Clinica San Bartolo-Misasi, la proposta indecente dei Morrone ai dipendenti

C’è di nuovo fermento ed agitazione nella clinica San Bartolo-Misasi, quartier generale del potere di Ennio Morrone, figli e famiglia.

La clinica è indebitata per 15 milioni ma Ennio e i suoi prodi non sono certo alla fame e, anzi, proprio puntando sul fatto che ci sono debiti, ha proposto addirittura un concordato, che è stato generosamente concesso dagli amici massoni del Tribunale di Cosenza, dove, com’è noto, lavora anche una figlia del Nostro, la signora Manuela.

In mezzo alle storiacce dei Morrone, come sempre, ci sono donne e uomini che lavorano e che hanno diritto di essere pagati ma che, come da consolidato copione, sono costretti a fare i salti mortali per avere quello che spetta loro di diritto.

Ed eccoci alle ultime novità: la clinica San Bartolo-Misasi vuole proporre ai dipendenti il sessanta per cento dei vecchi stipendi arretrati subito, il settanta per cento in tre anni e il  cento per cento in cinque anni. Se i dipendenti accettassero, il vecchio Morrone troverebbe il modo per uscire dal concordato e fare fessi di nuovo i dipendenti. 

E a quanto pare il commercialista Ambrogio (non quello del Ferrero Rocher) si è gia messo d’accordo con l’UGL ovvero quel sindacato che ha fatto fare un ben noto contratto farlocco per ottenere il concordato. Inoltre, uscendo dalla situazione d’emergenza, i Morrone vogliono mantenere sempre quello stesso contratto. A discapito dei dipendenti. Un contratto che non è applicabile nelle cliniche riabilitative ma solo nelle RSA.

Insomma, i Morrone continuano a fare quello che vogliono e si fanno forti dei loro maggiordomi del sindacato (la signora Daniela Ballico dell’UGL in prima fila) per forzare la mano.

Noi non possiamo far altro che dare voce ai dipendenti e cercare di far capire, ancora di più, quanto siano arroganti i signorotti locali, che si credono i padroni del vapore.