Liceo scientifico “Fermi”: finita l’era Bilotta. La preside va in pensione

Michela Bilotta, ex dirigente del "Fermi"

La valutazione del giudice che ha respinto il ricorso avverso il pensionamento presentato dalla dirigente del “Fermi” chiude definitivamente una fase, lunga e difficile per tutte le parti coinvolte all’interno della comunità del “Fermi”: personale docente ed ata, alunni, famiglie.

La abbiamo definita più volte “la triste era Bilotta”, caratterizzata dalla assoluta mancanza di democrazia e di corrette relazioni sindacali, di attacchi ai diritti dei lavoratori e degli studenti, attraverso una visione assolutamente inadeguata in merito alla vivibilità di una scuola ed al suo carattere pubblico.

Le denunce che abbiamo fatto, spesso in perfetta solitudine come FLC, a volte insieme alle altre organizzazioni sindacali, si sono rivelate tutte fondate e negli anni ne sono state riconosciuti i presupposti  e la validità.

Chiuso per sempre questo capitolo, per il “Fermi” se ne apre un altro che dovrà essere caratterizzato da una profonda discontinuità nel metodo e nel merito.  Un rinnovamento profondo che non può essere di facciata ma sostanziale.

liceo-fermi-520x245 Innanzitutto dovrà essere riconsiderato centrale lo spirito della contrattazione e la centralità del confronto con le parti. In questi anni abbiamo assistito (denunciato e contrastato) una quotidianità fatta di assenza di dialogo e di non rispetto dei diritti contrattuali. La costante negazione di quanto spetterebbe al personale ha dato vita a pratiche arbitrarie ed a soprusi continui. Tutto ciò è per la FLC intollerabile, al “Fermi” di Cosenza come in ogni altra scuola della penisola.

Dovranno tornare protagonisti i lavoratori, con le loro idee e proposte, con la partecipazione libera e convinta ai processi decisionali ed organizzativi. I docenti dovranno riappropriarsi del proprio ruolo nell’elaborazione delle strategie didattiche, il personale ATA dovrà essere coinvolto nella definizione delle proprie funzioni all’interno della scuola. Bisognerà restituire centralità agli organismi collegiali, a cominciare dal collegio docenti, che non dovrà essere più il terreno di imposizioni autoritarie.

Le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori dovranno ritornare a discutere dell’organizzazione del lavoro nella scuola.

Tutto ciò impone un indispensabile e profondo cambiamento che dovrà riguardare la musica ma anche i musicanti.

Di tutto questo intendiamo parlare sin dall’inizio di settembre con la nuova dirigente, alla quale auguriamo buon lavoro, avendo chiaro che la ferma e risoluta opposizione che abbiamo condotto in questi cinque anni è stata relativa non certo alla persona ma a metodi e pratiche che non possono avere, a nostro avviso, alcuna legittimità all’interno di una scuola pubblica, presidio di crescita democratica e sviluppo della mentalità critica delle giovani generazioni.

Pino Assalone – segretario provinciale della FLC-CGIL

Francesco Gaudio – componente della RSU della FLC-CGIL