rappresentare una reale svolta. Intanto, resta alta l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di proteggere la democrazia locale da ogni forma di condizionamento mafioso.
La vicenda di Tropea diventa così un monito per tutte le amministrazioni locali: la legalità non può essere un’opzione, ma un principio imprescindibile per garantire il futuro delle comunità.
Comitato Tropea libera