‘Ndrangheta a Catanzaro: 22 arresti nel clan dei Gaglianesi e tra i rom. Indagato anche un poliziotto. I nomi degli arrestati

C’è anche un poliziotto – il sovrintendente Carlo Le Pera – fra i 34 indagati dell’operazione eseguita in mattinata dalla Dda di Catanzaro che punta sul clan dei Gaglianesi e su esponenti della criminalità rom. Per 22 di loro è scattato l’arresto (12 sono finiti in carcere, 10 ai domiciliari con braccialetto elettronico), sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, tra cui associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione per delinquere, plurimi reati contro la persona e il patrimonio, anche aggravati dalle finalità e/o modalità mafiose. A dare esecuzione al provvedimento a Catanzaro e nelle province di Monza Brianza e Arezzo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro. Secondo i magistrati, il poliziotto Carlo Le Pera, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Ufficio Intercettazioni della Procura di Catanzaro, avrebbe rivelato l’esistenza di attività intercettive nei confronti di soggetti vicini al Clan di Gagliano. Il Gip non ha comunque ritenuto di accogliere la richiesta di misura cautelare avanzata dai pm Calcagno e Rizza, non avallando le conclusioni investigative della Procura.

I nomi degli indagati:

Cosimino Abbruzzese;
Antonio Anello;
Tommaso Patrizio Aprile;
Alessandro Basile;
Vitaliano Cannistrà;
Roberto Corapi;
Salvatore Corea;
Lorenzo Iritano;
Michele Maccherone;
Michele Maruca;
Fortunato Mesiano;
Francescopaolo Morabito;
Pancrazio Opipari;
Enrico Pinto;
Manuel Pinto;
Antonio Procopio;
Giuseppe Procopio;
Pietro Procopio;
Emanuele Riccelli;
Giuseppe Rijitano;
Domenico Rizza;
Angelo Rotella;
Vincenzo Graziano Santoro;
Mario Scerbo;
Francesco Trapasso;
Ercole Zirpoli;
Massimiliano Celi;
Simone Zurlo;
Chris Squillacioti;
Francesco Mancuso;
Andrea Fava;
Carlo Le Pera;
Andrea Doria;
Igor Guarino

Un’indagine partita nel 2014

L’attività investigativa ha riguardato un arco temporale ampio e si è sviluppata prevalentemente attraverso complesse attività tecniche oltre che su riscontri connessi allo sviluppo di attività di indagine. Gli esiti hanno permesso di delineare la gravità indiziaria circa l’attuale operatività, fin dal 2014, della storica compagine del clan dei “Gaglianesi”, attivo nel capoluogo e dedito a una pluralità di reati contro il patrimonio e la persona.

L’egemonia dei “Gaglianesi” e l’influenza delle locali di Isola e Cutro

E’ stata ricostruita l’egemonia del sodalizio, operante sotto l’influenza delle locali di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto e di San Leonardo di Cutro, nonché i collegamenti dello stesso con altre cosche calabresi.

Le estorsioni agli imprenditori e la violenza delle “nuove leve”

Emersi diversi episodi di estorsioni ai danni di imprenditori, attraverso il pagamento di tangenti o l’imposizione di ditte compiacenti, furti di auto ed episodi di c.d. “cavalli di ritorno”, l’usura ai danni di commercianti in difficoltà, nonché episodi di violenza ad opera delle nuove “leve” per affermare il controllo del territorio.

Truffe per 400mila euro

Tra i reati ricostruiti vi è, inoltre, l’intestazione fittizia di 12 esercizi/attività commerciali di fatto gestiti dalla consorteria criminale o da affiliati nonché un articolato sistema di truffe (valore oltre 400.000 €) attuato mediante la creazione di una società in Lombardia, titolare di un supermercato, ai danni di molteplici aziende operanti su tutto il territorio nazionale, le cui merci – non pagate ai fornitori – venivano poi dirottate in Calabria.

La rapina alla “Sicurtransport” di Catanzaro

E’ stata infine ricostruita una tentata rapina ai danni di una banca di Catanzaro, nonché il supporto logistico fornito dal sodalizio in occasione di altra rapina, commessa nel 2016 da un gruppo di uomini armati, i quali utilizzarono un mezzo cingolato per sfondare il caveau della “Sicurtransport” di Catanzaro impossessandosi di circa 8,5 milioni di € in contanti.

Sequestrate 12 società

Contestualmente alle misure cautelari, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di 12 società, oggetto di intestazione fittizia, di una struttura sita su un terreno comunale, utilizzata dai sodali per incontrarsi, nonché un sequestro per equivalente di 138.000 € a carico di 5 indagati, indiziati di usura ed estorsione.