Sanità, cure essenziali: la Calabria (sempre) ultima

Nel 2023tredici Regioni e Province Autonome sono state in grado di raggiungere la sufficienza in tutte le aree dell’assistenza sanitaria (prevenzioneassistenza distrettualeassistenza ospedaliera). Quattro sono state bocciate in due aree e altrettante in una sola area. È quanto emerge dal Monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza realizzato dal ministero della Salute e anticipato dal Sole 24 Ore, che mostra come, nel complesso, il servizio sanitario nazionale migliora sul fronte dell’assistenza ospedaliera, ma arranca sulla prevenzione e le cure territoriali.

 Secondo il Monitoraggio, che l’ANSA ha potuto visionare, le Regioni completamente adempienti sono PiemonteLombardiaProvincia Autonoma di TrentoVenetoFriuli Venezia GiuliaEmilia RomagnaToscanaUmbriaMarcheLazioCampaniaPuglia e Sardegna.

Quattro le Regioni che non hanno raggiunto la sufficienza in due aree dell’assistenzaValleD’Aosta (distrettuale e ospedaliera), AbruzzoCalabriaSicilia (prevenzione e distrettuale).

Altrettante quelle sotto la soglia limite in una sola areaP.A. BolzanoLiguria e Molise (prevenzione), Basilicata (distrettuale).

Tra le Regioni completamente adempienti, i punteggi medi più alti sono stati registrati da VenetoToscanaP.A. di TrentoEmilia Romagna e Piemonte.

In coda alla classifica, la Calabria, preceduta da Valle d’AostaSiciliaAbruzzo e Basilicata.

In generale il documento mostra che in tutto il Paese migliora l’area ospedaliera, con una sola Regione (la Valle d’Aosta) che non raggiunge il punteggio minimo.

La prevenzione, dopo il crollo subito nel 2020 a causa della pandemia, fatica a risollevarsi.

Mentre osservata speciale è l’area delle cure territoriali: ci si aspettavano i primi effetti benefici della riforma dell’assistenza territoriale, che tuttavia per il momento non sono ancora emersi dalla rilevazione.